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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

domenica 29 novembre 2009

Il tempo scandisce l'attesa sulla nostra pelle,
graffiando quel senso di possesso,
che la copre anche nella distanza,
dove ogni movimento è un mio passo,
che poggia la pianta schizzando gocce
che tremano nell'aria.



Il battito degli istanti
si allunga sui tuoi fianchi
lasciando il segno del suo passaggio,
mentre i tagli delle tue unghie
spessano il loro bruciore
girando sulla punta della tua lingua,
che si muove dando consistenza alla mancanza,

di un tocco reale,
sospeso nell'attendere
tra gli odori che ancora invadono l'aria,
sciogliendo l'essenza
tra i rapidi gemiti di un soffio di vento.

E scende sui colli il sospiro,
mentre i polsi legati dalla passione dolgono ancora
e i denti scuotono fibre di Velluto Vetrato,
scivolando sul tessuto di un rosso lucente
e affondando il morso tra le pieghe della carne slabbrandola.

E le dita Barbaramente calpestano le pieghe,
facendosi strada tra i nervi,
che attraggono a se
come redini di un cavallo impazzito,
che seguono ritmando il suo galoppo.

E nell'attesa avvolgi il tuo desiderio,
quasi a strapparlo,
legato alle tue mani che stringi in possesso,
per lasciarlo penetrare nel tuo essere Mia.

venerdì 27 novembre 2009

DivorandoCi

I fili del passato,
quelli che bloccano,
quelli che nascondono la vista agli occhi nel buio,
quelli che bruciano sulle ferite,
mescolando il dolore al cinismo,
si sciolgono.





Basta solo uno sguardo,
che penetra le tenebre,
senza richiedere nulla
eppure va a centrare un bersaglio,
che non si era preposto.

Nulla è per caso.
Come una lama,
non arruginita,
ma brillante nel tempo,
nascosta nell'ombra,

che taglia il vento lasciandolo entrare.
permettendo di avvolgere l'anima,
di rapirla,
di fendere piccoli tagli,
che lasciano sgorgare sangue,
che come acqua che sgorga dalla sorgente
,
attira a se la vita
e glie la dona.

Le tue mani sul mio corpo,
scartano quella pellicola di Nero,
che avvolge la mia essenza,
le tue unghie penetrano,
slabbrando quel velo scuro che copre la mia anima,
affondando,
per intingersi nei colori dell'arcobaleno,
sprofondando nell'abbisso di dettagli senza fondo,

a cui si mischiano i tuoi,
celati sino ad ora agli occhi
e mai uditi,
trasudati dall'ardere del tuo corpo
in minuscole gocce d'acqua
di cui sei fatta,
che spargo sulla tua pelle
lasciandole evaporare al tuo calore,
che tengo sulla punta della lingua
per comprenderne il sapore
e semplicemente ci sciogliamo una nell'altro
in un incastro perfetto.

E lascio che le tue mani scorrano sulla mia pelle
bramando la mia carne,
accarezzando sulle tue labbra
il desiderio di divorarmi.

martedì 24 novembre 2009

Appartenenza



Cresce forte il desiderio di appartenenza,
di quel possesso di Noi stessi che liberamente accettiamo,
sulla forza delle mie dita,sul taglio delle tue unhie,
che scavano dentro ai nostri corpi scuotendoci.

Il tuo corpo steso sul tuo odore che invade i miei sensi,
li rapisce
e si alternano sguardi che affondano nell'anima tuffandosi negli occhi,
mentre i denti si scoprono
quasi ringhiando
nel voler azzannare ciò che è tuo,
ciò che è mio.
E mi segui sulle starde sanguinanti dei tuoi artigli
cominciando a tremare,
ma non è paura,
non è freddo
e le mie mani strappano dolcemente
il tuosapore girandolo tra le dita.

Come il succo della vita lo spargo sui nostri corpi,
sulla libertà di essere noi stessi,
senza doverci nascondere,
senza dover celare,
incatenandoci di maglie di fumo
che stringono salde i nostri polsi
e scrivendo ogni lettera di ogni istante che parla di Noi,
del nostro è stato,
del nostro è
spingendo oltre quel limite che sarà.
E ogni movenza penetra nella nostra essenza,
in una carezza,
in un graffio,
in una parola che si fa strada come una lama nel cuore,
in un gesto di sfida che cresce la passione,
come lo scuotere di vita di corpi
che credevamo già morti
e che specchiano la loro anima
nello spontaneo riflesso
di ritrovarsi simili,
spesso uguali
sulla linea della vita.
Impossibile cadere
quando tutto è così libero
e spontaneamente leggero
e basta tenersi per mano
per rimanere in piedi
camminando la stessa strada.
La Nostra.

domenica 15 novembre 2009

Staccarsi dal muro,
abbandonarlo vagando nel buio
e lasciarsi andare ritrovandosi
a sprofondare nel mio petto
che ti accoglie lasciandoti affondare lentamente.



E il silenzio ci avvolge,
mentre le mie mani scorrono sulle tue braccia,
per congiungersi con le tue sopra una tazza di caffè bollente.

L'aroma sprigiona sensazioni,
portando con se il vapore
che racchiude immagini sfuocate di istanti senza tempo,
senza spazio
e sale lungo i nostri corpi,
sfiorando la tua pelle lungo le braccia,
mentre il mio respiro si infrange sul tuo collo.
E scopri che non ne hai timore ne rigetto
e mi lasci fare quasi stupita dalla tua non reazione,
trattenendo tremando di emozioni la tazza calda tra le mani.
E semplicemente
con spontanea naturalezza
mi lasci entrare
come una lama che fende l'acqua sprofondando,
ma senza fare male,
sino a toccare la tua anima,
quella che credevi di non possedere,
quella che non conosci,
che non si specchia con ciò che non hai mai conosciuto,
che non hai mai pensato,
che non credevi possibile.

E scopriamo insieme di essere saliti in alto,
quasi senza accorgercene
e che tutto ciò che abbiamo percorso,
in un bacio,
che esonda il caffè dalla tue labbra alle mie,
ha lasciato sparse tracce di noi velate dalle parole,
dai nostri giochi.
Come se per magia ogni nostro riflesso,
ogni nostro dettaglio finora scoperto
si incaststrasse tra le nostre pieghe,
tra le curve dell'anima
per sciogliersi in un'unica essenza.

E alla notte ritrovo il tuo corpo riverso sul divano,
che attende il mio ritorno
anche se in realtà non me ne vado mai
e spunta un bordo di un'ala di farfalla dalla tua bocca,
pronta a muoversi in battiti frementi al solo sfiorare del pensiero che SiAmo

E i brividi corrono le emozioni lungo le tue braccia,
riscendendo sino alla tazza di caffè,
superandola e facendosi strada tra le tue gambe
sussultando il tuo corpo
nel desiderio di divorare e venire divorata,
di lenire e graffiare,
di affondare di denti
e lasci penetrare forte il piacere,
lo lascio tagliare la mia pelle.
E scopriamo insieme sensazioni crescenti,
mai conosciute,
che la vita ci ha nascosto
o che noi abbiamo evitato,
presi dall'assorbimento del dolore
e dal rigetto di questo
nelle nostre aggresive esternazioni.
A me il merito di averti ritrovato l'anima,
a te la colpa di aver rapito la mia,
tutto liberamente,
per nostra scelta
in un fantastico incontro di vita,
dopo percorsi lunghi
un traguardo che è un inizio per ripartire e non fermarsi più.
Ti guardo,
sorrido,
i tuoi occhi sono pieni di lacrime,
non sono amare,
non riesi a versarle,
come un leggero soffio di un battito d'ali di farfalla,
riuscirò a rigare il tuo viso.

mercoledì 11 novembre 2009


Il suono dell'acqua riempie la vasca,
coprendo le parole,
che viaggiano nel loro silenzio.
Là.
Dve il vento incontra il mare,
dove si uniscono.


Mentre i denti predano la carne e
gli occhi si scrutano in cenno di sfida.
Nessun suono,
solo il ruggire di denti,
mentre le lunghe unghie
taglano la carne
e la pelle arde,
non brucia alle ferite,
ma cerca di lenirle

Corde imprigionano mani,
stringendo i polsi,
simboli di appartenenza inutili
o meglio vani.
Il tuo corpo si muove
poggiato sulle tue ginocchia,
mentre le mie mani predano la schiena,
strappando i tuoi gemiti,
nelprofondo di te.
Corrono sulla tua pelle,
dilatando pieghe
che traboccano di desiderio di possesso.
I tuoi pugni battono sul pavimento
il dolore che diventa piacere,
le gote schiacciate ad accarezzare l'altare.
Tremi.
Tremi al mio impeto,
che ti costringe inchiodata.
Là tra le pieghe
dellìalba di un sogno.
Divori la coda del demone,
mentre lui si ciba del tuo collo.

Non è uno scambio di ruoli,
ma condivisione.

martedì 3 novembre 2009

...


Mi ricordo di cieli neri
di fulmini tutto attorno a me
mi ricordavo ogni baleno di luce
appena quando il tempo cominciò a bruciare
come un segno sconvolgente
il destino mi aveva trovato alla fine
e la tua voce è tutto ciò che ho sentito
e diceva che ottengo solo ciò che merito

Allora dammi una ragione
per dimostrare che ho torto
per lavare questa memoria pulita
lascia che i pensieri attraversino
la distanza nei tuoi occhi
dammi una ragione
per riempire questo vuoto
con cose senza vita in mezzo
fatti bastare
il voler trovare verità e bugie
attraverso questa nuova divisione

Non cera niente allinterno
i ricordi erano stati abbandonati
non cera un posto dove nasconderli
le ceneri sembravano neve
e la terra si è arresa
nel punto dove ce ne stavamo
e la tua voce è tutto ciò che ho sentito
e diceva che ottengo solo ciò che merito

Allora dammi una ragione
per dimostrare che ho torto
per lavare questa memoria pulita
lascia che i pensieri attraversino
la distanza nei tuoi occhi
attraverso questa nuova divisione

Ed ogni perdita
ed ogni luce
in ogni verità che neghi

ed ogni rammarico
ed ogni addio
era un errore, un modo per nascondersi
e la tua voce è tutto ciò che ho sentito
e diceva che ottengo solo ciò che merito

Allora dammi una ragione
per dimostrare che ho torto
per lavare questa memoria pulita
lascia che i pensieri attraversino
la distanza nei tuoi occhi
dammi una ragione per colmare questa speranza
con cose senza vita
con cose senza vita in mezzo
fatti bastare
il voler trovare verità e bugie
attraverso questa nuova divisione
attraverso questa nuova divisione
attraverso questa nuova divisione

Vento sono e vento rimango,
se cercavi questo,
bastava dirlo,
tanto il risultato finale non cambia,
sai che spezzare certi legami
provoca sangue
e questo non è virtuale.