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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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venerdì 12 dicembre 2008

Tra oppio e collari

Una feluca ci accompagnò lungo il corse del fiume ai piedi delle montagne a Nord del Siam.Da li cominciò il cammino lungo sentieri,tra risaie e campi di papavero,inerpicandosi dolcemente su quelle colline.
Tutto era armonioso,la guida parlava di tanto in tanto nel suo inglese stentato che stonava leggermente nella sua giovane età,ma rendeva il tutto più naturale.
Non eravamo in tanti,decisi a farci trainare lontani un pò dalle rotte trekking ai margini de Triangolo d'Oro.

Passammo la prima notte in un villaggio,dormendo all'addiaccio in una capanna.I costumi della popolazione erano colorati,i loro visi segnati dalla polvere,i loro denti arrossati dal Betel.La curiosità dei bambini era pari alla mia.Incantati dai miei capelli biondi e io da loro,dagli elefanti,dai porcellini che raspavano nel terreno,dai visi delle fanciulle che sembravano dipinti nel cielo.
La calma regnava.Certo un mondo lontano,per origini,per tradizioni,per lingua,per costumi,per bisogni.La conferma che non avevano nulla che gli mancasse.L'elettricità inesistente,le gambe come mezzo di trasporto,l'affacendarsi di uomini e donne nel quotidiano.Coltivare i campi che spesso venivano nascosti all'occhio dell'umanità,come campi di morte,produttori di oppio.Ma quella era la loro economia,da quando erano nati.Difficile cercare di convincerli a produzioni diverse che non davano certo il guadagno di un papavero.


A mezzogiorno circa dopo una lunga camminata ci fermammo in un villaggio molto a Nord.Un villaggio Akha.Io come al solito mangiai coi bambini,divertito dalle loro risa e loro incantati dalle mie smorfie da pagliaccio.Il whiskey di riso scendeva bruciando la mia gola,producendo le risate incredibili di tutti,abituati a berlo allungato e coscienti dell'effetto che presto avrebbe devastato la mia lucidità.Nella loro magrezza e esile struttura erano attratti tutti dalle mie spalle larghe,dai capelli biondi e dal mio tatuaggio.Mi sentivo un dio e il mio ego cercava di godere per distrarre il mio cervello dall'intorpidimento dell'alcol.
Finito il pranzo,mentre sorseggiavamo un te,mi si avvicinò un ragazzo facendomi cenno di seguirlo.
I miei compagni di viaggio mi guardarono stupiti e un pò invidiosi.
Mi fece entrare in una capanna alla periferia del villagio.
Dentro una decina di uomini quasi tutti anziani e due o tre donne. che stavano preparando le pipe per fumare l'oppio.Mi fecero accomodare,ci parlavamo a gesti e sorrisi.Mi offrirono di fumare e io da buon ospite,soprattutto curioso,accettai.Uno,due,poi tre e forse quattro tiri,non ricordo.
Tutto girava,ma la mente rimaneva lucida nel suo sogno.
Una donna entrò con una giovanissima ragazza per mano.Aveva un viso stupendo,e abbassava gli occhi per la timidezza e sicuramente la soggezione.
Mi sembrava,forse era vero che tutti mi parlassero,cercando di farsi intendere,indicando la giovane che stava composta davanti a me.
Venne a recuperarmi la guida,che mi spiegò ridendo che mi veniva chiesto se volevo comprare la ragazza.L'avrei pagata a peso alla famiglia,avrei avuto con lei la sua dote.Io guardando dolcemente la giovane rifiutai nella maniera più tranquilla possibile,anche se la rabbia stava salendo.L'idea di comprare un essere umano mi preclude ogni possibilità di ragionamento tuttora.I suoi occhi erano fermi.Neri,profondi come il viaggio che mi stavo facendo sotto l'effetto dell'oppio,ma non avevano tenuto conto che io ero fuso di mio e quindi non mi sconvolgeva più di tanto la botta.Non capii mai se il suo sguardo era di supplica perchè la portassi via da quel villaggio o se di ringraziamento perchè non avevo accettato.In cuor mio ,oltre al negare la possibilità dell'acquisto di un'anima,ho sempre creduto che non ci potesse essere posto migliore di dove viveva,nel mondo,ma lontano dall'umanità.

3 commenti:

  1. wow.....ogni volta che passo da te rimango senza fiato e senza parole.Leggo, torno a leggere e quel che ti volevo dire diventa trasparente....o forse sul Nero-catrame tutto viene inghiottito giù...

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  2. Toc Toc, B_giorno...
    non ho dormito na mazza...
    ..mamma mia, invecchierò prima mi sa..ahahaha.

    Kisses

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  3. Se puoi comprendere l'impossibilità di un cambiamento di economia e di coltivazione, a maggior ragione potrai comprendere l'impossibilità di un cambiamento di cultura.

    Chissà cosa eri tu per lei ai suoi occhi, un dio, un rifugio, la sua ultima fortuna, la più grande delle disgrazie.

    Ringrazia Dio che lei abbia trovato te, un cuore che pulsa nel nero della gente, e non altro.

    Sei sicuro che il nero catrame sia il tuo e non quello che ti circonda?

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere