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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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lunedì 15 dicembre 2008

MI minore



Le dita scorrono,
pizzicano le corde della chitarra.
Ogni volta che la tengo tra le mani
la sento aderire al mio ventre
e il mio mento si posa sulla spalla.
Percepisco il suono,
le vibrazioni
e gli occhi si chiudono.
Quando sono solo
e lascio andare le mie dita,
la cassa riecheggia di suoni bassi e tristi.
Di melodie che son malinconie
e la mente galleggia sulle note
ed io con lei.

Come un vascello alla deriva,
con le vele issate,
ma spente dalla mancanza del vento.
Bonaccia,
solo l'odore aspro del mare,
il sale che brucia la gola.
Il ponte è deserto,
l'equipaggio scomparso.

L'arpeggio intrica il ritmo dei polpastrelli,
che seguono il pigiare di tasti.
Unico compagno rimasto di viaggio
un gabbiano,
che per l'evenienza si è messo l'abito nero
e ode mesto la musica
scuotendo il suo becco,
che fa del legno della parata
tante briciole
soffiandole all'aria.
Sono perso nel suono,
lontano dal mondo
e da ogni suo aspetto.
Chiuso in un pentagramma
dalle note dissonanti.
L'arpeggio aumenta le sue battute,
rumore di passi,
eco lontano di zoccoli.
L'onda lunga scuote il vascello
facendolo salire
e poi scendere in basso.
Ma la posizione non cambia.

Con le mani comincio a remare nell'acqua,
scelgo una direzione,
quella del MI,
la corda più grossa.
Il gabbiano nero guarda,
forse incuriosito,
i miei movimenti.
Mi senbra stia ridendo.
I miei occhi si chiudono ancora.
La musica continua.
Entra dalle orecchie,
dal naso.
Rialzo le palpebre.
Sono piantato in una secca.
Poco distante
una riva.
Scendo.
La raggiungo.
L'intensità della scala ha scelto note più alte.
Mi siedo su di uno scoglio.
Il gabbiano mi è appresso.
Seguo con lo sguardo le orme sulla rena,
le mie ,
quelle delle zampette del mio compagno.
Lo guardo.
"E tu che hai le ali non le vuoi usare?"

La risacca del mare cancella i nostri passi.
Il vento dapprima lieve
comincia a forzare.
La musica sforza in un MI minore.
E' ora di andare compagno.

Ti insegno a volare

7 commenti:

  1. Caspiterina mi allontano per qualche giorno ed ecco che al mio ritorno tutto è cambiato!!!
    Belle modifiche nel tuo blog!!
    Presto ritornerò a leggere tutti i post arretrati, un saluto :)

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  2. ...la mente che ha voglia di volare, il vento che non spinge quanto si vuole...attendere è una gran risorsa, guardarsi è una gran risorsa, saper ripartire è una gran risorsa.....Bellissimo!

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  3. wow!!
    stupendo!

    anche il tuo blog lo è, bellissime frasi, immagini..
    tornerò spesso!
    buona giornata!

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  4. Grazie ma è solo una suonata di chitarra

    RispondiElimina
  5. "E' ora di andare compagno.Ti insegno a volare"...che bella qst frase...cm tutto il post...
    la musica che trasporta e dà un anima e movimento anche agli oggetti
    ...:-)
    ciauu

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  6. Non vorrei dire ma,
    ...mi sembra di averla già letta ;-)

    kiss

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  7. ..."è solo una suonata di chitarra"...!!!...Nero-catrame livella e appiana !!! Sorrido !!!

    RispondiElimina

Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere