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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

giovedì 24 giugno 2010

Mi stupisce ancora il fatto di sentirmi al di sopra di ciò che mi sta intorno,
di ritrovare a proporre me stesso,con tutti i miei difetti senza nascondere il mio essere dietro a maschere di convenienza,
di assurda compassione,navigando nella responsabilità che ho deciso di trasportare con me,che ho fatto mia.
Eppure piangere e compiangersi è veramente dilagante e sinceramente ormai la mia indifferenza ha avuto il sopravventom
non mi ha accecato,
ma trovo difficoltà nel tentativo di rapportarmi con ciò che non mi piace,
ciò di cui non degno fiducia,
ciò che tanti nascondono dietro la propria verità,
incapaci di un minimo di obiettività,
nascondendolo in assurdo egoismo sforzato,
anche se colorato da lacrime,
da richiami di pietà,
adducendo all'incomprensione le colpe,
quando in realtà spesso non si comprende se stessi e si cerca di ottenere solo ciò che si vuole.
Questo non lo ritengo negativo,ma aborro il fatto che si neghi.
Essere coerenti completamente è difficilissimo,
io sicuramente non lo sono,
ma cerco di tenere una coerenza con la mia persona.
Purtroppo tra i miei difetti c'è quello di chiudere,
non immediatamente,
ma quando arrivo a farlo,la chiusura è totale e le paole rimangono in me stesso,
non accetto e non do sconti
e non ritenendomi particolarmente intelligente,
so che posso giungere da solo alla comprensione dei miei errori,
non vedo perchè non possano farlo gli altri.


Certo non mi preoccupa poi il fatto di essere additato come differente,
come diverso,
come sbagliato.
C'è chi mi ama come sono e questo direi che non è poco,
Sognare di riuscire a trovare una persona che riesca a condividere con te ogni cosa con cui è possibile avere la massima comprensione è non un obiettivo,ma comunque un sano desiderio.
Tante volte ho pensato di esserci riuscito.
E' vero,
tante volte non ci ho neanche pensato e ho preso ciò che mi interessava da chi avevo vicino.
Ma ora non lo sogno più,
lo vivo.

E' bello dormire con un morto che è vivo,
il corpo racchiude soltanto ciò che non morirà mai
ed è per sempre.

lunedì 21 giugno 2010

Su quella linea che separa il giorno dalla notte,
il vento scende lambendo la pelle,
tracciando scie con la lingua sul rossore lasciato dai denti.
Le dita corrono lungo le cicatrici,
il respiro sparisce ad istanti,
il piacere cavalca lo stomaco.
Lo imprigiona.
Lo stringe.
Lo allarga.
Scivola prepotente,
riempiendo le pieghe.
Ti aggrappi con le unghie alla mia pelle,
la laceri cercando la rabbia,
quella che governo,
lasciandola andare
e facendoti mia.

sabato 19 giugno 2010

Ora scende la pietra lungo la lama,
stridente suono d'acciaio,
mentre junior,
in silenzio,
al buio di un cassetto,
attende con me il momento di sferrare il colpo,
che lacererà le malEdizioni
e con loro ogni fastidioso suono.
Lingua parlata,
lingua incompresa,
lama tagliente.

mercoledì 2 giugno 2010


Spesso si enfatizza troppo quello che non si conosce,
lo si romanza,
si cerca di renderlo piacevole,
romantico,
avvolto dal mistero,
certamente da quella parte che ancora non si conosce,
di cui non si ha la coscienza,
anche se la consapevolezza avanza.
Silenziosamente,
uno strano silenzio,
che silenzio non è,
sento muovere lontano occhi che continuano ad osservare,
mani che vorrebbero allungarsi,
voci nascoste dietro simboli di MalEdizione,
che no riescono a penetrare.
Gli occhi dei nostri guardiani si perdono nel profondo,
dando il senso dell'eterno,
dell'infinito
e spesso la fiamma che tremula cerca di spegnersi,
per celare la vista di ciò che sentiamo.
Alla non paura si è unita la sensibilità suprema,
quella che non va per tentativi,
certa del proprio sapere.
Vorrei che mi appartenesse,
la cerco tra il peli vibranti delle fusa dei gatti.
Anche il nostro compagno,
il nostro alleato,
teme la loro presenza
e ogni ombra ormai indietreggia ad ogni nostro passo,
guardinga,
piena di rabbia,
di insignificante quasi impotenza.
Allargo le mani muovendo i passi,
trasformandomi da preda ad inseguitore.
Ancora parole di un linguaggio sconosciuto dalla mia bocca.
I sogni uniche strade su cui incontrarsi,
ma si cancella la memoria.
Sento che qualcosa di grosso è in atto,
ma è nascosto e lontano,
anche se pesa sul pensiero.