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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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martedì 30 settembre 2014

Bolle di sapone

Le bolle di sapone spesso vengono associate a un'emozione di breve durata , che poi scompare nel nulla quando queste esplodono.

Continuano ad emozionarmi , come tante altri piccoli eventi e fenomeni, dettagli, che anche se sono di breve durata, fanno vibrare e l'emozione si rinnova, evolve e lascia....



Beh , diciamo così , che in questo gioco di elastici ,le emozioni si incatenano una all'altra . Le posso sentire sulla punta delle dita, facendole girare nel palmo della mia mano,producono quel suono, che risveglia o se vogliamo, che non fa dormire, che in qualche maniera molesta e si sa ,io amo molestare.
Emozioni e sensazioni, che a volte accompagnano tutta la giornata e le senti sfregare, irriverenti e insitenti , distolgono ogni pensiero , ci si perde.
 Cosicchè facciamo che, lasciando passare il vento in un cerchio incrociato di elastici creiamo bolle di sapone.



Si rimane al principio stupiti, poi ci lascia andare, si cerca di seguirla con gli occhi e poi si ha voglia di afferrarla cercando di non farla esplodere .
Si modella sul proprio corpo e tutto comincia a vibrare.



Si tiene sopra un dito , mentre si osserva il concatenarsi delle bolle e la voglia di premere , come ad entrare.
Il tempo si sospende , in quello strano fluttuare di emozioni forti e veloci , che sembrano durare solo un istante, che possono durare ore e piu ci si dimena , più si rischia di far esplodere la bolla.
In effetti esplode continuamente, ma continuo a soffiare ,
mentre il sapone cola sulle dita.















giovedì 18 settembre 2014

Parlavi con me?


O: cosa c'e' adesso? ho da fare .
N:ti lascio fare tranquillo, però prima volevo dirti due o tre cose.
O:spero qualcosa che io già non sappia.
N:no no, già lo sai , solo che non ti applichi, ti lasci prendere la  mano spesso e non comprendi completamente di essere un vero tornado.Vento va bene, ma il tornado dovrebbe rallentare ogni tanto.


Quando qualcuno si apre a te , nella stessa forma in cui tu lo fai, devi capire che non sempre si marcia alla stessa velocità , anche se si è sugli stessi passi. E non ci sono libretti di istruzioni, insegnante e alunno. Ci si impara a conoscere , si condivide ogni cosa, anche quei silenzi che ci piacciono, in cui puoi sentire il suono delle emozioni, in cui le sensazioni vibrano come le foglie nel bosco di Tintir.Ridere fa bene , del sorridere si è fatta cura nel bisogno, per risalire da dove avevamo sbattuto.
O: si come un continuo sbocciare in ogni stagione, dove il freddo non congela e il respiro scende soffiando come vento lungo le pieghe della carne nutrite dell'aria che ci da respiro.
N: vedi che se rallenti un istante riesci :)
Perchè in tutta questa confusione di note, la volontà riesce a dargli un tono a incatenarle in un suono armonioso e ogni tasto ha un suono e ogni suono un colore. E la mano lentamente è più a suo agio sui tasti, ci prova e quando si ritrae va avvolta e fatta sentire sicura,perchè quei tasti che tu pigi con sicurezza devono trasmetterla a chi ti chiede di imparare e tu devi imparare a coglierne il suo suono.


O: come sei solennemente nero, Nero. Mettiamo un po di colore,sostituiamo le corde del piano con gli elastici,vibriamo sulla pelle quei silenzi, scopriamo che il desiderio del volere è meglio che soddisfare il volere il non desiderio.Tramutiamo quei suoni che si usano per ferire,in una forma personale di comunicare , trasformiamo la retorica in ironia, le regole aboliamole completamente , come le assurde etichette che tralasciano migliaia di piccole sfumature, come briciole sparse senza essere raccolte e io le voglio leccare.



N: ripeto, di fatto so che non ti devo dire nulla, che tu non sappia, io sicuramente troppo nero, tu a volte usi tinte decisamente sgargianti. E so che ci stai provando, ma non dimenticarti di chi si preoccupa per te. Sforzati ancora.Spero ti sia servita questa chiacchierata .
O: parlavi con me?







venerdì 12 settembre 2014

6mendi



Ecco! Dunque la vogliamo smettere di parlare tutti e tre nello stesso momento?
Bene.
Nonostante sia una notevole rompi....
N:palle?
M:coglioni?

Buoni e zitti.
Dicevo. Nonostante sia una notevole rompiscatole devo ammettere che abbiamo fatto del ridere una cura, che poi e' diventata una priorità, una necessità irrinunciabile.
Aggiungendo poi , che nell'evidenza della mia innocenza si è voluta assumere il 53,4 % delle colpe, tutto doventa fattibile.
  
Così che sono,
mmmmmm.
che siamo,
anche qua.
Dove il battibanco diventa un progressivo e dinamico battibecco.




Dove il complicato è complice.







martedì 2 settembre 2014

Sgocciolando



Sfrutto questo attimo , mentre Oren e' impegnato a sporcare i blog altrui e sembra apparentemente distratto.





In effetti non sembra che ci sia molto da aggiungere, anche se i particolari colorano i dettagli e l'evidenza rispecchia ad ogni suo passaggio un'immagine nuova, cresciuta,qualcosa che sembrava nascosto , ma che comunque lascia il suo odore nell'aria cullata dal vento.


Cosicchè diventa difficile definire il sapore di una lacrima,quando si presenta come un uragano e si scopre che può essere assorbita e diventa ciò che alimenta un sorriso e la ritrovi in ogni forma . 
Ne senti il suo scorrere dentro di te e riga le emozioni dolcemente e come gocce, che cadono da foglie, alimenta le radici.
Perchè negare che ogni ogni lento cadere tichettia sulle labbra, che sono allargate in un sorriso , dove l'empatia del silenzio,non fa che tracciare le striature tra quei vuoti che vengono colmati,
dove la rabbia si calma, l'ansia si placa e quelle cortecce che ritornano alla mente si possono staccare per scoprire, che sotto c'è ancora movimento.
Sono quei momenti dove tutte le difese cadono e le emozioni trottano , come pioggia che cade su una crosta facendone colare i colori e mettendo a nudo la tela.
La stessa che continua ad assorbire e al solo sfiorare del vento trema, nel bisogno di essere imbrattata,nella paura di rigettare i colori, che brama , ma di cui teme le tinte forti, la sua pesantezza, chiusa nel ricordo di ciò che è stata.



Si intride ad ogni sfiorare del pensiero, creando quei rivoli che scivolano verso valle, consapevole che la cima non è il limite , ma solo una sosta per pretendere ancora.Insicura di volerla raggiungere gocciola sulla luce serena della sensazione di benessere, che fa sembrare la tempesta una gettata di colori di cui riempirsi le mani per portarseli alle labbra.
Condividere le emozioni è il suono del pennello, che quando ogni goccia cade sul sorriso, traccia un arco colorato sulla tela.