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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

mercoledì 29 ottobre 2014

Il fiume





In quegli attimi in cui il tempo scorre più lento, il brusio quasi fastidia il silenzio. Ci si muove come automi , telecomandati dal proprio dovere e ci si immerge in immagini in bianco nero che vengono colorate dai pensieri, che ci estraniano dall'intorno, come se lo scandire del tempo risuonasse l'eco di un sasso gettato nell'acqua e ne seguisse il percorso sopendendo il respiro nei cerchi che si formano sulla superficie, mentre il sasso penetra l'acqua nella sua discesa.
Ci si pone domande a risposte, che creano pensieri parlanti,a volte imbarazzo, come scorrere le lettere di un racconto con gli occhi, di cui non si conosce il finale, ma che riempie le pagine bianche con la consapevolezza del fluire del volere.
E tra gli spruzzi , quei cerchi sulla superficie del fiume si fanno sempre più ristretti , anche se nello stesso tempo si allargano,tenendo distante ciò che ci circonda e non va bene, ciò che non importa, ciò che vuole punire per essere Noi stessi.


Cosicchè quelle rive, che in primo momento sembravano distanti si restringono e scoprono che hanno bisogno una dell'altra per fare scorrere quel fiume.
Argini alti a cui ci si aggrappa per sentire l'armonia del suono dell'acqua correre, proteggendo quel cerchio, quasi come se si potesse mettere in un barattolo quel tratto di fiume in cui si sono formati i cerchi.
Argini che creano serenità , su cui la comprensione diventa necessità e fluisce come la tranquillità di un fiume, anche se in piena.
E tutto questo perchè siamo due argini sulla stessa sponda.










giovedì 16 ottobre 2014

elASTICI in guazzetto

È ora di cambiare immagine di copertina,in questo periodo di crisi, non posso poi lasciare il frigor aperto sempre, tanto la luce ormai non manca e le spese elettriche per colpa di queste continue lavatrici sono già alte.

Quindi lascio a te il gusto di aprire il frigor alla cieca,per creare qualche intruglio. Anche se


potremmo cucinare qualcosa insieme o meglio cucinarCi, ma divagherei come sempre istigando quel ghigno che ancora non riesci a ottenere , nonostante i tentativi.
Dicevamo mmmmm,
ah si il cambio dell'immagine di copertina.
Certo le immagini sono da costruire, unire le sequenze in disegnini sparsi,come quella di portarsi sempre ovunque sulla schiena, con il fiato sul collo , vabbeh a essere pignolo, non sempre sulla schiena.
In effetti a volte ci si trova in imbarazzo, non solo per le risate che escono spontanee, dettate dai pensieri, che non fanno che produrre un pò di sconcerto a chi ci circonda, confermandogli che siamo matti,ma è quella pece, che non si stacca, ma cola, risultando fatalmente disagiante sui nivei tessuti o su quei formali abiti da lavoro.
Si inizia a sudare , o meglio, si cerca di far credere a un ipotetico spettatore, che stiamo sudando e la cosa si fa ardua, si tende a rimanere immobili, qualsiasi movimento potrebbe farci esplodere. Il problema e' che si vorrebbe, ma questi sono dettagli.

Mi sono perso, parlavo del piatto che stavamo cucinando?no eh?Vabbeh facciamo così la foto di copertina sarà il piatto cucinato.

elASTICI in guazzetto.









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giovedì 9 ottobre 2014

Riflessioni sul quotidiano

Riflessioni sul quotidiano,
ossia flessioni, che stimolano ripetutamente il buco del...
insomma una cagata.

Che ci siano regole da rispettare per il rispetto altrui mi sembra talmente ovvio da non chiamarle neanche regole.
Sono tutti quegli usi, quei costumi, dettati dall'educazione, dalle credenze, dal bigottismo, dalla totale ignoranza, dal credo generale, dalla visione di altri, dalle proprie paure e insicurezze, che diventando regole del senso comune , del comune vivere , che mi fanno semplicemente schifo.
L'uomo pone i limiti dove comincia a tentennare, dove ha paura e mi sembra una cosa naturale, ma da questo a farne dogmi e senso comune, mi sembra oscenamente globalista.
 
Cosicchè non volendo essere generalizzante, racchiudo il campo in quella cerchia di persone, che si dichiarano amici, i conoscenti , quelli che vengono sfiorati dal passaparola, quelli che hanno in mano il sapere del saper vivere , queli che ti giudicano senza ricordarsi che faccia hai,
quelli insomma che per tua sfiga o loro incroci nella tua vita.


Quelli che dicono lui è quello che. E ti ritrovi con tanti cartellini appesi, che definiscono il tuo vivere, lo giudicano in base a regole assurde, che tralasciano i particolari, basate su un ipotetico libretto di istruzioni, che parla di quello che tu puoi o non puoi fare. 
Quelli che fanno di un uomo un figo e di una donna una troia, quelli che legano PER FORZA non solo il padre a un figlio, ma anche alla sua procreatrice, quelli che pensano che si abbia un prezzo da pagare solo alla noia e non al voler osare, quelli che guardano un gay con disgusto e si arrapano per la gay, quelli che pensano che la dipendenza sia solo da droghe, quelli che pensano che tu sia loro solo perchè gli hai detto ciao o peggio pensano che tu sia loro solo perchè loro lo vogliono, quelli che pensano che il sangue faccia la famiglia.

In pratica tutti quelli che puntano il dito , chiamandoti un ingestibile inumano, che si vantano della propria umanità, dimenticandosi che, chi più chi meno, l'uomo e' egoista, e' falso, e' paraculo, è approffittatore, piccolo, ma non innocente.

Sinceramente, preferisco rotolare nella mia merda, che calpestare il vomito di chi si dice incapace di scegliere, solo per puntare poi il dito.

Non devo ne voglio giustificarmi , cosicchè flettendo e riflettendo sul quotidiano , ghigno pensando di avere la voglia di strapparne un lembo per non dover pulirmi facendo virgole sui muri.