La mia mente non fa altro che elaborare i dati che contiene,le informazioni ricevute,ma non scatta mai per prima.Ciò che risulta dominante nella mia materialità,nel mio essere animale è l'istinto.
Riuscire a staccare per un invisibile istante tutto,fermare i suoni nel silenzio,gli odori nascosti,i sapori velati e il concentrarsi su quello che può essere il fremito dal rumore devastante di un battito d'ali di una farfalla,e raccogliere nel vento la sensazione.
E l'orecchio che pare sornione in quel momento si rizza attento e coglie ogni piccolo rumore accompagnato dal fischio del respiro lungo la trachea e dal battito del cuore che rimbomba nel torace,gli occhi puntano o nella direzione di ciò che si cerca o nel vuoto ralentando lo sbattere di palpebre e girando le pupille alla ricerca di ciò che l'istinto ha svegliato,le labbra ferme tendono a risecchirsi e la peluria quasi invisibile sule spalle diventa irta per dare sensibilità a ciò che non si riesce a vedere dietro.
E la mente elabora confrontando tra le sue informazioni,tutti quei sentori che le ricordano simili esperienze o cerca appunto similitudini in ciò che sente.E il sangue rallenta,i muscoli tesi pronti a scattare la sensazione innata che non pone se e ma,ma buono o cattivo,tranquillo o in attesa.
L'istinto mi domina da sempre,affinato,senza il bisogno del cosidetto "a pelle ",tutte le cicatrici del passato vengono come accarezzate per risvegliarle un istante e confrontare se quello che percepisco in quel momento può far parte di loro.Come se sono nel mio bosco e sento il rumore di un ramo spezzato,il suono mi comunica la possibilità di lasciare la cosa ad una folata di vento,o al passaggio di un animale o alla presenza di qualcosa che si cela nascosta e mi sta osservando.Allora i sensi diventano recettori di altre informazioni per farmi capire l'entità di ciò che accade.Un silenzio anomalo,il fischiare del vento che cambia,un battito d'ali improvviso o rumore di movimento sulle foglie cadute.
Ma fuori dal bosco,l'istinto rimane e spesso riconosce i contorni sfumati di maschere in commedie che perdono da subito la loro spettacolarità e nel dileguarsi ritrovo la calma,nel persistere scatena la rabbia.
E a volte le dolci parole,sebbene ben truccate non lasciano segno dentro di me,passando come pioggia e raccogliendosi ai miei piedi.
Altre entrano e l'odorato si affina per caprpire quel profumo che fa scorrere veloce il mio sangue,quel sapore che addolcisce la bocca facendola grondare di gocce di desiderio.
Allora l'istinto non si accheta,ma solamente si rasserena e lascia a riposare le sue inutili difese.
Ma il pelo rimane o liscio o arruffato,il lupo non lo perde