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PECE

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mercoledì 6 aprile 2011

Cartoline dall'inferno


Il dolore continua ad essere un forte richiamo,come una calamita,che non mi attrae,ma mi accoglie.
E ritornò sui suoi passi dopo tanto tempo,mentre nel suo inferno sfilavano cartoline della sua città.
La malinconia si aggrappava alla sua anima e il richiamo era forte.
Decise di risalire,lungo quelle scale che aveva scelto,
ogni immagine, che guardava, si perdeva nei particolari,nei minuziosi ricordi delle strade,dei mattoni,
voci,
risate,
il vento che sfiorava la vita,la dignità di essere storia della sua città,i volti conosciuti,quelli andati e anche quelli sempre evitati.
Aggrappava le sue unghie alla sua anima,nel rimorso di non esserci stato quando doveva esserci,ma il peggio era passato,le cartoline che riceveva ne eran la prova e ora poteva finalmente tornare nella sua casa.
Immaginava già il suono dello scatto della serratura nella porta di casa,il peso dei mattoni sui sacrifici,
l'aprire gli scuri per lasciare che la luce entrasse e si stendesse davanti a se l'immagine della città, che amava.Panorama che poteva ancora tracciare con un dito nell'aria,seguendo i tetti delle case,i contorni delle montagne sullo sfondo, le nuvole che galleggiavano nel cielo e il fumo dei camini che tracciava la vita.
La prima cosa, che lo colpì quando arrivò,fu il silenzio,che silenzio non era e come una lama lo penetrò.
Respirava il dolore nell'aria e in un attimo ripassò di nuovo ogni ricordo e le immagini delle cartoline bruciavano lentamente ,mentre si scioglievano nell'aria.
Lo spettro della sua città si prospettava alla sua vista e il respiro sfumava nella consapevolezza, che ora era solo un ricordo e ogni passo lacerava l'anima,che veniva pressata dalla menzogna delle immagini che aveva ricevuto.
Anno zero,un orizzonte da cui ripartire,da cui rinascere,nel quale ti dovrebbe essere data la possibilità di poterlo fare,che non sia gestito dalla demagogia dei potenti,dagli interessi della "fede",dalla povertà dell'interesse soggettivo,dalla mancanza di dignità umana degli avvoltoi.
E' toccato alla sua città,può accadere a qualunque.
Il silenzio porta con se la verità, che si perde tra le voci sguaiate di un congresso di puttane.








4 commenti:

  1. Hai visto con i miei occhi.
    La mia voce sono le tue parole.

    Nessun'altra immagine, parola..può descrivere quello che ho dentro come hai fatto tu.

    Ascolti i miei pensieri
    Sai

    E resto avvolta

    RispondiElimina
  2. Anche questo è destino...
    Vano, il tentativo di sfuggire ad esso...

    RispondiElimina
  3. Quel dolore che ho potuto vedere anch'io con i miei occhi, vivendo vicino a loro...è una realtà davvero triste e inconcepibile come hanno giocato con questo dolore...

    Bellissimo post Oren complimenti e....

    tregua?

    delle volte non è facile capirsi quì...

    buona giornata a te...

    RispondiElimina
  4. @Angeloblu...è una realtà inconcepibile come continuano ancora a giocare con questo dolore.
    Sono 2 anni che lo continuano a fare.
    Purtroppo non hanno smesso ne lo faranno finchè ci sarà il dio denaro che fa gola a troppi. Non a molti.

    RispondiElimina

Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere