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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

mercoledì 2 settembre 2009

L'altra sera non avevo ascoltato i suoi velati inviti,
perso più nel parlare e nell'ascoltare le sue parole.
Avevo bisogno di tranquillità.
Davanti a quella birra era sereno poter parlare liberamente,
lasciare che le sue parole,
i suoi bisogni ,
i suoi sogni,
entrassero in me.
Eppure continuava a ripeterlo che sarebbe ritornata a casa
dal suo ventilatore,unico compagno mentre chi vorrebbe veste la maschera di lenzuola nel suo talamo.
Non mi aspettavo un altro invito.


Ho salito le scale con lei muovendo lentamente i miei passi,
mentre i suoi con le piccole gambe ne saltavano uno.
La porta si è aperta.
Poi richiusa.
L'odore era buono,accogliente e ridendo mi ha mostrato il suo compagno sul tavolino di fianco al divano.Lo ha acceso e le pale hanno smosso quell'aria.
Il suono di un tappo di sughero.
Il tintinnare di bicchieri.
e tra il suono della sua voce quello del nettare che rigurgitava nei calici la sua caduta.


E' sempre stata attratta dalle mie cicatrici,in maniera curiosa,quasi morbosa,come se la loro vista la eccitasse.
I miei occhi non mentivano neanche stasera ed ero molto silenzioso,
mentre la sua voce continuava nel suo bisogno di rompere quella solitudine e le sue maani erano nelle mie e lentamente il parlare si faceva più lento e le dita salivano sui miei tagli accarezzandoli.
Domande che spronavano ricordi e cercava il mio sguardo perso nei pensieri,nel mio mondo,lontano da dove ero.
Li ho incontrati.
Ho sorriso allungando una mano sul suo viso,che si è appoggiato di peso sul palmo.Indeciso dal ritrarla o di continuare a fare da culla al suo bisogno di calore.
Le spalle appoggiate ai fiori stampati della spalliera di quel divano verde,sono sprofondate avvicinandoci.
Un dito sulle sue labbra ad accarezzare la goccia di vino.Un sospiro.
Un toccco di labbra.
Mi fermo.


Scossi.
Sorridiamo dolcemente.
La sua mano e sotto la manica della mia maglia,sfiora una cicatrice fresca sulle spalle.
Si morde le labbra.
La avvicino a me.
Le labbra affondano nei respiri veloci.


Mi lascio andare,non è da me,ma lo faccio.
Steso sul divano.
Mi alza la maglia sino al petto,
mentre con le dita scorre le ferite,
ogni segno della mia pelle,
non chiede più .
Le lecca,
le bacia salendo al mio collo,
ancora nella mia bocca,
con la mia lingua.
Alza ancora la maglia,
le mie mani sopra la testa bloccate dalla stoffa,
i suoi capezzoli che sfiorano i miei.
I denti nella mia carne.

Divora il mio corpo accarezzandolo con il suo,
premendo il suo madido calore su di me.
Ha bisogno di un uomo tutto suo.
Come mentire ,se la mia testa è altrove,che se chiudo gli occhi non vedo lei,che avrei voglia di alzarmi ed andarmene?
La lascio fare.
Le accarezzo i capelli sfinita su di me.
Rimango ancora un attimo,con una nuova cicatrice che mi blocca lo stomaco.
Chiudo la porta .
Scendendo le scale accendo una Lucky.

6 commenti:

  1. Sai che mi sembra? un palliativo, ecco cos'è. riempire per sentire il vuoto. lo conosco bene questo modo di vivere.

    P.S. nemmeno io credo nel futuro, ma a volte faccio finta che sarà meglio del presnte e mi metto seduto ad attenderlo.

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  2. Noi donne avvertiamo anche oltre la ragione certe sensazioni, di quando un uomo non è nostro, è con noi solo a metà...triste sensazione...ecco forse la conosco, forse no...ma non è facile stare soli in certe fasi della vita, un abbracio :)

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  3. Sensazioni intense.
    Vorrei provarle, per una volta nella vita. Desiderare così tanto qualcuno da voler entrare nelle sue ferite...
    Ti abbraccio, Nero poeta

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  4. ops.. volevo dire: riempire per NON sentire il vuoto.

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  5. Caro Oren....
    Accade....di voler lasciare andare ogni briciola di noi...che fa fatica, invece ad essere presente...
    In genere qualcosa brucia troppo...e qualche ferita sanguina sempre...
    Ma abbattere quel muro è l'unica cosa che in fondo ci restituisce a noi stessi ed a chi amiamo.

    Ti abbraccio.

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  6. Nella vita nn è sempre facile andare avanti, xkè certe ferite nn si chiuderanno più...xkè col tempo diventate pozzi oscuri del dolore e fanno ancora male...come se un coltello pieno di veleno ci scavasse dentro fino ad ucciderti...nonostante sono passati anni, e bruciano ancora come il fuoco... Non c'è essere umano che riesce a sopravvivere a certe torture o a rimanere indifferente a tale dolore!!!

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere