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PECE

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ANOMALIE ARMONICHE

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lunedì 4 aprile 2011

Danzando sui vetri rotti

Una sottile lastra di vetro si è infranta,
come un suono di "scacciaspiriti ",
che vibrano al vento.
Danzando sui frantumi le emozioni a piedi scalzi,
con il fumo che non nasconde l'essenza,
dietro maschere che noi non vestiamo.
E il tempo si muove leggero nella sua frenesia,
piccoli passi ,
dove il tocco leggero di pelli,
trasporta con se le emozioni d'inchiostro.
Un fuoco ardente che non brucia i momenti,
che sa attendere,
pretendere ,
che reclama quei segni,
sui corpi che il tempo logora,
già marchiati nell'anima,
come radici profonde.
E il vero diventa reale,
stringendosi forte nel senso del possesso,
rampicanti che si aggrappano ai corpi,
nutrendosi dell'essenza,
della fiducia,
del volere.
E ogni piccolo gesto annaffia la mente
facendola crescere
e con lei il nostro mondo,
due emisferi distinti
in una sfera senza inizio e senza fine.
Il desiderio scorre tra mani rapaci,
lungo i contorni di labbra
e si condivide il piacere,
facendo proprio quello dell'altro.

In questo non inizio,
in questa non fine,
non c'è fragilità che non può essere nutrita,
non c'è ostacolo all'essere noi stessi,
così come siamo,
completa.
Non esiste uno spazio senza il rispetto di confine
e tra le nostre braccia vive il nostro mondo,
che vaga oltre gli orizzonti senza fretta.






3 commenti:

  1. Lastra di vetro che cade come un velo di organza portato via dal Vento

    Anime che si rispecchiano una negli occhi dell'altra.
    Senza veli.
    Senza muri.
    Senza maschere.

    Fuoco che arde ma non brucia.
    Fuoco che emana nell'aria calore continuo.

    Pelli si riconoscono annusandosi

    Denti affondano nelle carni ritrovando l'antico sapore

    Unghie graffiano pelli camminando in antichi solchi già percorsi

    Punto dove non c'è inizio e non c'è fine.

    Punto dove non c'è spazio ne confine

    Punto dove siamo Noi

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  2. Già... si pensa che le maschere ci possano proteggere e che possano difendere le nostre fragilità... Ma non vi è fragilità nell'essere noi stessi, se non nei veli, nei vetri che indossiamo...
    Svelarci, frantumare quei vetri, di certo, oltre che a renderci liberi, forse, fa di noi, più forti e protetti di ciò che immaginiamo...
    Bellissimo questo post...

    Un bacio!

    RispondiElimina
  3. Ci siamo costruiti un mondo che ha solo le nostre forme. Ci siamo solo io e te e questo ci basta, è l'essenziale.

    RispondiElimina

Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere