e tra l'eco di un grillo che trema alla nebbia notturna
una coccinella si posa sulle mie dita,
con suo manto rosso puntellato di nero,
gli parlo di te
e rimane ad ascoltarmi

gli parlo di noi di quello che già sa
del senza parole
racchiuso in tre puntini.
Le dono un bacio e se ne va.
Attraversando il tragitto che percorre quei fili,
che l'ombra della luna in ombra riesce a legare,
si posa sul tuo odore.

Spezza le note della carne
nell'essenza d'arancia,
spingendosi dentro le umide pieghe della tua rosa,
cogliendone l'essenza nel tremare delle tua pelle bianca,
che gocciola ciò che di te non è stato ma è.
Alzo lo sguardo seguendo le pieghe,
graffiando la pelle al tuo affondare le unghie sulla mia schiena,
mentre i tuoi seni tremano sulle mie mani rapaci

alzandosi al ritmo dei miei pennelli.
Tu che fai parte di me
in un legame indissolubile nel tempo,
in un dono che non si restituisce.
E la cocinella si posa su di te,
per entrare nel tuo cuore,
dove troverà ancora me ad aspettarla.

Solo un segreto che non ho mai rivelato,
incredibile Oren ha paura,
non teme la cecità,
riesce a sentire le emozioni
e ti ama così come sei,
nel buio di questa luna
che lega le essenze senza spazio,
senza tempo,
senza sesso,
senza razza.
Temo di diventare sordo.
Non potrei ascoltare i tuoi silenzi
e tutto non avrebbe più un senso.