Come un tonfo.
L'orecchio appoggiato al suolo,
freddo e umido di quella stanza.
Sentire le vibrazioni del muoversi della vita.
Le voci rallentate della gente,
mischiate con quelle degli spettri.
Al suono del faro che spezza la nebbia,
la vita trascorsa corre ai ricordi,
come una tormenta.
Il respiro rallenta,
quasi si ferma
alle grida di un circolo di corvi neri,
mentre dalla bocca scende lentamente,
tracciando il suo percorso dalle labbra al suolo,
un rivolo di sangue.
Ora tutto tace,
anche il suono martellante del cuore,
la vita entrando dall'orecchio
non produce rumore.
Non si legge il post :-(
RispondiEliminaBellissimo articolo.
RispondiEliminastamattina ti credevo rimosso..
RispondiEliminaben tornato.
(se te ne eri andato:-))
Sono venuta a conoscerti.
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