Ai nostri occhi mocciosi risaltavano i cenci che vestiva,
la lunga barba
e il suo caracollare.
Ogni volta che giocava con noi ci sentivamo importanti,
spesso raccontava di tempi lontani,
quando lui bambino correva nei prati,
a piedi scalzi nella neve.
Ogni volta che era ubriaco parlava da solo,
maledicendo il destino,
non trovando ragione in nulla.
Continuava a cantare:
In galera si va così bocca a bocca dc e pci.
Ogni volta che spariva pensavamo non tornasse più,
forse lui che voleva essere trasparente,
era una presenza che ci mancava .
Poi dopo qualche giornata lo ritrovavamo a dormire su una panchina,
a ridosso di palazzi.
Non abbiamo notato quando non è più tornato,
ma ai giochi mancava un amico,
lo sentivi nell'eco del vuoto.
è la vera storia di Sandro?
RispondiEliminaUn barbone esistito veramente?
Raccontato da chi? Da te?
Scuuuuuuusaaa sono curiooosaaaa :)
Molto bella comunque!
Caro Nero... ho letto il post e poi mi sono messo a curiosare sul tuo blog, soprattutto la sezione musicale. Era da anni che non ascoltavo gli Indigesti. Mi ero completamente dimenticato di loro. Incredibile. Ultimamente sembra che la mia vita abbia raggiunto il capolinea e non le sia rimasto che tornare indietro. Un ciclo.
RispondiEliminaLa parola di verifica è gersedu.
@jessica,si questa è la vera storia di Sandro,per lo meno quella vista da noi bambini a Bologna tantissimi anni fa.E' la seconda che racconto qua su Blogger,la prima era quella di Predappio.Ne ho qualchealtra,i cosiu detti barboni o clochard che a dir si voglia mi hanno sempre attirato,la loro voglia di estraniarsi a questo mondo.
RispondiElimina@ Squilibrato,gli Indigesti.Conoscevo Fabrizio il batterista,non siamo al capolinea è solo progresso o regresso il tutto è relativo.
RispondiEliminaanche io porto nel cuore gente di strada...sono stata accolta e coccolata e protetta:è la poesia amara della libertà a volte scelta a volte l'ultima fermata per il troppo amore per la Vita....
RispondiEliminaMi piace il tuo cuore
Bologna........????!!!!! Questa rivelazione è particolarmente esaltante......!!!!!!!!!
RispondiElimina@Silvia crescevamo nelle strade e queste mi hanno insegnato molto era un confronto continuo con pensieri e culture differenti.Dalla mia ho sempre avuto la fortuna di essere stato educato ad ascoltare e capire indipendentemente da chi ho di fronte.E così il grigio asfalto prendeva colore,a volte vivace e gioso altre scuro e triste,ma tutto è tatuato nella pelle e nel mio cuore.
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