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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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giovedì 23 ottobre 2008

Vasco Rossi - Stupido Hotel (Videoclip)

Giocava con l'accendino.Nervosamente lo accendeva e soffiando lo spegneva.Eppure era lui che era in anticipo.Cercava di radunare nella sua mente tutti gli impegni della sua prossima giornata.Il livello del rum scendeva vistosamente,come scendeva nel suo stomaco bruciando un pò.Ormai distratto non si accorse che lei era entrata e oramai era prossima al suo tavolo.Un saluto.Un sorriso.Si alzò in un remoto e goffo gesto di cavalleria che non gli apparteneva.
Un altro giro.Un altro rum,stavolta agricolo.Liscio:E un martini bianco.
Mentre veloci correvano le loro parole,la fretta di andare,di arrivare alla meta,le faceva uscire come proiettili di mitragliatrice.Il conto.Poi l'auto.Quella di lui.Ora potevano fumare.I finestrini leggermente abbasssati.
Non uno sguardo.Ne una carezza.Il profumo di lei nella sua m
aglia e gonna corta di lana nera,che riempiva col suo corpo non più giovane,ma ancora dirompente.Lui.Beh lui si era vestito con quello che gli era capitato tra le mani.Un jeans un pò sbiadito,una camicia nera e un giubbottino corto che esaltava le sue spalle.Arrivarono alla loro meta.Scesero dall'auto e insieme varcarono il portone sovrastato dall'insegna di un hotel.Nulla di speciale.Non era la prima volta che vi si recavano.Pulito.Ecco pulito.Perlomeno le camere.Alla reception non facevano troppe domande.Lasciarono i documenti che mai sarebbero stati registrati.Due rampe di scale portavano alla camera.Mentre saliva lei si toglieva la fede dal dito.Un rispetto vano.Un senso di colpa falso.Si sentivano gemiti da chissà quale stanza.Le pareti dell'interno erano segnate.Non vedevano i peli di un pennello da tanto.
Furono dentro.Dentro la camera.Lui si tolse il giubbo
tto.Lo lanciò su un divano di un tessuto lacero.Lei si sedette sull'unica sedia presente.Di legno marrone laminato.Ancora qualche parola.
Lui prese una lampada sul comodino e la collegò ad una presa vicino alla sedia e al tavolino adiacente su cui la appoggiò.Puntò il raggio di luce verso gli o
cchi della donna ,che ferma attendeva.Il forte raggio la accecava e sentiva le mani di lui sopra il suo corpo.La sua maglia scomparve lasciandole il torace nudo e il seno sorretto da pizzi neri che presto mollarono la loro presa per dare posto a mani sudate che strizzavano forte.Le dita pizzicavano i capezzoli che turgidi si protendevano in avanti,mentre le sue gambe quasi involontariamente si allargavano per accogliere la gamba di lui che premeva contro il suo sesso.
La donna ora teneva il labbro inferiore tra i denti.Il suo corpo tremava,mentre le sue mani raggiungevano la patta di lui valutando la sua eccitazione.Ora luce era ostacolata dal corpo dell'uomo.Le sue mani riuscirono ad abbassare i jeanse ad afferrare il suo arnese già indurito dalla situazione.Lo accarezzavano.Lo stringevano.Lentamente lo portavano alla sua bocca che ingoiava muovendosi ritmicamente.
Poi lui si scostò e la luce tornò ad accecare la donna.Le fu dietro.La fece chinare tenendole la testa puntata alla lampada tirandola per i capelli con una mano.Mentre con l'altra alzava la gonna scoprendole il sedere.Scostando il filo sottilissimo del suo perizoma e penetrandola affondando colpi furiosi dentro di lei.

La luce negli occhi.Buio di luce.Il piacere che la attanagliava.La sua mente però riusciva a viaggiare lo stesso,sorda agli insulti dell'uomo.Stringeva forte le sue labbra sino a farsele sanguinare.Le sue ombre.I ricordi.Le sue sofferenze.Tutto ora girava nella sua mente al dolore di un cazzo nel culo che la faceva godere della sua umiliazione.Il silenzio continuo delle sue giornate,le voci lontane di chi le parlava,la noiosa routine di madre sempre sola,la stagnante normalità del marito,la piattezza di un elettrocardiogramma di vita.Non gli era mai mancato nulla.Almeno così poteva sembrare.Non gli mancava l'amore,ma nella nebbia la voglia di amare.

3 commenti:

  1. Pensavo; e se continuassi tu a scrivere il mio libro? bel post.
    ottimo modo di scrivere.
    un abbraccio.

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  2. ehehehe non sarebbe il tuo libro,forse un giorno ne scriveremo uno insieme,DARK INSIDE.Che bella quella fotina li mi è sempre piaciuta.un bacio.

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  3. leggerti è come starci dentro a quelle righe.
    Scrivi benissimo...e si sente in quanto vai Oltre nel farlo, tanto da arrivare:))
    mi vengono in mente certi autori che divoravo:)

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere