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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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lunedì 20 ottobre 2008

Fabri Fibra-E la pula busso


A quel tempo avevamo stabilito regole,dentro la non regola.
Tutele,minime tutele.Si abitavamo le case occupate.o meglio occupavamo le case.Quegli appartamenti o ville sfitte .
A Bologna,dove il costo di un letto era pari al prezzo di un appartamento in altre città,dove la gente subiva il caro appartamenti per colpa del mercato,dove appartamenti da abitare facevi fatica a trovarli.
Ci si organizzava,il catasto è pubblico.Si andava,si sceglieva l'edificio,sperando che non fosse affittato in nero,sopralluoghi ecc,ecc.Edifici in pieno centro,più facili trovarli sfitti.Di proprietà disignori,più facili allungare i tempi delle denunce .
Ma fatto prologo della situazione passiamo al fatto.




Dicevo si erano imposte delle regole dentro la non regola.Una di queste era quella di tenere alla larga i tossici,non perchè per forza avessimo qualcosa contro di loro,ma portavano problemi,erano un facile appiglio a cui attaccarsi per le forze dell'ordine per velocizzare lo sgombero.
Dunque ognuno era libero di fare ciò che voleva,ma la droga doveva rimanere al di fuori della casa.
Fatto sta che quel giorno,si quel giorno,che non era un giorno qualunque,Mona era in Italia a farmi visita,insomma quel giorno lei ,io e due nostri amici,decidemmo di fare serata.Ossia lo decidemmo io e i nostri amici,Mona non sopportava molto quando esageravo,lei si fumava,beveva,ma mai senza perdere il controllo,io lasciamo perdere,per quanto ce ne fosse era da finire.
Notte,poca gente per la strada,a parte le vie vicino all'Università,la nebbia avvolgeva la città senza riuscire a penetrare tra le sue vie,sotto i portici.
Prima un bar,birra,poi un altro e poi altri ancora,uno degli amici aveva con se due assorbenti,due striscioline di carta con l'immagine di Superman sopra.Calammo anche quelle.Già Mona iniziava a irretirsi lanciandomi sguardi di diniego sapendo la fine della storia.Lei forte,chiusa nelle sue ombre,nei suoi problemi,ma tenace,rabbiosa,nervi saldi,mente lucida.Io le mie ombre le nascondevo dentro le risate di allucinogeni,le affogavo nell'alcol,le annebbiavo con l'hashisc.Più bevevo e più ne avevo voglia,mi piaceva il sapore dell'alcol che scendeva nella gola,che mi inumidiva le labbra seccate dagli allucinogeni e dagli spinelli.Lo stomaco bruciava,quasi a risvegliare per un istante,per poi sprofondarmi nella non coscienza.
Da un certo punto in poi non ricordo più nulla se non il racconto postumo di Mona che traccia nel mio libro di storia un istante non vissuto,o perlomeno vissuto senza senso al di fuori dell'umano.Ridevamo come pazzi,contagiando anche lei sobria nelle stronzate che dicevamo e facevamo in giro per la città,mentre la gente dormiva,magari svegliata dai nostri schiamazzi e discorsi non sense.Non era un viaggio verso un mondo dalla parvenza migliore,ma un uccidere i pensieri,una visione soggettiva di immagini inesistenti realmente.un accentuare la vivacità dei colori,l'annichilimento totale della mente,il trasporto dapprima in un'altra dimensione per poi sopirlo nel cocktail alcol e fumo che diventava alla fine deleterio.
Come bambini Mona ci riaccompagnò a casa.Barcollanti,finchè almeno in me la nausea prese il sopravvento,avevo riempito il boccale del mio corpo troppo e agitato con sostanze non compatibili a essere rette.Vomito,indifferenza totale della propria dignità,lezione non imparata perchè poi riaccadde ancora tante volte.
A casa pare svenimmo totalmente.Io nel letto con Mona gli altri,BOH.
La mattina la porta emanava suoni fastidiosi che rimbombavano nel mio cervello devastandolo,se mai fosse possibile ulteriormente,il sapore agro in bocca,acidità che fuoriusciva da tutti i pori.
Mona mi scuoteva cercando di farmi riprendere.
Qualcuno aprì la porta.Forse in un reback delle allucinazioni,sicuramente con la coscienza sporca,pensai che gli agenti della Digos che entrarono erano là per me,per me e la mia scimmia che era ancora aggrappata alle mie spalle,e mi mordicchiava le orecchie.
Per fortuna spesso è vero che la necessità fa virtù,al che nascosi la scimmia sotto la camicia a quadri neri e rossi e ascoltai beffardamente sveglio ora cosa stavano dicendo a tutti ,gli agenti.Cercavano un ragazzo,accusato di detenzione e spaccio di eroina,uno di noi,per lo meno uno che abitava con noi.Per fortuna la regola sembrava essere rispettata,lui non c'era e dove dormiva non trovarono nulla,neanche nel resto della casa.Ovvio rimase il dubbio che quando c'era magari aveva con se il tutto.Andata la Digos si aprì una discussione,noi,quelli della notte brava,zitti e muti,incapaci di facili moralismi,incoerenti sarebbero stati telammo.Piano piano,mi dileguai in sordina,trascinando Mona con me nel letto.Assorbii anche i suoi You are stupid baby e decisi di mettere la scimmia nell'armadio per un pò lasciandomi cullare dalla dolcezza delle nere ali di Mona.

2 commenti:

  1. era ora Frank, ci mancavi nel Muretto.
    .. la nostra Bologna Dotta, Rossa e Busona urla racconti, urla riflessi dentro il nostro specchio di Disadattati, erano anni Oscuri, l'asfalto ci inchiodava le chiappe, la droga, la Rivoluzione, la guerra contro le istituzioni ci ha resi Liberi, forti, figli di uhn dio minore ma, sicuramente non ingabbiati dentro gli stereotipi perbenisti di questa nostra Emilia_Romagna chic al Sole e puttana di Notte.
    un bacio.

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  2. direi sintesi perfetta della vista da un muretto anche se non visibile a tutti ancora stabile.Grazie Luna.un bacio.

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere