martedì 28 ottobre 2008
I ricordi tornanano avolte altri rimangono come immagini sospese in trasparente sottofondo.
Una stradaVia San Carlo a Bologna.Una portone e una scala che scendeva nel materiale underground sotto terra.Una cantina celata nel buio più totale,facevi le scale piano per raggiungerla,tentennando sui passi.Come una camera stagna completamente avvolta dalle tenebre che segnava il passaggio dalla realtà dell'asfalto a quella della creazione di qualcosa.
Odore di muffa che permeava le pareti coperte di salnitro.Dietro la porta una sala prove.Batteria,amplificatori,mixer,effetti per chitarre,jack sparsi ovunque.Da fuori ,sulla stada sentivi solo un sobbalzare di bassi,il tonfo dei tamburi.Dentro quella stanza acusticamente adattata,antisonoramente costruita,entravi in quegli spezzoni di musica interrotti nel trovare la giusta coordinazione del gruppo,emozioni.Una birra Moretti grande,una canna.La batteria che si fermava,Pecos che rideva,Giovanni che cercava la perfezione,Fabio che seguiva il suono col suo basso nero.Come chiusi in un armadio aperto al mondo che non ci piaceva,ma in cui si poteva o almeno si aveva voglia di dire qualcosa.Visite di amici,la creazione di dischi al suono di I'm self made man,mi son fatto da me.Una scatola senza luogo,rimbalzante in quella Bologna di intenti degli anni ottanta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ma io me li ricordo, gli Irha! Avevo un disco con loro e altri gruppi punk anarchici (era mica Schiavi nella città più libera?). Ci suonavi? Che tempi! Però, per quanto ingenui e casinisti, avevano un loro romanticismo. Marò, 25 anni fa!
RispondiEliminaRicevuto:)
RispondiEliminaoggi da noi il cielo si è fatto il mare...infatti ho postato in rima.
ps io gli anni di cui parlate me li sono persi...sigh!
No Franco non ci suonavo,sono amici,persi negli anni,stavo al mixer con loro poi per causa di forza maggiore li persi,più giusto dire mi persi.Pure in Sicilia fui con loro ospite del chitarrista a Melilli(SR).Sono più legato anche se è tanto che non la sento e vedo all'autrice dela foto Laura de carolis,ossia la batterista dei Raf Punk.Si secoli fa,ma le cose crescono e si modificano tenendo in se gli ideali che non mutano,ma progrediscono.
RispondiEliminaSai cosa mi manca di quegli anni? La sensazione (ingenua) di fare qualcosa, quasi di cambiare il mondo, il sentirsi piccoli rivoluzionari (la polizia ci fermava tutti i i giorni in quanto anarchici). Certo era un'illusione, ma ci si sentiva più vivi.
RispondiEliminaSi perchè eravamo uniti in intenti Franco,poi la realtà ci è crollata addosso,non la sento come malinconia,ma come solitudine,siamo rimasti in pochi,convinti della nostra ingenuità passata,ma recidivi all'addattamento .
RispondiElimina