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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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domenica 12 ottobre 2008

APATIA






Seduto su uno scomodo marciapiede,come un fachiro su na fila di chiodi,
osservo la strada,incurante degli schizzi di acqua sporcati di nero che invadono il mio corpo.
Il traffico sciala caotico alla rincorsa di doni al Dio denaro,come offerte a sacrfici pagani.
La gente cammina,corre incurante di essere in mezzo ad altri,avvolta nei propri pensieri,
speranze,sogni,corse a ritardi,tristi pensieri di amori spezzati,settaggi di orari in cui incastrare i figli,pesanti fardelli che comprimono spalle.

C'è chi rasenta i muri caracollando,urtando mattoni ,lo sguardo perso nel vuoto alla ricerca di un mondo che vede solo nei sogni,ammesso che sogni.
Futili lamenti urlati al silenzio che in questo caos dall'inumana indifferenza sordo continua la sua ineffabile strada tra ostacoli di spine di cui la puntura si è abituati a dimenticare,dentro un volersi dare un continuo falso sorriso,una maschera di bianco cerone,dalla sbavature più o meno discrete che ormai le lacrime non riescono più a rigare.















Una soave pioggia di petali neri,che scende radendo i palazzi di questa città che ormai gioisce nella propria inana vergogna,che racchiude masse di inutile gelatina dalla forma umana che viscide scivolano come anguille nel loro tragitto ai Sargassi,verso una meta che non ha soluzione,se non quella di Avere soddisfazione.Di non sentirsi persi,allontanati dal mondo,di sentirsi come file di formiche vestite di smoking tutti uguali,come divise di anime che ognuno colora per poter essere notato.

Muovo ora lento i miei piedi,scalzi,su questo tappeto di petali neri,incurante delle spine di una rosa avvelenata dall'odio all'indifferenza,che è il male del mondo.A questa APATIA che nella falsa disillusione di poter fare qualcosa fa si che ognuno creda solo in se stesso.
MA COME SI FA A CREDERE IN SE STESSO QUANDO NON LO SI E'?
Se se stesso vuol dire la maschera che la società mi consiglia oggi come un precetto del Buddha a consigli di vita migliore,quando le maschere che spesso cambiamo perchè di fragile credenza sono tutte privi di occhi,di orecchie e la bocca serve solo a fare POMPINI ai potenti.

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere