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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

martedì 30 marzo 2010


Suono di zoccoli sopra il ciotolato.
In una notte remota sarebbe stata anche normalità,
ma il clamore del fermento che ne accoglie l'arrivo nel presente,
lascia filtrare il suono tra le assi degli scuri.
Voci coperte dalla musica,
movimenti frettolosi,
tentativi di furti di oggetti carichi di energia.
Trasportati dal vento percorrono chilometri,
per insinuarsi negli spiragli di una serranda
e porre il loro sguardo verso ciò che bramano,
verso ciò che temono.
E il sonno porta immagini sconosciute che però conosco ,
anche se non me ne ricordo,
ma so che c'ero.
Lontana questa memoria,
al remoto oltre quella della carne che respira
o forse nascosta in un riflesso che ancora non riesco ad osservare,
celato dal peso dell'intonaco di una parete,
di cui sento lo spiffero di chiuso fuoriuscire,
ma che in effetti non riesco a vedere.
E la pelle continua a riempirsi la notte,
di graffi non miei ,
non tuoi,
che corrono sulla carne le loro crosticine rossastre.
E la candela cadenza il movimento della presenza,
nel desiderio di possedermi e non destarmi,
da questo sonno temporale,
che per ora è la loro salvezza,
che trema nell'affermarsi della consapevolezza,
nel temerne la coscienza.
Eppure l'istinto si muove di vita propria,
parlando una lingua sconosciuta,
afferrando i significati che rimangono velati alla mia ragione,
deduzioni che si stringono nel ghigno beffardo,
di sentirmi comunque intoccabile e stranamente volto al trattenimento della mia impazienza.
Manifestazioni forti nel nostro distacco,
a te che li puoi anche vedere,
a me che li posso solo sentire.
E rimangono immobili nel nostro contatto,
nell'esplodere della forza che ci lega e riempie la nostra anima.
Vani i tentativi di impossessarsi di ciò che è mio.
Riuscendo a strapparne minuscoli frammenti.
Un ciglio di corda legata sulla fodera della lama.
Ora sei fuori dalla stanza.
Gli occhi varcano la soglia della porta,
la lama la trapassa.
Batto banco.
"ora venitemi a pigliare!"
Sorrido.
"Se ne siete capaci."

1 commento:

Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere