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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

venerdì 13 novembre 2015

EHMMM...






Da recenti studi di settore ,risulta evidente che, il protrarsi insistente di locuzioni generiche ed eventualmente non consone al programma prestabilito, possa in qualche maniera forviare determinati comportamenti a dir poco inquietanti.
In ambienti prettamente scemtifici e anche non , si sta discutendo da anni su questo argomento e le teorie si intersecano e prendono strade differenti , creando imbarazzanti disagi anche tra i luminari più rispettati.
Non a caso si ripetono ,sempre più assiduamente, i continui interventi esterni, che tendono a indirizzare o , purtroppo troppo spesso, strumentalizzare , quelli che sono i principi su cui si dovrebbe basare.
Diciamo che, il trapelare del dibattito riguardante la questione, ha fatto in maniera che tutto diventasse di dominio pubblico, creando cosi una sorta di accanimento fanatico , che contrasta con l'accettazione ebete dei più.
Quegli sporadici casi iniziali, ai quali nessuno era capace di  nemmeno immaginare un possibile collegamento, ora vengono risaltati , creati e addirittura emulati.
Il tutto in nome di quella causa, di quello spleen che crea il calare di questa nube di notizie, che seppure spesso si faccia finta di non interessarsene, rimane l'argomento portante, sulla bocca di tutti e anche sotto i nasi, sempre che non ci si trovi a testa in giù.
Vari interventi sono stati richiesti, finora senza grandi risutati.
Si è cercato di ricorrere ad un possibile decreto di stato, ma il governo impegnato in faccende più pressanti, che per non sventrare la politica, più di quello che già è, evito di nominare,ha eluso indifferentemente.
Si sperava in un intervento della chiesa, ma anche essa persa in questo New Deal franceschiano e soprattutto timorosa di cadere nel dubbio eretico, ha escluso a priori.
Cosicchè questo pesante fardello , che nonostante faccia parte del quotidiano, tutti negano per mancanza di cognizione di causa, rimane alla mercè di studiosi e ideologi, nella speranza che svanisca come una moda, anche se moda non è.
Idiosincraticamente, so di avere trattato di un argomento che tocca tutti, ma nella logica ipotetica e soprattutto retorica di un possibile aumento della diffusione e del propagamento di tutto questo beh
                                 EHM!

                                    CONCLUSIONI

A: qualora tu ipotetico lettore ti trovassi a leggere tutto questo,        è segno che non hai un cazzo di meglio da fare e la cosa già         di per se è proccupante, a cui aggiungo un generoso ed                 educato CAZZI TUOI!

B: nel caso tu ,sempre ipotetico, lettore abbia deciso di                     leggere  e ti stia chiedendo :" Ma cosa ?" , devo ammettere         che la tua perspicacia è notevole.

C: se tu , casuale lettore , nell'ipotesi che pensi che io sia                  matto, sappi che il tuo pensiero non è nulla di originale e            soprattutto nuovo.

D: infine a tutti quegli ipotetici coloro, che pensano di aver              capito il mio pensiero, non mi rimane che dirvi una cosa.

                               FATEVI CURARE!



           

giovedì 5 novembre 2015

Unghie e denti


Sono quei solchi, 
che non si vedono ad occhio nudo, 
nascosti dai sorrisi.
Quelle fenditure segnate dal tempo,
segnate da tempo, 
su cui inciampano le dita, 
mentre contornano le pieghe.
Quei pacchi dalla carta logora, 
stivati nelle ripiegature della memoria, 
che ora guardiamo respirando.
Striature che hanno modellato la reattività, 
la percezione,
stampando il cinismo sulle  pareti su cui si appoggia.


Il bisogno di essere liquida , 
per riversarsi in quei solchi,
nella sensazione di riempimento, 
nella necessità di erodere l'avarizia del tempo.
Il percorso, 
il fluire.
Il mischiarsi al vento che gronda, 
soffiando leggero , 
smuovendo le foglie,

scoprendo 
il desiderio celato di quel che si vuole, 
che si è sempre voluto.
Rimasto chiuso , 
avvolto da quelle carte logore,
che l'hanno scacciato.
Ora freme,
strizzato,
colpito,
scivolando sulla stoffa,
come la schiena lascia solchi tra le foglie .


Come cerchi,
tracciando marchi 
con le unghie ed i denti.






giovedì 22 ottobre 2015

GLANDESTINO


Stabilito che poi, non facciamo così schifo.


In realtà se ne sarebbero dovuti accorgere al momento del parto. Al gridare "maschio!", si dovevano rendere conto, che non stavano tirando dall'inguine.
Eppure si sa, si prova tenerezza e si diventa ciechi davanti a quei brufoli informi, nuovi alla vita.
Ed è così , che da un inconscio parto gemellare, risulti un individuo unico, dicesi soggetto, che mantiene l'aspetto conosciuto, mentre dentro di lui, operano più soggetti , che non sono suoi satelliti, ma vere e proprie identità .
Per rimanere in linea col mio essere paraculo, potrei continuare a scrivere in terza persona, quando è palese che sto parlando di me o meglio di noi, anche se è difficile parlare in prima persona, almeno singolare , visto che siamo più di me.
 Sinceramente non vedo perchè parlare del palloso Nero e del silenzioso Michelangelo, quando la vera stella sono io .
Si sa, si passa l'adolescenza cercando di essere capiti o cercando comunque di essere più che un numero, di distinguersi.
Poi mi ritrovo glande e rimango perplesso quando c'è questo accalcarsi di anime, che si ritengono affini e affermano di comprendermi, psicoanalisti del nulla, portavoce convinti del "mal comune è mezzo gaudio".
Non che non creda nelle affinità, ne ho incontrate molte e sono tutte dentro al mio cerchio, diciamo che ce ne è un esubero, che sta al di là della circonferenza, che va scremato.
Con mia glande convinzione la mia testa ,notoriamente propensa al peggioramento, si è mantenuta sulla stessa linea, pesantemente polemico, acidamente pungente, vomito la mia verità facendola colare dal mio ghigno, il muro si costruisce da se e non è indifferenza il calpestare gli abituali pianti, dettati da una subdola debolezza e un bisogno di attenzione quasi maniacale.
Ammetto che Nero è più propenso ad ascoltare e riuscirsi a torturare anche di queste versioni di male etereo, ma, non vorrei che si offendesse, ma chissenefrega, è un coglione.

...e fu così che si liberò il vento,
lacerando le fronde coi detriti sbattuti...
....e fu così che frinivano i grilli,
una risata e il silenzio.....


Ecco basta nominarlo, che si crede di dover dire la sua.

Ognuno si costruisce scudi o muri per proteggersi da ciò che teme, dai suoi limiti e da ciò che sa che potrebbe fare male.
Io come scudo ho me stesso e l'esserlo
e lo ammetto
sono
un glande.





Giusto per sfoggiare la mia Cul tura:
è stato ritrovato un manoscritto sconosciuto di Lewis Carroll

Alluce nel paese delle meraviglie


mercoledì 7 ottobre 2015

Il CULO di RUBIK

         Che poi al CUBO diventa rabbia.



Voglio premettere, ovvero stampare un bel puntino sulla i e se è possibile anche uno sotto , che poi se non è possibile spingo, che la mia illustre pazienza o meglio la mia quasi assoluta mancanza di questa virtù, ha fatto in modo che nel corso degli anni il cubo di Rubik non sia mai stato uno dei miei giochi preferiti, meglio definirlo come rompicazzo , che rompicapo.
Però in effetti non è di questo che voglio parlare , oppure si, diciamo che 27 cubetti ben appiccicati che si muovono in varie direzioni per mostrare simmetria e mono tono alle 6 facce da culo, upsss, di cubo , non mi sono mai interessate.

Detto questo , mi sovviene , ma anche conviene, diciamo che, diviene spontaneo il quesito, che pongo a me stesso, riguardante l'utilità di mettere tutte le cose in fila e in ordine perfetto, dare un senso a ogni spigolo, muovere coerentemente sforzi mentali, masse fisiche, interi lassi della propria vita. Sforzi che tendono il diaframma, premono, deprimono, logorano l'aria e assurdamente proiettati nel futuro... 
E detto questo e soprattutto tutto questo, quando basta un solo istante per riportarti a zero, nel momento in cui ogni colore del cubo manda a fanculo l'altro e devi cominciare da adesso e non a progettarti il futuro, ma a viverlo.





E beviamoci sopra , perchè non è fare i conti senza l'oste, è avere sete e firmargli un pagherò , perchè si ha di meglio da fare.





venerdì 4 settembre 2015

Dislessico silenzio

Certo mi sono indignato, quando alla difficoltà di respiro non potevo disporre il mio " ho di meglio da fare".
Cosicchè, ritenendomi ancora tra i fortunati ,che per la prima volta si ritrova in ospedale e non capendo come avevo fatto ad ingoiare una pallina da tennis, ho lasciato che gli eventi non fossero eventuali , ma eventualmente surreali.
No perchè, nel momento che mi hanno steso nudo sul tavolo operatorio , la musica era un ritmatissimo flamenco che avrebbe dovuto richiamare il rosso tra quelle lenzuola svolazzanti che mi coprivano, invece era tutto azzurro.
Steso liquido, senza la sensazione di avere un corpo, tranne che per il peso dei chirurghi su di me, pressanti e laboriosi sulla mia gola, come fossero stesi sulla mia carne . Piccoli pizzicori di anestesia locale, che ti fanno pensare, cavolo appena mi riprendo, chiedo dove si compra sta sostanza, che è una ficata.
Il viso dell'anestesista e i suoi psicadelici occhi azzurri che comparivano tra i bordi dello spazio , per aspirarmi la bocca e sorridere. Solo la coscienza della mia testa, il resto era in un'altra dimensione o forse lo era la mia testa ad esserlo e era libera , salendo .
E poi il vuoto. Anestesia totale.
Non mi ero mai chiesto come si sente qualsiasi prodotto messo sotto vuoto, quando si va ad aprire la confezione e si lascia sfiatare, comunque il mio risveglio ha avuto quella sensazione.
Una sorta di jet lag , mmmmm, si diciamo, come essere stato ad un rave e avere preso l'aereo per tornare a casa.
E tutti ti parlano e ti chiedono, mentre tu cerchi di capire se le orecchie sono sul collo o continuano ad essere ai lati del naso, finchè realizzi, che al lato della pallina da tennis hai un tubo ficcato in gola e in effetti respiri meglio.
E sei in isolamento e ti chiedi " cavolo! come  hanno fatto a saperlo che sono dannatamente infetto?", invece poi scopri dopo giorni che hai sballato gli esami e di infetto non hai nulla.
E viaggi col tuo letto tra gli ambulatori per i vari controlli e quella parte di me adepta al dolore, al suo assorbimento, quella parte che negli ultimi anni, ho nascosto, cercato di chetare per sopravvivere, riemerge e mentre sei nel tunnel della Tac inizi a piangere e alla domanda "che ti succede?" dici "ma è solo una bambina" e loro pensano che, forse è ancora l'effetto  dell'anestesia, che non riguarda loro se sei matto.
Ma continui a piangere e parlare della bambina, poi esci dal laboratorio e senti le grida disperate di una donna e guardi la infermiera e gli dici" vedi è una bambina,cazzo" e lei " no è una donna" e scoprire mentre guardi la tv steso nella tua stanza che sua figlia di 6 anni è stata schiacciata da un cancello e la sua anima ti ha sfiorato all'ospedale.
E i primi giorni fatichi a prendere sonno e quando lo fai, sogni da sveglio e alla fine di ogni sogno la tua immagine è quella di essere una donna, ma non ti senti donna, sai di essere tu.
Dove cazzo sei Oren?
Poi tutto si cheta e si normalizza e dopo 15 giorni steso nudo nella stessa posizione, ti devi alzare.
Ci provi e non stai in piedi.Si avvicinano per aiutarti e mentre ti viene da piangere , torna Oren , bestiale, il ghigno marcato, minaccia chiunque gli si avvicini e consapevole di non avere nulla che non vada nelle gambe, si rialza e si strappa gli aghi delle flebo, così per spregio, per rodere, per rabbia.
E tutto lentamente defluisce e si rinsalda.

E finalmente riprendo il controllo.




E in questo viaggio nella terra di mezzo, nel continuo riaffermare del nulla è per caso, allungo un braccio, perke un B.C. solo non ha senso 

martedì 14 luglio 2015

PeggiOren

Ho smesso da tempo di sforzarmi di dare del mio meglio, risulto goffo e in ogni caso sono inconcludente. Diventa palese, che fare e dare del mio peggio riesca a sfruttare al massimo le mie capacità e dare pessimi risultati ottimali.
Che poi, in effetti conta poco, quando,ti ricongiungi in quell'attimo che tutto placa, che distende i nervi, in cui ti senti parte di ciò che conta, in cui ogni cosa ha un senso . Dove ogni difetto diventa un pregio e ogni debolezza forza.


L'importante adesso è negare o fare finta di non avere detto nulla,tanto si crolla e poi,
chi si ricorda ?


martedì 12 maggio 2015

Polvere e Cenere


Nero

Il fatto è, che a questa altezza, anche se soffri di vertigini, non hai paura a guardare in basso e l'oscillare del vento e dell'acqua non sono dovuti ad un abisso o ad un orrido, che sta sotto i piedi.
È un po come aver chiuso con una botola,un passaggio verso il basso e saltarci sopra per provare che regge.
Non ha bisogno di essere sfidato, già lo hai fatto e ne sei uscito perdente, trovandoti sul fondo a dover decidere se continuare a scavare o trovare la forza di risalire.


La soggettività regna sulle cause ed i motivi, come sui percorsi che portano in questi baratri dal cacofonico buio e  un disarmonico silenzio, così come le reazioni, se ci sono, prendono aspetti fino allora neanche immaginati.
 La fragilità diventa polvere, spazzata dal vento, sabbia inghiottita dall'acqua, rende sordi e ciechi, disintegrando l'istinto.



Però può accadere ,che questa polvere e questa sabbia , diventate ormai cenere, si possano stringere in un pugno, che si allenta, lasciandola scivolare all'interno di un barattolo aperto, che ha confini circolari molto ben definiti, anche se non si vedono, ma si sentono.
Questi avanzi che la fragilità ha prodotto
non hanno protezione e se ce l'hanno, la lasciano scialare, lentamente, scoprendosi, diversi, ma anche no, opposti, ma anche no,lontani, ma anche no, direi necessari.


È difficile di pensare di costruire qualcosa fatto di polvere legata alla sabbia, che si possa sotenere, arginare, spronare, che faccia sentire protetti,

eppure

è sereno.








                                              Oren


Io devo riuscire a capire come fai a liberarti sempre e riuscire a impiastriccare il mio blog con le tue parole, oltre a occuparmi un sacco di Mb e consumarmi l'inchiostro,quando in effetti bastava dire:

Che sia una parola, un bacio, un soffio od un rutto, io ti respiro.

                                         Ohh, ecchecavolo.

mercoledì 8 aprile 2015

Piccolo e innocente





Sarà che guardando indietro non trovo rimpianti, non sento rimorso,sarà che ho la consapevolezza che tanto nulla adesso si può cambiare di quello che e' già stato,col senno di poi affronto alcune situazioni in modo differente, ma quelle presenti,quelle remote, quelle appene passate,che non possedevano il senno di poi,le rifarei nella stessa maniera,sommando a questo la mia istintività ,beh..

Tutto questo per dire che  sogghigno , anche se rimango perplesso, a questo bisogno di comprarsi la santità, di nascondere i propri "peccati" se peccati sono, per farsi portatori di sani principi, che sanno di falsità e neppure velata.
Mi chiedo se e' veramente possibile riuscire a dimenticarsi del proprio passato, non farne uso per estendere la propria comprensione o solamente è un atteggiamento protettivo o peggio, ipocrita, che fa pescare dai ricordi solo quelle immagini sorridenti e che comunque nasconde o corrompe , quelle per cui non si e' capaci di giudicarsi e nello stesso essere giudicati.
Per quanto mi riguarda il mio tribunale e' stato ed è sempre aperto, vi si sviluppano processi, ricorsi e pure il giudizio, che do a me stesso in cassazione, non è assoluto.
Non sento il bisogno di riscattare la mia santità e neppure ho l'intenzione di essere santo.

In effetti la parola santo ad indicare me , stride abbastanza e se vogliamo anche l'essere innocente con cui gioco spesso,per enfatizzare , la consapevolezza di non esserlo per nulla.
Anche se , sarà perchè sono di parte,sarà perchè comunque il mio giudizio di me stesso e' sempre atroce e fa da scintilla alla mia iperattività mentale,trovo la mia innocenza nell'accettazzione di come sono.


Ma questo sono io e non è ciò che mi colpisce, che mi fa sgranare gli occhi e scoperchiare i denti ghignando.E' il continuo aggrapparsi buffamente agli specchi dell'altra parte e non tanto in un ormai esausto enunciamento di santità, quanto alla dottrina che questa vuole divulgare,cancellando ogni qualsiasi tipo di soddisfazione , su una pagina bianca, propensa ad essere scritta, ad essere macchiata e perchè no , ad essere pure stropicciata e strappata.
L'occlusione mentale provoca un allontanamento da quella che poi dovrebbe essere la fiducia e nel maggiore dei casi si trasforma in silenzio, nella mancata condivisione dei propri desideri, dei propri atti e sicuramente quella dell'abbandono finale e sospirato.
La paura del rivedere su altri i propri errori , cancella quella comprensione, quella sagacia, quel ramo della saggezza che dovrebbe incidere sulla storia di ognuno ,il fatto che le parole rimangono tali ed e' la pratica, che insegna, sia questa giusta, sia questa sbagliata.
La coscenza di un foglio bianco possiede già quelli che sono i principi  di valori inopinabili e su questi si sviluppano le scelte di rispettarli o meno e chiaramente le conseguenze che questi portano.
Tutto il resto e' un grande luna park e non ha senso a colorarlo , a descriverlo ed anche a mostrarlo se si impedisce poi di salire sulle giostre.
Mi rendo conto che c'è chi , come me, non cresce mai o semplicemente fa crescere la voglia di non fermarsi e non accontentarsi, con se stesso e c'è chi invece si ferma e c'è chi ,ancora peggio, è nato vecchio.
Nel mio innocentissimo ghignare mi chiedevo no?

Ma la porca impedisce al porcellino di nascere, di crescere , di vivivere, perchè sa che sarà sulla tavola a Natale?
Concludo dicendo che , chiaramente tranne nei casi in cui necessita, condurre una vita a dieta per morire sani,non e' nelle mie intenzioni ne lo e' mai stato, ne tanto meno la consiglio.


E comunque devo amettere Nero, che scrivere i post insieme a te e' veramente piacevole, soprattutto quando






giovedì 19 marzo 2015

BLU


È in quell'esatto momento, in cui tutto si tinge di blu, che cala il silenzio assordante e ci si sente sospesi a galleggiare tra pressanti emozioni, come gocce dense che colano verso il basso contornando le pieghe della pelle, che mettono a nudo la fragilità di pensieri, fino ad allora sconosciuti o forse solamente archiviati.

Tace quella lunga fila di formiche,mentre il canto dei grilli è in ascolto della propria voce e sciami di vespe solite a dispensare punture, che lasciano il segno, sembrano riposare .


Vibrano le foglie al vento, stringendo i loro lembi attorno ai rami per quietare la tormenta,unico spiraglio che le lascia frusciare.

E ogni immagine si specchia, in qualcosa di nuovo, che c'e' sempre stato, nascosto tra le fronde di ciò che si stenta a riconoscere, unito al desiderio di rimanerci attaccato.
Scorre la linfa tortuosa , sospirando il suono, quasi trattenuto, per essere rilasciato , per scandire quel silenzio in poche note di contorti pentagrammi.
Si distende come l'ombra del calare del sole
per essere suonato.

martedì 3 marzo 2015

Movimento Reumatico




Il brusio assordante di voci, che riempiva l'aula , si spense quando entrò il professore. Alzò lo sguardo per osservare velocemente i partecipanti alla lezione, questa accozzaglia di capelli sparsi , trucchi, piercing e colori, che aspettavano il suo pronunciare.Si sedette sul bordo della cattedra e così cominciò:

Ragazzi , oggi andremo a trattare di un movimento artistico , la cui ipotetica affermazione si conferma con la sua negazione.
Una specie di ribellione ai dogmi, ai modelli imposti, al senso comune , ai fallimenti, ai tagli e al prescindere , che avevano caraterizzato i movimenti e le ideologie precedenti, causando l'erigere di scudi, le cadute libere, le corse verso qualcosa di indefinito e senza sostanza.
Un disgregare dei modelli imposti,convenzionali,l'aprirsi alla fantasia e alla concezione di emotività, non come fragilità , ma solo come ricettacolo delle sensazioni e delle emozioni stesse e il suo sviluppo.Il placare la forza e il graffiare del pathos con la negazione dell'esistenza dello stesso.
Ê l'infiammarsi dell'anima , il suo diffondersi su ogni organo , che la rende appunto reumatica e da qui il nome di questo movimento artistico come Reumatico.

Bene. Se avete domande da fare, ponetele a voi stessi.

I maggiori esponenti di questo movimento, furono letterati, pittori e musicisti, che esibivano le loro opere in salotti, in camere da letto, in cucina, esponendo in mostre di rimostranze dimostrate a non mostrare ciò che in realtà si può sentire.

Come non citare:


Alicia Emily  Bronte.La sua tortuosità emotiva, che incartava su carta l'aggrovigliarsi della sua anima, delle sue paure, il perdersi nei labirinti delle proprie emozioni ,nella sua espressività fisica e metabolizzazzione silenziosa di ciò che sentiva a volte più grande di lei, a volte sconosciuto , altre naturalmente rigettato per autoproteggersi.
Famosa la sua:
Io sono l'unica il cui destino
lingua non indaga, occhio non piange;
non ho mai causato un cupo pensiero,
né un sorriso di gioia, da quando sono nata.

Tra piaceri segreti e lacrime segrete,
questa mutevole vita mi è sfuggita,
dopo diciott'anni ancora così solitaria
come nel giorno della mia nascita.

E vi furono tempi che non posso nascondere,
tempi in cui tutto ciò era terribile,
quando la mia triste anima perse il suo orgoglio
e desiderò qualcuno che l'amasse.

Ma ciò apparteneva ai primi ardori
di sentimenti poi repressi dal dolore;
e sono morti da così lungo tempo
che stento a credere siano mai esistiti 

Prima si dissolse la speranza giovanile,
poi svanì l'arcobaleno della fantasia;
infine l'esperienza mi insegnò che mai
crebbe in un cuore mortale la verità.

Era già amaro pensare che l'umanità
fosse insincera, sterile, servile;
ma peggio fu fidarmi della mia mente
e trovarvi la stessa corruzione.
o :


 Pablo NerOne controverso scrittore della natura degli eventi, specchio di ossidiana di difficile penetrazione , traduttore del suono del silenzio, scultore del dolore su se stesso.
Tra le sue opere più famose basti ricordare "Anche i grilli nel loro piccolo sognano di essere Beatles" o "Sui tetti tra le nuvole della cantina".

Tra gli altri troviamo:


iRene Calcoli, con la sua metodica falsa matematica.Artista maliziosa,poliedrica,BETA tester di fama e di fame internazionale,scema al punto giusto e abile manipolatrice. Il suo corretto uso delle forbici lasciò a noi, spaccati delle sue opere più famose, come il romanzo "Ti puzza l'alito" o la tela che verrà esposta nel prossimo Expo di Milano intitolata "Se ti mordo non e' perchè mi ricordi, ma perchè devo andare" e la non meno nota statua del "Mestolo sulla testa".

Come dimenticarsi di


Orengon, artista materiale dai colori indefiniti,dal tratto sicuro di se.Sviluppò le sue opere nei bassifondi umidi e grondanti,in continuo movimento sia fisico che mentale e totalmente incauto nell'esporre i suoi lavori,indifferente alle reazioni dell'ipotetico pubblico ci lasciò opere del calibro della tela "Cazzo guardi?" o "L'inferno mi calza a pennello".

E per finire una coppia di artisti:


Mafalda Box e Michè Venus, artisti corporei del movimento, svilupparono molte idee e progetti, che però rimasero nella loro colazione privata,divagatori artistici e elastici, si persero nei loro studi approfonditi sulla natura umana e sino a tuttoggi , possiamo godere e ci mancherebbe,lo facciamo ,delle uniche due opere che ci hanno lasciato. Il romanzo breve "Muoviti!" e la scultura che si trova esposta su di un memoform nella loro casa.
"Ho di meglio da fare"


Drinnnnnnnnn,drinnnnnnnnnnnnnnnn.

Bene ragazzi la lezione per oggi è finita,chiaramente,
dimenticate tutto.

venerdì 20 febbraio 2015

ODIO DI SCEMI

Sorvolando sul marchio mediterraneo dell'odio d'oliva,vorrei esaminare l'uso e la produzione di odio di scemi, che poi trova riscontro nella molteplicità dei suoi impieghi a seconda delle proprietà e delle peculiarità dei scemi stessi.

Certo non mi spalmerò nelle grandi varietà di scemi da cui si può estrarre l'olio, ma mi accentrerò più su un prodotto di nicchia, per una cerchia molto ristretta.

Gli scemi in questione sono derivanti da un terreno ,che sembra arido alla vista, ma che, spogliato della superfice, diventa fertile.

Un terreno allo sbando, formato da molti elementi, che mani sapienti possono modellare naturalmente e nonostante l'iniziale rigetto e la continua negazione di essere parte di un tutto, gli scemi attecchiscono e cominciano a germogliare, insinuandosi nei labirinti , sui quali si aggrappano, arginando i possibili smottamenti. Cresce così una pianta anomala, che attorcigliata nel suo stelo portante, da vita a sei scemi differenti, che però riescono a convivere sullo stesso ceppo, come impalati dalla propria volontà e dall'istintiva e naturale accettazzione.

La pianta cresce tra risate, scherzi, alternarsi di stagioni burrose e altre più piovose, metabolizzando lentamente l'essenza del terreno che la alimenta.

Raggiunta la maturazione gli scemi devono essere lavati, puliti.


Dopo questa fase si passa alla loro sgusciatura o depellicolazione, chiaramente la decorticazione e' avvenuta nel tempo.


Questo passaggio della lavorazione piace molto, è una scoperta, una ricerca, un adattarsi di forme e di pieghe e perchè negarlo, uno scemo a nudo può essere uno spettacolo.

È così che gli scemi spogliati degli inutili pellami che li avvolgevano ,si avvicinano e prendono consapevolezza del proprio essere e sfregando una sull'altro vengono poi macinati o pressati, esaltando cosi il loro contenuto lipidico o forse in questo preciso caso libidico.


Questo processo è molto lento e trasportato dall'istintività, il prodotto ottenuto, scivola sui corpi degli scemi, colando dall'alto verso il basso, rendendoli lucidi e scivolosi, si surriscalda e aumenta la temperatura che si innalzerà sino a raggiungere il culmine nel cosidetto punto di fumo.


Qualsiasi odio ottenuto dagli scemi andrebbe poi rettificato, ma lasciando questa fase all'intimità degli scemi stessi, direi che il nostro prodotto, mischiato
è pronto per essere servito




lunedì 9 febbraio 2015

Intolleranza Elastica


Etimologicamente parlando elastico deriva dal latino elasticus e dal greco elao=elauno fut. elaso dal significato di stimolare,spingere oppure allargare distendere. Elastes, che spinge , che da impulso.
L'essere elastico consiste nel reagire alle deformazioni e alle forze subite senza rompersi,tendendo a recuperare la forma originaria.

Fin qua nulla di insolito,è sul suo significato , che qualcosa mi colpisce, ovvero:
che tende ad assumere la forza iniziale quando cessa l'azione delle forze che lo deformano ; agile, pronto ;adattabile.

Ammetto di essere disordinato in tante cose, un casinista, ma per alcune sono davvero pignolo.
Certo se trasporto il mio essere elastico su certe armonie, beh 
tutto diventa un gioco, un complesso di idee e di programmi istintivi e di improvvisazione armonica.

Ma non e' ciò, seppure facendone parte, che macchierà questo post.
L'elasticità prende forma nella voglia di conoscere, nel desiderio di capire e nella necessità di comprendere.Certo anche nell'accettazione di essere soggetto e nel continuo rigetto della globalizzazione, dell'oggettivismo, di quei tanti fari che si impongono in oceani di aridità.
La natura mi ha dotato di dita storte, incapaci di essere puntate direttamente su un ipotetico obiettivo.

Scivolando e cambiando forma nelle tortuose rigidità dei dogmi, nella staticità del senso comune, rigettandone le regole,facendone delle mie,tralasciando i sospesi,goloso del sapere e di tutte le sue sfacettature,non quello della vetrina, ma quello del ripostiglio, incontro un'incongruenza nel mio essere elastico che cozza con la mia intolleranza.
Nessuno è perfetto e non ci tengo manco ad esserlo, ma la mia intolleranza ha una base, che e' la stupidità e non quella occasionale, ma quella ripetuta, quella accettata,quella usata come scusa, quella frignona.
È a questo punto che l'elastico si tende e se lasciato in pace, riprende la sua forma originaria e se stimolato,beh,
diventa fionda.











giovedì 15 gennaio 2015

Afraid to make a single sound




E adesso, che tutti i nodi vengono al pettine , è giunto il momento di tagliarsi i capelli,per non lasciare che la rabbia abbia il sopravvento e non faccia altro che sradicare ciocche e lasciare chiazze vuote che non si riempirebbero più.
L'affermarsi, il rendersi soggettivi è una cosa naturale, come una matita che accentua i contorni, rendendoli netti.
Rimanere seduti, attenti davanti ad uno specchio,mentre le forbici modellano e scalano, pronti a raccogliere la caduta del pelo senza modificarne la forma.
Così ti ritrovi importante, anche se sai di esserlo sempre stato e scopri che tutte quelle figure con cui sei stato rappresentato, non hanno fatto altro che alzare un muro , di cui ne sei parte, ma che non ti divide da nessuno.







Cause anytime thinghs went wrong








Quante forme indisinte che ha un NO demotivato, lanciato nell'aria a prescindere dal perchè, nascondendosi dietro false santità, di cui a volte ti vesti,ma che poi si scontrano con la realtà , col tuo passato,come se le tue esperienze fossero state messe in un piano superiore solo per te e non vuoi che, chi generi, le debba seguire, ne manco avvicinarsi e un No diventa la unica risposta che sei capace di dare, per non smascherare la tua cruda realtà, come se la purezza , per quanto sbagliata, fosse un danno .
Quella negazione che non aiuta a capire, che ti impedisce di saper ascoltare, che occlude la libertà , facendola diventare regola del dovere, non fa che fomentare la rabbia, che anelare l'evasione e l'autolesionismo.
E' così che ci si ritrova una capigliatura completamente spettinata, dove i capelli non hanno un verso, dove le ciocche non hanno un colore ben definito e si annaspa nella mancanza di punti riferimento, nel compatimento delle perentoreità di una santa e nella rabbia della deformazione di un diavolo.
Nella deviazone delle colpe lontane da se stessi, rigettate sempre su altri, povere vittime, dell'abbandono, dell'attenzione, del
manierismo e degli eventi.
Il sentirsi bloccare ogni passo, ogni incontro, ogni conoscenza con un no , fa chiudere, la comunicazione, crescere la menzogna ,crea passaggi segreti per stanze che si vogliono conoscere, che comunque ci fanno crescere.
Il dimenticarsi di come eravamo, di cosa facevamo e l'incolparci di quello che siamo diventati non e' una giusta causa per abbandonare la comprensione.


What i really wanna say is,is there anyone else who can relate to my story?
Bet you feel the same way i felt ,when i was in the same place you are when i was afraid to..




17 anni non son un'età per pretendere di essere adulti, non scusano gli errori, ma li richiedono.
Gli scontri genitori figli fanno parte della razza umana e si ripetono costantemente nel tempo, al cambiare delle generazioni, del ruolo. La paura è umana e il conservatorismo fa parte dell'uomo , ogni progresso, ogni cambiamento generazionale ,viene visto come qualcosa di sabbatico, quando in realtà cambiano solo le tinte, cambiano i tempi e i mezzi, ma fondamentalmente non cambia nulla.
C'e' chi pretende che i figli coprano i propri stessi passi, c'e' chi vuole che non li calpestino mai,c'e' chi pretende che diventino quello che i genitori vogliono che siano e spesso poi si chiudono nella comprensione, per ignoranza, per paura, per apprensività , per l'assurda paura dell'apparire agli altri.
Mio figlio e' diverso è qualche cosa che crea terrore.


Run out of excuses with every word.







Non è vero che ogni cosa che si fa è giusta, come non è vero che ogni cosa che si fa è sbagliata e l'errore più grande e' quello di sporcare le soddisfazioni con i ma, chiudersi e soprattutto chiudere le porte , con l'ignoranza, con l'incapacità di saper ascoltare,eleggendosi come giudici severi di casi non analizzati, con testimonianze vagheggianti di terzi ,che non fanno parte del cerchio, che dovrebbe essere impenetrabile.








For all the times i let you put me around and push me down







Sono stato accusato di essere troppo amico per essere padre, come se esistesse un libretto di istruzioni oggettivo , che determina le regole da seguire sul soggettivo.Le dita puntate continuano  a scivolare e a venire spazzate dal vento,so di essere capace di ascoltare, dell'avere bisogno di farlo, so di non essere accondiscendente, ma so come sono e come sono sempre stato.Faccio solo quello che voglio e non per questo non ascolto consigli e non guardo alle luci che vengono accese nei vicoli scuri che ho voglia di pestare.
Sono fermamente convinto ,che insegnare a volare non sia il biogno primario,ogni persona e' giusto che si formi in basi ai propi gusti, alle proprie voglie, ai propri interessi e impara dagli errori che intercorrono nel volo,
mi piace stare ad osservere, anche se a volte fa male ,il librarsi della crescita.
Però diventa assoluto esserci quando si cade.






Afraid to make a single sound.