OREN EMATAC

E allora in questa nostra notte di luna piena,con quest'aria tesa,col rischio di rabbia a catena,perchè non giochiamo.Mi hai detto di provare a fermarmi.
Toc toc.




Battiamo banco.
A te la mano.
Stringi bene le corde ai miei polsi.
Salde.
Hai detto che sai come fermarmi.
Sorrido.
Sorridi.
Stringi ancora più forte.
Ti guardo.
Lentamente mi spogli.
I tuoi capelli neri sfiorano il mio corpo.
Le tue labbra si fermano sui miei fianchi.
Le sento toccarmi leggermente e piano penetrare dentro di me.
Risalendo sapientemente i miei sensi.
Le braccia ancora ditese ,legate alla spalliera.
Allungo il collo per catturarti il capo.
Il tuo respiro vibra dalle nari su di me,
la lingua piana i tuoi denti,
che come piccole lame stravolgono ogni mio movimento.
Ora giochi con l'anello al mio capezzolo,
le mani cominciano a tirare.
Sadico e sensuale il tuo sorriso,
lasci che il cerchietto di acciaio scompaia tra le tue labbra.
L'addome si contrae.
Le corde segnano i polsi.
La tua mano calma lentamente i miei muscoli.
Sognavo come sarebbe finita,
sento il desiderio salire
mentre il tuo lo segue.
Ma sei tu che batti banco.
E le tue labbra,
il loro calore,
le tue mani,
strappano con carezze ogni parte di me,
i tuoi capelli sono ciò che mi stravolge ogni tremito
il tuo corpo,
mi avvolge
lasciando scie del tuo desiderio,
lo mostri,
me lo fai sospirare
sulle tue dita su di te,
attorno a me.
Quanto potrò resistere senza cominciare ad implorarti?
Occhi negli occhi,
ridiamo,
l'unica differenza
è che adesso non devi chiedere.
Labbra su labbra,
ci amiamo,
prendi tutto di me,
uno dentro l'altro
viviamo,
sempre.