OREN EMATAC

Stanotte l'aria qua sul tetto ha un sapore diverso,ha il suono echeggiato dalla luna quasi piena in cui rifletto il mio sguardo che rimbalza nella direzione del mio cuore.
Come l'eco forte di un sorriso che in un istante lucida il nero,come un sospiro trattenuto in apnea,come la riconoscenza del vuoto che non c'è,che non ho mai veduto,che ho sempre saputo e sentito colmato da un anima dolce la cui voce accarezza le spine lasciando tracce di sangue su cui germogliano fiori.
E la mia mente ora si sente più leggera e ha vagato oggi nello spazio e nell'arco di un momento.Ha viaggiato lungo strade conosciute,mentre stava attenta ad evitare le buche che aveva davanti e in effetti ascoltava quasi disattenta la voce che le comunicava la recessione di 5 mesi di galera,perchè in effetti in quel momento non ero lì.
C'era solo il mio corpo e una parte della mia attenzione,solo la materia.
La mia anima era abbracciata al mio cuore,era posata come scialli di piume sulle tue spalle e ascoltava ciò che voleva sentire.
Tratteneva tra le dita,la forte tensioneportandosela al viso per carpirne l'odore,per sentirne il suono della sua discesa,in parole che lasciano scie di petali lungo l'addome,bloccato da tanta attenzione,dalle pulsazioni della mente alle pareti del capo mentre sta viaggiando.
E in quello spazio che spesso ho solcato,come passi scalzi su prati dall'erba croccante, che lasciano zolle di terra sulle dita dei piedi,che rapiscono in sensazioni reali quello che è il tocco lieve di anime accese,sono bastate poche parole,come incise sulla corteccia di un albero da cui suggo la linfa,e ritrovare nella tua risata l'affermazione della tua essenza.
Ti adoro.