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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

venerdì 5 febbraio 2016

La seduta spiritica

I suoni stridenti degli spostamenti dei mobili. Le sedie che solcano il pavimento nell'avvicinarsi al tavolo.
L'apparecchiatura dello stesso. Un panno per far meglio sfiorare il movimento, per contenere..

Il frusciare della preparazione.
Intrecci di lane e cotoni che scivolano sulla pelle e già l'attesa diventa eccitazione.
Già le pieghe si contraggono.

Si inizia!

La complicità si intreccia, dapprima insinuandosi, per poi concatenarsi e tenersi saldo, mentre i corpi scivolano leggermente verso al basso e si aprono

le menti.

Come ai movimenti di un incantantore di serpenti, si segue l'evoluzione o meglio l'evocazione dello spirito.
Battendo un colpo.
Poi un altro.
E altri ancora che li seguono.
I corpi scossi,le sedie e il tavolino che tremano , mentre lo spirito si mostra e l'intreccio si salda sempre di più.
L'ectoplasma gronda , rafforzandone la presenza, contraendo la pancia.

Posseduti.

In un istante senza tempo, coi muscoli tesi, fino a lasciarsi andare.
Mentre i tremori attraversano la carne, quasi in apnea.
Un respirare, che è fatto di suoni.


Si crolla senza forze.
Allentando la presa.
Ammorbidendola.
Cercando di trattenere ancora lo spirito evocato dentro di se.
La mente vaga, senza conoscere meta.

E la calma diventa sereno.



Chiaramente il tutto in presenza di


Un medium



e pure cicciottello.

martedì 5 gennaio 2016

Le regine maghe

E se i re magi fossero state regine?


Così Porfiria ,Lucrezia e Ginestra si ritrovarono impegnate a distribuire doni.Forse più che impegnate , impiegate.
In quella fredda mattina di inverno , nella quale curiose, si piegarono raccogliendo quei volantini svolazzanti, senza riuscire a spiegarsi come si trovassero ai loro piedi,impiegando il tempo necessario , per leggere e dispiegare le loro forze nella distribuzione delle pieghe.


Porfiria lesse attentamente quello che il volantino riportava e sinceramente fu l'unica a leggerlo, mentre le altre due ridevano lanciandosi occhiate. Mentre leggeva già programmava quello che avrebbe dovuto fare.
Si rivolse alle altre due ,spiegando che avrebbero dovuto distribuire doni, ben 3 doni. Al che Lucrezia precisò, che lei non avrebbe regalato niente a nessuno, al massimo avrebbe riciclato qualche regalo inutile ricevuto , fossero pochi.
A fatica Porfiria cercava di comunicare quale fossero i doni, ma era sopraffatta dal lamentarsi di Lucrezia e dai sospiri di Ginestra, che alla parola "oro" era stata prersa da vampate di calore ,cominciando a sbavicchiare mentre si umettava le labbra con la lingua.Certo il cerchio di chi dona cosa, in questa maniera si restrinse.
Lucrezia strappo dalle mani di Porfiria il volantino e le disse che a lei sarebbe toccato il dono dell'argento e si tenne per se il compito di quello della mirra.
Già sghignazzando, anche se Lucrezia non è capace di sghignazzare, ma questi sono dettagli, pensando che essendo molto vago il significato e la focalizzazzione della mirra, avrebbe potuto riciclare qualsiasi cosa volesse.
Ritornate a casa , mentre Ginestra continua ad accarezzare l'oggetto d'oro che avrebbe voluto regalare, continuando a fissarlo e a farlo scorrere tra le sue dita.
Porfiria , con lo sguardo perso nel grigiore della città, perdendosi nello svolazzare delle polveri sottili e sognando la neve, si fece morbidosa, continuando a lucidare l'argento ossidato che le aveva consigliato Lucrezia, la quale stava infilata con la testa dentro gli scatoloni del garage, cercando di decidere quale fosse la cosa meno servibile tra le più inutili.Regali che aveva ricevuto ,ancora incartati, da ipotetici amici o spasimanti , anche se lei non lo sapeva.
E fu cosi che furono pronte .




A essere sincero, la storia sarebbe anche potuta continuare e finire in una maniera quasi ipoteticamente normale, se non fosse che prese da sole erano anche abbastanza sopportabili, ma insieme erano veramente 3mende.
E anche se le parole , che esprimevano i pensieri di Porfiria, erano, sebbene contorte, molto dolci, passando dalla sua bocca a quella di Lucrezia, poi cambiavano tono e grinta, assumendo quel suono stronzino tipico di lei, per poi sfociare nel passaggio dalla bocca di Ginestra in qualche cosa che....
Insomma siamo chiari qui si parla di  un'

azione;





di una reazione;







di una causa e



Ma siamo sinceri , i doni giunsero a destinazione e sinceramente nessuno si lamentò, anzi ci fu gioia , esaltazione, grida di contentezza e mugolii di sorpresa.
Fu così che Porfiria, Lucrezia e Ginestra si poterono finalmente riposare , aspettando l'anno seguente per ditribuire i loro doni.



N.d.O. 
Questa storia ha come unico scopo ,mmmmmm
non ha scopo, però ha due morali.
La prima è che la figata sta nel fatto che Porfiria ,Lucrezia e Ginestra si riposarono per un anno aspettando il giorno dei doni, ovvero 364 giorni di pacesenza rottura di balle.

La seconda molto paracula e innocente è che ormai è riduttivo e banale augurare buona Befana alle donne, non fa più ridere anche se sotto sotto gli brucia un pò. cosicchè perchè non addolcirle chiamandole regine maghe, vero che tanto Befane rimangono, ma forse te la danno .


*ahhhh N.d.O sta per nota di Oren 


venerdì 13 novembre 2015

EHMMM...






Da recenti studi di settore ,risulta evidente che, il protrarsi insistente di locuzioni generiche ed eventualmente non consone al programma prestabilito, possa in qualche maniera forviare determinati comportamenti a dir poco inquietanti.
In ambienti prettamente scemtifici e anche non , si sta discutendo da anni su questo argomento e le teorie si intersecano e prendono strade differenti , creando imbarazzanti disagi anche tra i luminari più rispettati.
Non a caso si ripetono ,sempre più assiduamente, i continui interventi esterni, che tendono a indirizzare o , purtroppo troppo spesso, strumentalizzare , quelli che sono i principi su cui si dovrebbe basare.
Diciamo che, il trapelare del dibattito riguardante la questione, ha fatto in maniera che tutto diventasse di dominio pubblico, creando cosi una sorta di accanimento fanatico , che contrasta con l'accettazione ebete dei più.
Quegli sporadici casi iniziali, ai quali nessuno era capace di  nemmeno immaginare un possibile collegamento, ora vengono risaltati , creati e addirittura emulati.
Il tutto in nome di quella causa, di quello spleen che crea il calare di questa nube di notizie, che seppure spesso si faccia finta di non interessarsene, rimane l'argomento portante, sulla bocca di tutti e anche sotto i nasi, sempre che non ci si trovi a testa in giù.
Vari interventi sono stati richiesti, finora senza grandi risutati.
Si è cercato di ricorrere ad un possibile decreto di stato, ma il governo impegnato in faccende più pressanti, che per non sventrare la politica, più di quello che già è, evito di nominare,ha eluso indifferentemente.
Si sperava in un intervento della chiesa, ma anche essa persa in questo New Deal franceschiano e soprattutto timorosa di cadere nel dubbio eretico, ha escluso a priori.
Cosicchè questo pesante fardello , che nonostante faccia parte del quotidiano, tutti negano per mancanza di cognizione di causa, rimane alla mercè di studiosi e ideologi, nella speranza che svanisca come una moda, anche se moda non è.
Idiosincraticamente, so di avere trattato di un argomento che tocca tutti, ma nella logica ipotetica e soprattutto retorica di un possibile aumento della diffusione e del propagamento di tutto questo beh
                                 EHM!

                                    CONCLUSIONI

A: qualora tu ipotetico lettore ti trovassi a leggere tutto questo,        è segno che non hai un cazzo di meglio da fare e la cosa già         di per se è proccupante, a cui aggiungo un generoso ed                 educato CAZZI TUOI!

B: nel caso tu ,sempre ipotetico, lettore abbia deciso di                     leggere  e ti stia chiedendo :" Ma cosa ?" , devo ammettere         che la tua perspicacia è notevole.

C: se tu , casuale lettore , nell'ipotesi che pensi che io sia                  matto, sappi che il tuo pensiero non è nulla di originale e            soprattutto nuovo.

D: infine a tutti quegli ipotetici coloro, che pensano di aver              capito il mio pensiero, non mi rimane che dirvi una cosa.

                               FATEVI CURARE!



           

giovedì 5 novembre 2015

Unghie e denti


Sono quei solchi, 
che non si vedono ad occhio nudo, 
nascosti dai sorrisi.
Quelle fenditure segnate dal tempo,
segnate da tempo, 
su cui inciampano le dita, 
mentre contornano le pieghe.
Quei pacchi dalla carta logora, 
stivati nelle ripiegature della memoria, 
che ora guardiamo respirando.
Striature che hanno modellato la reattività, 
la percezione,
stampando il cinismo sulle  pareti su cui si appoggia.


Il bisogno di essere liquida , 
per riversarsi in quei solchi,
nella sensazione di riempimento, 
nella necessità di erodere l'avarizia del tempo.
Il percorso, 
il fluire.
Il mischiarsi al vento che gronda, 
soffiando leggero , 
smuovendo le foglie,

scoprendo 
il desiderio celato di quel che si vuole, 
che si è sempre voluto.
Rimasto chiuso , 
avvolto da quelle carte logore,
che l'hanno scacciato.
Ora freme,
strizzato,
colpito,
scivolando sulla stoffa,
come la schiena lascia solchi tra le foglie .


Come cerchi,
tracciando marchi 
con le unghie ed i denti.






giovedì 22 ottobre 2015

GLANDESTINO


Stabilito che poi, non facciamo così schifo.


In realtà se ne sarebbero dovuti accorgere al momento del parto. Al gridare "maschio!", si dovevano rendere conto, che non stavano tirando dall'inguine.
Eppure si sa, si prova tenerezza e si diventa ciechi davanti a quei brufoli informi, nuovi alla vita.
Ed è così , che da un inconscio parto gemellare, risulti un individuo unico, dicesi soggetto, che mantiene l'aspetto conosciuto, mentre dentro di lui, operano più soggetti , che non sono suoi satelliti, ma vere e proprie identità .
Per rimanere in linea col mio essere paraculo, potrei continuare a scrivere in terza persona, quando è palese che sto parlando di me o meglio di noi, anche se è difficile parlare in prima persona, almeno singolare , visto che siamo più di me.
 Sinceramente non vedo perchè parlare del palloso Nero e del silenzioso Michelangelo, quando la vera stella sono io .
Si sa, si passa l'adolescenza cercando di essere capiti o cercando comunque di essere più che un numero, di distinguersi.
Poi mi ritrovo glande e rimango perplesso quando c'è questo accalcarsi di anime, che si ritengono affini e affermano di comprendermi, psicoanalisti del nulla, portavoce convinti del "mal comune è mezzo gaudio".
Non che non creda nelle affinità, ne ho incontrate molte e sono tutte dentro al mio cerchio, diciamo che ce ne è un esubero, che sta al di là della circonferenza, che va scremato.
Con mia glande convinzione la mia testa ,notoriamente propensa al peggioramento, si è mantenuta sulla stessa linea, pesantemente polemico, acidamente pungente, vomito la mia verità facendola colare dal mio ghigno, il muro si costruisce da se e non è indifferenza il calpestare gli abituali pianti, dettati da una subdola debolezza e un bisogno di attenzione quasi maniacale.
Ammetto che Nero è più propenso ad ascoltare e riuscirsi a torturare anche di queste versioni di male etereo, ma, non vorrei che si offendesse, ma chissenefrega, è un coglione.

...e fu così che si liberò il vento,
lacerando le fronde coi detriti sbattuti...
....e fu così che frinivano i grilli,
una risata e il silenzio.....


Ecco basta nominarlo, che si crede di dover dire la sua.

Ognuno si costruisce scudi o muri per proteggersi da ciò che teme, dai suoi limiti e da ciò che sa che potrebbe fare male.
Io come scudo ho me stesso e l'esserlo
e lo ammetto
sono
un glande.





Giusto per sfoggiare la mia Cul tura:
è stato ritrovato un manoscritto sconosciuto di Lewis Carroll

Alluce nel paese delle meraviglie


mercoledì 7 ottobre 2015

Il CULO di RUBIK

         Che poi al CUBO diventa rabbia.



Voglio premettere, ovvero stampare un bel puntino sulla i e se è possibile anche uno sotto , che poi se non è possibile spingo, che la mia illustre pazienza o meglio la mia quasi assoluta mancanza di questa virtù, ha fatto in modo che nel corso degli anni il cubo di Rubik non sia mai stato uno dei miei giochi preferiti, meglio definirlo come rompicazzo , che rompicapo.
Però in effetti non è di questo che voglio parlare , oppure si, diciamo che 27 cubetti ben appiccicati che si muovono in varie direzioni per mostrare simmetria e mono tono alle 6 facce da culo, upsss, di cubo , non mi sono mai interessate.

Detto questo , mi sovviene , ma anche conviene, diciamo che, diviene spontaneo il quesito, che pongo a me stesso, riguardante l'utilità di mettere tutte le cose in fila e in ordine perfetto, dare un senso a ogni spigolo, muovere coerentemente sforzi mentali, masse fisiche, interi lassi della propria vita. Sforzi che tendono il diaframma, premono, deprimono, logorano l'aria e assurdamente proiettati nel futuro... 
E detto questo e soprattutto tutto questo, quando basta un solo istante per riportarti a zero, nel momento in cui ogni colore del cubo manda a fanculo l'altro e devi cominciare da adesso e non a progettarti il futuro, ma a viverlo.





E beviamoci sopra , perchè non è fare i conti senza l'oste, è avere sete e firmargli un pagherò , perchè si ha di meglio da fare.





venerdì 4 settembre 2015

Dislessico silenzio

Certo mi sono indignato, quando alla difficoltà di respiro non potevo disporre il mio " ho di meglio da fare".
Cosicchè, ritenendomi ancora tra i fortunati ,che per la prima volta si ritrova in ospedale e non capendo come avevo fatto ad ingoiare una pallina da tennis, ho lasciato che gli eventi non fossero eventuali , ma eventualmente surreali.
No perchè, nel momento che mi hanno steso nudo sul tavolo operatorio , la musica era un ritmatissimo flamenco che avrebbe dovuto richiamare il rosso tra quelle lenzuola svolazzanti che mi coprivano, invece era tutto azzurro.
Steso liquido, senza la sensazione di avere un corpo, tranne che per il peso dei chirurghi su di me, pressanti e laboriosi sulla mia gola, come fossero stesi sulla mia carne . Piccoli pizzicori di anestesia locale, che ti fanno pensare, cavolo appena mi riprendo, chiedo dove si compra sta sostanza, che è una ficata.
Il viso dell'anestesista e i suoi psicadelici occhi azzurri che comparivano tra i bordi dello spazio , per aspirarmi la bocca e sorridere. Solo la coscienza della mia testa, il resto era in un'altra dimensione o forse lo era la mia testa ad esserlo e era libera , salendo .
E poi il vuoto. Anestesia totale.
Non mi ero mai chiesto come si sente qualsiasi prodotto messo sotto vuoto, quando si va ad aprire la confezione e si lascia sfiatare, comunque il mio risveglio ha avuto quella sensazione.
Una sorta di jet lag , mmmmm, si diciamo, come essere stato ad un rave e avere preso l'aereo per tornare a casa.
E tutti ti parlano e ti chiedono, mentre tu cerchi di capire se le orecchie sono sul collo o continuano ad essere ai lati del naso, finchè realizzi, che al lato della pallina da tennis hai un tubo ficcato in gola e in effetti respiri meglio.
E sei in isolamento e ti chiedi " cavolo! come  hanno fatto a saperlo che sono dannatamente infetto?", invece poi scopri dopo giorni che hai sballato gli esami e di infetto non hai nulla.
E viaggi col tuo letto tra gli ambulatori per i vari controlli e quella parte di me adepta al dolore, al suo assorbimento, quella parte che negli ultimi anni, ho nascosto, cercato di chetare per sopravvivere, riemerge e mentre sei nel tunnel della Tac inizi a piangere e alla domanda "che ti succede?" dici "ma è solo una bambina" e loro pensano che, forse è ancora l'effetto  dell'anestesia, che non riguarda loro se sei matto.
Ma continui a piangere e parlare della bambina, poi esci dal laboratorio e senti le grida disperate di una donna e guardi la infermiera e gli dici" vedi è una bambina,cazzo" e lei " no è una donna" e scoprire mentre guardi la tv steso nella tua stanza che sua figlia di 6 anni è stata schiacciata da un cancello e la sua anima ti ha sfiorato all'ospedale.
E i primi giorni fatichi a prendere sonno e quando lo fai, sogni da sveglio e alla fine di ogni sogno la tua immagine è quella di essere una donna, ma non ti senti donna, sai di essere tu.
Dove cazzo sei Oren?
Poi tutto si cheta e si normalizza e dopo 15 giorni steso nudo nella stessa posizione, ti devi alzare.
Ci provi e non stai in piedi.Si avvicinano per aiutarti e mentre ti viene da piangere , torna Oren , bestiale, il ghigno marcato, minaccia chiunque gli si avvicini e consapevole di non avere nulla che non vada nelle gambe, si rialza e si strappa gli aghi delle flebo, così per spregio, per rodere, per rabbia.
E tutto lentamente defluisce e si rinsalda.

E finalmente riprendo il controllo.




E in questo viaggio nella terra di mezzo, nel continuo riaffermare del nulla è per caso, allungo un braccio, perke un B.C. solo non ha senso