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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

sabato 31 gennaio 2009


La mia mente non fa altro che elaborare i dati che contiene,le informazioni ricevute,ma non scatta mai per prima.Ciò che risulta dominante nella mia materialità,nel mio essere animale è l'istinto.
Riuscire a staccare per un invisibile istante tutto,fermare i suoni nel silenzio,gli odori nascosti,i sapori velati e il concentrarsi su quello che può essere il fremito dal rumore devastante di un battito d'ali di una farfalla,e raccogliere nel vento la sensazione.
E l'orecchio che pare sornione in quel momento si rizza attento e coglie ogni piccolo rumore accompagnato dal fischio del respiro lungo la trachea e dal battito del cuore che rimbomba nel torace,gli occhi puntano o nella direzione di ciò che si cerca o nel vuoto ralentando lo sbattere di palpebre e girando le pupille alla ricerca di ciò che l'istinto ha svegliato,le labbra ferme tendono a risecchirsi e la peluria quasi invisibile sule spalle diventa irta per dare sensibilità a ciò che non si riesce a vedere dietro.
E la mente elabora confrontando tra le sue informazioni,tutti quei sentori che le ricordano simili esperienze o cerca appunto similitudini in ciò che sente.E il sangue rallenta,i muscoli tesi pronti a scattare la sensazione innata che non pone se e ma,ma buono o cattivo,tranquillo o in attesa.
L'istinto mi domina da sempre,affinato,senza il bisogno del cosidetto "a pelle ",tutte le cicatrici del passato vengono come accarezzate per risvegliarle un istante e confrontare se quello che percepisco in quel momento può far parte di loro.Come se sono nel mio bosco e sento il rumore di un ramo spezzato,il suono mi comunica la possibilità di lasciare la cosa ad una folata di vento,o al passaggio di un animale o alla presenza di qualcosa che si cela nascosta e mi sta osservando.Allora i sensi diventano recettori di altre informazioni per farmi capire l'entità di ciò che accade.Un silenzio anomalo,il fischiare del vento che cambia,un battito d'ali improvviso o rumore di movimento sulle foglie cadute.
Ma fuori dal bosco,l'istinto rimane e spesso riconosce i contorni sfumati di maschere in commedie che perdono da subito la loro spettacolarità e nel dileguarsi ritrovo la calma,nel persistere scatena la rabbia.
E a volte le dolci parole,sebbene ben truccate non lasciano segno dentro di me,passando come pioggia e raccogliendosi ai miei piedi.
Altre entrano e l'odorato si affina per caprpire quel profumo che fa scorrere veloce il mio sangue,quel sapore che addolcisce la bocca facendola grondare di gocce di desiderio.

Allora l'istinto non si accheta,ma solamente si rasserena e lascia a riposare le sue inutili difese.
Ma il pelo rimane o liscio o arruffato,il lupo non lo perde

il disegno della Luna


Mi hanno regalato un disegno della Luna.
Me lo ha donato una bambina.
Ha detto che ne ho bisogno.
Ha disegnato la parte oscura della Luna.
Mi ha commosso.
Non è un caso.
Nulla lo è.



Ho acchiappato un sogno.
Più di uno.
Tutti.
Ma i sogni sono i mei.
Gli stessi tuoi.

Eppure dall'altra parte della Luna ora c'è luce.
Lentamente si scioglie la nera armatura
di Nero_Catrame.

La madre mi ha donato il Sole
sa che ne ho bisogno
in un sereno equilibrio tra buio e luce
ora posso vedere
e tutto è pace.

venerdì 30 gennaio 2009

Io Voglio che parte del mio Destino finisca sulla tua Pelle

Nel silenzio di tre puntini,con un mondo intorno,viaggiano parole,pensieri,desideri.Un tocco. l'affinità che ci lega,la spontaneità di ogni cosa,senza bisogno di chiedere,di sperare,di temere e le parole escono a completare ciò che dici e i pensieri si ritrovano su di una stessa linea e i sogni si trasormano nella realtà di ciò che avviene.


Ancora un tocco e ciò che non si è mai detto,che si è sempre tenuto nascosto trova sfogo nella reale comprensione,nel sentirsi liberi di raccontarsi,di confessare i propri desideri senza essere giudicati.E trovano sfogo le continue risate,le lacrime di dolori passati,la voglia di condividere ogni piccolo passo,per capirsi,per crescere e per rendersi conto di ciò che ci ha guidato fino a quuel patto.Fiducia.


E poi ancora un altro e Un laberinto sin salida donde el miedo se convierte en amor.Allora ci si lascia andare completamente e si entra una dentro l'altro,senza più timori,ma una continua scoperta quotidiana di qualcosa,che cresce,che stupisce nella sua scorrevolezza,fluida come quella del sangue da bere alla fonte.E a quel punto il tocco si fa forte,diventa caldo ed accogliente,si rincorre tra follia e razionalità,nella consapevolezza del rispetto.Nascono progetti mai provati,nasce l'aspettativa che si credeva di avere perduto eppure come per magia sarà( ).
E si sta bene."E' tutto meraviglioso,lecito,tranquillo."Si sta bene nelle mani di uno e dell'altro,negli occhi,nelle parole,nei discorsi.E la presenza diventa respiro di vita e nasce la smania,ma in una serenità innata,non forzata da nulla che permane e trova forza rinnovabile in ogni istante.Cresce dentro i desideri più semplici,i piccoli gesti quotidiani di due anime dannate che finalmente hanno qualcuno sulla stessa sponda.E insieme si gioca uno contro l'altro e insieme si affronta il resto.Condivisione totale di ogni respiro,comprensione di ogni pensiero.
Come il tocco dell'acqua che scioglie soave il nero esterno,quello scudo che tutto aveva precluso,scivolando sulle cicatrici senza farle bruciare.E insieme alla smania di un tocco,nasce la nostalgia del bisogno di farlo,la lontananza si avvicina,attratti come calamite all'unione,ad un semplice bacio volteggiando nell'aria e perdendo la cognixione dl tempo che sembra sogno,ma è reale.

E diventa "Io voglio che parte del mio Destino finisca sulla tua pelle"

Io voglio.

Sarà( )

Touch me

mercoledì 28 gennaio 2009

we're are in this together


Sembra strano parlare serenamente anche dell'asfalto,della mia anima,del mio sangue, nonostante continui a stridere ad urlare,a rigettare fotografie di vita al di là dell'indifferenza,dell'interesse generale.Sembra strano si,ma ho trovato la musica per accompagnarlo,per fare da ambiente al mio bosco.


Da sempre attratto dal dolore,dalla scoperta dei perchè,mi sono consumato gli artigli nel graffiare il catrame,inseguendo la ragione,sbattendo contro muri più grandi di me,ma sempre rialzandomi e tornando a provarci.Eppure anime vaganti spesso nel buio della notte si incontrano e le orecchie sono tese ai rumori e morbidi guanciali alle parole della sofferenza,di persone della casta dei disadattati,dei non capiti,di coloro che hanno un motivo per soffrire e non seghe mentali da dipanare.Vagano ma non cercano mete,non si danno più aspettative,passano dall'essere additati come fenomeni da baraccone a dimenticati dal mondo.E sciorinano le loro storie,a volte senza ormai interesse,altre impauriti dall'effetto provocante,altre ancora nascoste nelle loro ferite di lame che tagliano profonde.
Ma ascoltare aiuta,insegna,libera e lenisce.Ti fa capire come è facile a volte giudicare,senza cognizione di ruolo e neppure di causa,quante attenuanti da lo svolgersi della vita e dei suoi istanti.Queste anime spesso non cercano alibi,ne danno colpe,ma soffrono della pena che già si sono imputata da soli e la solitudine alberga e sfocia nella ricerca a volte o nell'isolamento altre.

Come il respiro che entra da un'ancia amorevolmente curata di un sassofono e le dita premono i tasti sull'ottone fredddo che si scalda al vibrare del suono.E ascolto,come già lo sapessi,ma quel suono mi trasporta,lo amo e sogno che ritorni quel sospiro che lo alimenta.Perchè non sono l'unico che ha leccato l'asfalto ed è consapevole del suo sapore,perchè ogni sapore voglio condividerlo

We're in this toghether ...

lunedì 26 gennaio 2009

A volte ci si trova davanti a muri che sembrano insuperabili,si teme di dire,ci si sente diversi dal comune e si ha paura di esprimere se stessi,i propri desideri,le proprie voglie.Si teme un rifiuto, una fuga davanti alle proprie richieste,ai propri bisogni.Ci si chiude,ci si allontana dalle dita che indicano,dai facili giudizi di chi non capisce.Si smette di parlare,di comunicare nella consapevolezza di venire elusi nella comprensione,e nella delusione di non essere in due a vivere ogni momento che sia materiale o spirituale.

E non è più quel silenzio parlante che spesso fa bene,in cui ci si rifugia per pensare,per prendere coscienza di se.Ma il nulla.La continua usualità di qualcosa che si protrae limitata dal bastante per uno.E la voglia di comunicare di trovare un confronto,ai propri pensieri,al proprio carattere,ai propri desideri,al proprio passato, cerca sfogo al di fuori di un rapporto latente,magari sicuro,ma non bastante,perchè non soddisfacente.




Si da il via ad un meccanismo diverso vissuto lontano da quello che è una condivisione,comunque impossibile, con chi in teoria bisognerebbe avere.E si vaga alla ricerca di risposte che non trovi sicuramente in chiunque,e si protrae il tragitto finchè non si trovano affinità o sfoghi lontano da casa che comunque accendono l'anima,facendola uscire allo scoperto,a volte in parte altre completamente,comunque sempre alla ricerca di se stessi,di sapere che non si è soli,che qualcuno può capirci e condividere con noi qualcosa che fino adesso abbiamo sepellito perchè ritenuto inutile o non confacente.
Accade poi,e questo non è per forza una regola,ma potrebbe darsi che,nel nostro nuovo viaggio si cominci a sentirsi più legati alla soddisfazione dei propri bisogni trovati in una o più persone e continuare l'allontanamento da ciò che poi continua nella sua usuale incomprensione,e scendere profondamente in relazioni giudicate scomode,ma sicuramente più gratificanti al proprio io.
Quando poi l'affinità si scopre inconfutabile,e i desideri combaciano,e si incontrano in maniera trasparente,senza falsità d'immagine o di riflesso,quando lo scambio di corpi è pura simbiosi,quando le parole sembrano dette sempre da se stessi mentre è l'altra parte che parla,quando ciò che desideri viene soddisfatto senza richieste e il tempo trascorre veloce nella sua fluidità,quando le tue paure si sgretolano e le puoi comunicare senza sentirle tali,quando l'euforia sale,come la tranquillità,la rilassatezza e ti senti completato e riesci a parlare di tutto e "di più bello ci sono solo le tue mani",che dire

Sarà( ) ma accade.

BREATHE

Mi manca il mio bosco,
ma non lo riesco a raggiungere,
sommerso dalla neve in questi giorni.
E allora lascio che lui venga a me,ne ho bisogno,anche se non è per sfogare la mia rabbia,per lasciar correre la mia pazzia.
Ma nel bosco spesso trovo le risposte,a volte magari basta solo lo spezzarsi di un ramo o l'armonioso scorrere dell'acqua a valle,unico suono nel silenzio.

Anche perchè qualcosa è cambiato,non sono più il solo che dentro vi può entrare.Ma qualcosa di forte,un' ombra blocca il respiro.

Basta uno sguardo a Sud per l'incontro,un solo pensiero dentro di me,una carezza al mio viso per sentire il suo.Eppure bussa ancora alla porta per entrare tra i tronchi del mio regno,ma non ha più paura.
Eppure sento l'affanno,l'ombra che preme che toglie il respiro.
Io, che tra questi rami ho cavalcato i miei demoni fino a renderli docili ,fatico a riconoscere questo.Forse non è un demone,forse è solo natura,ma il mio scudo si alza a proteggere,il mio orecchio si affina ad udire,il mio fiuto ne sente l'odore.In mia presenza ha quasi paura,infatti non toglie il respiro e il dsiderio allieta il nostro incontro.




Ora lupo silenzioso ascolto il silenzio,le parole del vento,il gocciolare della foglie,il suono della neve che ghiaccia,la fresca caduta della cascata.Non un movimento,ma solo sensazioni,rabbia,odio,gelosia e rancore.
Lei è ferma dietro di me,fatica a camminare,scudo su di lei lascio penetrare questa forza dentro di me.

Sento che il vento si alza e comincia a soffiare,fischi scuotono l'incontro di rami,polvere di neve sbatte i nostri visi e lentamente comincia a respirare mentre la forza comincia a svanire.
E un soffio di vento,un respiro attraversa le sue labbra,sembra un sogno ma è ciò che sogno.

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay 'fore me
To see to make me breathe

Breathe your honesty
Breathe your innocence to me
Breathe your word and set me free
Breathe to make me breathe

domenica 25 gennaio 2009

il solitario


Nero_Catrame stanotte non tiene banco.Si limita a sfogliare le carte in un solitario.Perchè non ha voglia di sfide.
Ascolta lo schiocco del mazzo e il fruscio leggero con cui appoggia sul tavolo le figure che compaiono tra le sue mani.
E non a caso,perchè il caso non esiste,si rende conto di come le carte si incastrino a volte facilmente nell'intricato gioco.
A volte finisce le carte del mazzo,altre rimane con le carte in mano.
E allora pensa che ci sono momenti in cui il gioco fila liscio,e tutto sembra facile,ma proprio all'ultima carta ci si accorge che il solitario non è completato.
Ma questo è un solitario,non si gioca in due,quando la complicità ti unisce e qualcosa nasce e le parole sembrano trovare comprensione,ma alla fine ti accorgi che è solo uno che parla e l'altro non fa che dargli ragione.E magari si crea un vestito che gli possa somigliare,magari affascinato dall'altro si cerca di piacergli con quello che a lui aggrada.
A volte ci si perde dentro quel vorrei essere come te senza dirlo.E si continua nella finzione senza capire che si danno aspettative,che comunque si è in due a crederci sino a quel momento.
Poi arriva il carpe diem,l'attimo fuggente in cui dovresti cogliere il frutto del tuo percorso ed allora più che mai devi essere in due senza scuse,senza paura ad accettare ciò che è o ciò che hai pensato che fosse sino a quel momento.
Succede che quel momento si perda,che uno dei due rinunci,che non si senta pronto,che non si senta disposto a giocarsi tutto se stesso,che tralasci i particolari della maschera che si era costruito sino a quel momento per piacere.
E tutto più o meno lentamente comincia a sgretolarsi,e i ricordi di ciò che è stato non sono più risate piacevoli della crescita insieme,ma malinconie.
Ma tutto il percorso con le sue conseguenze rimane nel cuore di entrambi.
Uno dei due,chi comunque è se stesso,molla,si rende conto che il momento propizio è passato e non è stato per caso.
L'altra parte si sente l'unica ferita,si sente la più debole e arranca con le unghie su specchi che non riflettono la propria immagine,diventa fobica,dimenticandosi spesso che anche chi sembra il più forte in quel momento ha un cuore,una sensibilità,che comunque è dentro il suo cuore,che la sua gentilezza sta nella comprensione,che non ci tiene a farlo soffrire.
E l'altro non ascolta,le parole entrano dentro di lui,ma non ha voglia di elaborarle con la mente,le ricaccia,magari ferisce per reazione incapace di riuscire a vedere di non essere solo,accecato dal proprio egoismo di possedere il suo sogno,finge di non capire perchè non gli aggrada,non si rende conto della sua perdita di rispetto.
Lenta è l'agonia,perchè chi è se stesso comunque non è indiffernte al dolore dell'altro e accusa i suoi schiaffi morali anche se ingiusti.
Eppure si continua barare,a cercare di disporre le carte perchè il solitario riesca,ma appunto non ci si rende conto che è un solitario,che si sta giocando da soli,sbattendosene dell'altro.
Se poi succede che il più forte trovi un'affinità legante in qualcunaltro,la fobia del solitario diventa oppressiva,cerca a volte di imitarlo per riproporsi,altre di criticarlo senza mezzi termini,di dissuadere in tutte le maniere,di cercare cosa ci trovi l'amata/o nella terza persona che lui o lei non possiede.A volte poi si sente in dovere di combattere una battaglia che non ha senso,dichiarando ora amicizia,ma non è altro che un perpetrare il suo egoismo.E quando vede che l'affinità tra i due scorre liscia e si tramuta in qualcosa di grande,di importante,la nega,diventa totalmente cieco.
Ha bisogno di forza,di tanta forza in quel momento per riuscire a fermarsi un istante e guardare dentro a se stesso.A capire che la felicità di chi si ama o si crede di amare è importante anche se non condivisa con se stessi.Che la perdita fa male,ma non si può star male in tre per colpa sua.E bisogna ritrovare la forza di partire,di lavarsi il viso dal cerone fino ad allora spalmato sul propio viso,essere se stessi e ricominciare tutto da capo.Magari si piace di più anche alla persona che si sa di avere perduto in amore,ma si può mantenere l'amicizia.Ma questo può accadere solo se si è amici in due,se uno dei due non lo è prime o poi i binari si dividono e si rimane con le carte in mano di un mazzo senza comprendere che per giocare una partita bisogna essere in due,se no è un solitario.


...
El amor esta donde se encuentra,
Rara vez donde se busca,
Yo te busque por todas partes y ya te encontre,
Ahora no te voy a perder...

sabato 24 gennaio 2009

corpi


Sarà sogno,
Sarà( ) realtà, ma quando il corpo contrasta tra calore del desiderio
con il gelido ghiaccio che lascia scie di gocce lungo le pieghe


Come morene che scendono a valle solcando le pareti e il respiro tace
sospeso nei Silenzi di sguardi e sensaziooni
E come gocce che cadono da cornicioni riempiti di bianca neve vibrano sul corpo quasi evaporando alla brama di lingue di ghiacciai che ne colgono il sapore

E tutto odora di fresche arance
Che stillano il loro piacere in capienti calici e intridono il ghiaccio
che reco alla tua bocca per fare scivolare il tuo sapore nel mio

dentro di te.

venerdì 23 gennaio 2009

In vino veritas


Per un ottimo vino ci vuole del tempo,
va curato tutto,dal terreno alla vite,
e solo nell'attimo giusto vanno raccolti i suoi grappoli e non tutti a prescindere.
Il vino ha bisogno di rispetto,

Di dolci mani che lo curino,di un tenero taglio ai suoi tralci,sbucciato con calma chicco per chicco.
Il suo sentore è frutto di pollini sparsi e con cura riposa dentro le botti.

Facile sarebbe rapire i suoi grappoli in un uso comune,e pigiarli per ottenerne il suo succo.Ma deve essere tutto allineato,in perfetto equilibrio.Non è l'uva a chiedere al contadino quando essere raccolta.E' un richiamo di entrambe,un tacito "ma che lo dico a fare".


Ed allora invecchiando avvolto dalla botte nel rispetto dell'uno verso l'altro,
il vinaio porta il calice alla sua bocca egli alcoli la rigano,il succo tocca le labbra lasciandole aprire e il gusto invade il palato e l'olfatto,lasciando scorrere dolce i suoi tannini e il vino ora fa parte di lui e lui fa parte del vino.

giovedì 22 gennaio 2009

ancora...


Odore,sapore,calore.
Le mani sulla pelle sfiorano i contorni cercando il contatto
Bisogno costante di muoversi dentro,crescita,
rapimento continuo.
Comple-
tamento,
pace,
Amore.

E poi ancora...
Perchè così non basta.

Siamo arrivati insieme,ripartiamo insieme ogni passo in salita,lentamente,fianco a fianco

e ancora...

Ogni giorno scopro te
ogni giorno scopri me.

Fuliggine


Nero batte ancora banco,
ma questa volta non gioca,
non ama il fiato sul collo,
Non ha mai sopportato avere qualcuno alle spalle.

Però Nero ha tra i suoi mille difetti un pregio.
Il rispetto.
Perchè Nero sa ascoltare,
Nero non giudica e non fa
orecchie da mercante.

Allora indietreggia di due passi.Lui Soul-dier spazza via la fuliggine sulle sue spalle.
Lui rimane Nero.
E sa che per giocare bisogna essere almeno in due.
Non da soli.

mercoledì 21 gennaio 2009

E'


Tutto è cominciato così.
Con una chiave,
"che non pensavo fosse per i miei cassettI"

Toc!Toc!
-Non so perchè, ma posso entrare?-
-Non so perchè, ma volevo chiedertelo.-



Ma questo non è passato.
Stato.
E'.

Eppure dal passato viene un ricordo,
una visione.


Un posto lontano,
una giornata particolare.

Visione di una notte in riva al mare.
Un uomo,barba incolta,seduto su una duna là al Nord.
Davanti la striscia dell'incontro di due mari.
Skagen. Danimarca.
Capelli lunghi,biondi ,spazzati dal vento.
Fermo nella notte ad aspettare.
La bruma posava le sue fredde mani ovumque.
Mentre il rumore del mare lanciava le sue note sulla rena e cespugli arruffati correvano sulla battigia trasportati dal vento.La luce della Luna che allungava le ombre dei ciuffi d'erba aggrappati alla duna.Poche luci nel villaggio retrostante.Mentre il sibilo del vento spazzolava il pelo del suo unico compagno.Il cane steso al suo fianco e con lui in osservazione.
Oleg.
Navigatore vichingo.ferma la sua nave in porto da tempo in attesa di qualcosa,di un vento che non conosceva,ma che sentiva dentro di se.
Sentiva che doveva arrivare e non sapeva dargli spiegazione,ma sapeva che sino a quel momento non avrebbe potuto issare di nuovo le vele.Mentre i suoi marinai gozzovigliavano alla taverna, distaccati dal loro comandante,sapendo di doverlo lasciare da solo.
La sabbia volava come foglie sul suo viso,scivolando sui panni che lo proteggevano da quella gelida notte.
Il vento aumentava.
Dapprima inconsciamente e poi iniziò a sforzare all'improvviso,facendo schiumare le onde nell'unione del Mare del Nord col Mar Baltico.
Oleg guardò il suo cane che rimaneva impassibile anche se lui sentiva che qualcosa stava accadendo.
Sentiva dentro di se il momento.
Dopo giornate,notti passate sulla duna senza quasi mangiare lasciando i suoi pasti più al cane che a lui.

Nello stesso istante che intravide una forma camminare lontana sulle acque,sull'onda congiunta,si alzò in piedi.
I suoi capelli lasciavano la scia nell'aria,mentre il vento improvvisamente calava.
Si mosse verso riva mentre la figura si muoveva verso lui.Il cane lo seguiva ora,ma continuava a rimanere mansueto e non impaurito.
Una donna.
Coperta da panni e un cappuccio che lasciava intravedere il suo candore,il sorriso beato che le coronava il viso.
Si incontrarono a riva.
Non c'erano parole.
Solo pensieri.
-Ti aspettavo-
-Sono da te-
Incantato da lei il suo essere si sentiva rasserenato,tranquillo.
Conscio che il tempo fosse poco,allungò spontaneamente le mani,immagazzinando parole che non comprendeva e neppure se ne accorgeva.
Lei fece altrettanto lasciando nelle sue mani un pezzo di ambra.
Al suo interno c'erano tre puntini neri.
Ora lui sapeva,guardò lei riscomparire tra i flutti trasportata dal vento che ora era tornato a soffiare.
Lo studiò.
Era ora di partire.........



La visione continua,l'ho sognata,ho cercato di rivederla con chi era con me allora,ho visto erroneamente lei in quella visione.
La scrissi.
La bruciai questa estate.
Ma il destino anche se sotto forme nascoste non si cancella.
Io sono l'artefice del mio destino.
Ed ora inizia a schiarirsi .

Perchè
sarà( )...
E'...

martedì 20 gennaio 2009

noi


Camminando,
scalciando vuoti,
il cui suono rimbomba sull'asfalto.
Un suono vuoto che si infrange
in mille frammenti di ricordi.

Condividere.
Quanto sembra lontana questa parola,
quanto è stata vicina di recente.
Che significato avrà avuto
forse si è perso,
forse non è mai stato.

O forse è stato ma non l'ho capito,
quello che ricordo era unione.
il passeggiare su di unica sponda,
il lottare spalla a spalla
per lo stesso ideale.

Il verbo al plurale
in prima persona
noi.......amo.

Che suono,
che fermento,
che speranza.


Ed ora come note scritte
su di un quinto rigo ritorna
e supera i limiti della scrittura
tracciando nell'aria quell'armonia
che sembra a volte fantasia,
ma che in fondo è realtà.


Ed è forza,
potere,
voglia di morire
per poi rinascere.

E toccare,
lasciarsi andare
e sentire l'eco che risponde
e non ha una voce sola.
Toccare il cielo con un dito
senza dire una parola,
toccare il cuore con la mano
e dire non sei sola.

Passo a passo,
spalla a spallla ,
schiena a schiena,

NOI