giovedì 29 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
Legami di legàmi indissolubili
Poca la polvere depositata sui cartoni che contengono simboli del mio passato,
basta alzarli per chè cada,
un leggero soffio di vento,
un tremare trepidante dell'attesa
e il rotolo di carta gommata scivola sui bordi saldandone il contenuto.
Pronto.
Silenzio nell'attesa.
Dai muri sgorgano occhi che osservano,
una porta si apre nell'immediato futuro,
mentre i sogni accolgono l'incanto,
mentre pervade l'odore di Noi
riempiendo ogni piega,
che scivola prepotentemente lungo la tua schiena
e la pelle si tira
e la carne brucia stillando gocce di te.
Legàmi indissolubili accompagnano i movimenti.
Assaggi la tua pretesa,
mentre il tuo sguardo brucia lungo il mio ventre per completarsi nel mio e le unghie affondano a predare ciò che ti appartiene,
quello, che come me, decidi di poter dare
e i passi si uniscono,
le carni combaciano penetrandosi,
le anime si incrociano puntando nella stessa direzione
e non è un peso muovere un gesto e ritrovarsisempre nello stesso punto,
che non è un punto fermo.
Improvvisiamo completandoci,
ci muoviamo allineandoci.
Legàmi indissolubili accompagnano le dita,
che scivola una nell'altra,
consapevoli che la parola libertà non ha più il suo significato virtuale,
utopistico,
ma cessa nella realtà dell'eternità,
per assumere una forma diversa.
Liberamente Mia
Liberamente Tuo
sabato 24 aprile 2010
Fields of Gold
I never made promises lightly
And there have been some that I've broken
But I swear in the days still left
We'll walk in the fields of gold
Rinnovo la mia libera scelta ogni istante,
mentre due piedi calano nella stessa orma,
sulla linea dell'orrizzonte,
che divide il giorno dalla notte,
là dove il mare e il vento accarezzano i passi sull'oro della rena
e si confondono uno nell'altro.
Non c'è inizio,
non c'è fine.
venerdì 23 aprile 2010
Mentre sprofondi nella tua nicchia,
sento il sangue scorrere lungo le mie braccia,
che ti avvolgono.
Ascolto il silenzio,
che galleggia sulle nostre labbra,
mentre si toccano.
Solcare gli stessi passi
è un'impronta lasciata nel presente,
a cui segue quella del futuro,
è un balzo nel passato,
che va oltre l'immaginare i perchè,
ne accarezza la comprensione della compressione.
Lascio che il mio respiro,
si mischi ai tuoi capelli
e ascolto lo scorrere del sangue,
che è Tuo,
che è Mio.
mercoledì 21 aprile 2010
Già...
elettricità nell'aria...
un pensiero che scuote le foglie del tempo...
tasti d'avorio che saltellano sotto le dita...
l'incavo vuoto di un baule
sul cui coperchio è steso un vestito nero senza vita...
una mano che stringe il pensiero...
lo stritola...
sabbia che cade...
il vento la spande nell'aria...
un anno passato....
il silenzio dice ...è tempo di Voi...
Sorridi.
Sorrido.
venerdì 16 aprile 2010
Nella più folle delle mie fantasie,
nel più tormentato dei miei desideri
non pensavo di potere trovare
una corrispondenza tale in chi amo.
Tradurre in realtà le sensazioni che gonfiano le vene,
trovandoci spesso a parlare una lingua,
che esprime ciò che pensiamo,
come parlassimo con noi stessi.
La comprensione dipana le propie braccia,
camminando su tappeti di foglie cadute,
accarezzando con gli alluci i petali
di quelle rose che hanno lasciato cicatrici con le loro spine.
E siamo una dentro l'altro,
rincorrendo il bisogno di comunicare ogni istante,
trapelando lentamente quei ricami del tempo,
che hanno tessuto ciò che siamo,
che è ciò che amiamo.
E le pelli si incontrano
e si fondono insieme,
per colorare quelle emozioni,
di cui le parole non possiedono i toni,
rimarcando sulle pieghe il bisogno di esserci,
dilatando la cute per mischiare il nostro sangue,
allargando la carne,
come le ali di una farfalla,
per rinnovare il nostro desiderio
e saldare la forza della sicurezzza dell'appartenenza.
Scivolano stoffe ai piedi della porta,
che ci osserva stupita,
invidiante e bramosa,
tremando nell'attesa di liberare quelle scatole di cartone ancor piene di me,
della mia storia.
Ti avvolgono stringendo col mio odore,
lasciando sulla tua indecenza il mio sapore,
riempiendo calici di assenzio,
in cui ci perdiamo,
per poi ritrovarci occhi negli occhi
e rinnovando la promessa,
tatuata nell'anima,
mai pronunciata in un passato antico,
ma che ora è l'ultima,
anche se cammina
sulla linea che divide il gorno dalla notte.
Apro la bocca,
le labbra ti sfiorano il collo,
lascio che i denti
affondino nel pasto che abbiamo liberamente deciso di condividere,
pieni
e mai sazi.
martedì 13 aprile 2010
Mal Edizione Trattato sull'abuso dell'uso delle armi australiane
E' passato tempo dall'ultimo tentativo di benedizione che hanno provato a darmi.
Il seguito.....
beh il seguito una sorta di maledizioni,
ma si sa,
amo molto la stima che si ha di me,
dannato non mi hanno mai fatto gli altri,
ci son riuscito da solo,
fa parte di me.
La tesa del cappello continua ad abbassarsi
ed è inutile che ti nascondi dietro di essa.
Ti vedo sghignazzare divertito dai tentativi di colpirmi,
che scivolano su di me,
a volte,anzi spesso neanche mi tangono.
Quindi non sprecate il vostro tempo in questi vagheggiamenti di insana stregoneria,
in pretese di ciò che non è vostro,
che non lo è mai stato,
perchè una verità è vera finchè supportata dalla purezza,
poi quando viene meno,
anche solo un barlume di questo,
il vero scompare,
corre all'indietro
e cancella ogni cosa
dandogli un significato differente.
Le vostre cazzose Mal Edizioni non fanno che alimentare
le speranze di chi è dietro quella fottuta porta,
che mi brama,
come voi....ahahahahahahahahahahahah
Avanzo con passo sicuro,
pelo irto,
orecchie tese,
voglio gli sguardi nei miei occhi,
se ne siete capaci,
fate ciò che volete,
sprecate Mal Edizioni,
ma statemi lontano,
non conosco pietà,
ne per me,
ne per gli altri.
lunedì 12 aprile 2010
Stringe la nuca,
come mani calde che premono sulla pelle,
cercando di esondare dai pori
e lentamente scende,
come una goccia,
che si trasorma in pioggia,
addentrandosi in tutte le pieghe,
mentre il corpo trema
in una dolce violenza di emozioni
e i muscoli si contraggono,
si irrigidiscono,
la schiena si inarca,
la pelle si scalda arrossandosi,
i pori ytrasudano il piacere,
le labbra diventano più morbide,
si infrangono sui denti,
mentre le lingue combattono rotolandosi nella bocca.
E i muscoli si allentano
e i corpi si avvolgono,
si premono,
si fondono lasciando sciogliere
la carne,
mentre prepotentemente allarga,
tra gocce di pioggia ora cascata,
su cui naviga la pretesa di essere,
la pretesa di avere,
la pretesa di sentirsi propri.
Essenza sparsa sui polpastrelli,
legata da fili di indecenza,
le lingue ne riconoscono il sapore
e lo suggono lasciandolo scendere dentro
e ciò che ha riempito,
non ha saziato
e i corpi continuano a danzare.
domenica 11 aprile 2010
Sarebbe facile dire sempre di si a tutto,
senza manco pensarci,
non cogliere i fili che mi legano a cose che non mi appartengono,
lasciare che sia il destino a guidarmi,
un destino che io non scrivo,
che io non vivo.
Tra le mie scelte c'è stata comunque quella di vivere nel mondo,
in mezzo alla gente e ho attraversato,
a modo mio,
le strade che correvano,
cogliendo ciò che mi piaceva,ciò che mi pareva.
Non sono portato ad assorbire energia,
da sempre ,
come spesso ho detto,
sono attirato dal dolore,
cogliendo e scavalcando dettagli che giungono dritti all'anima.
Mi hanno detto che attiro,
col mio fare che dimostra sicurezza,
pochi fronzoli in mezzo ai colori sparsi dell'irriverente fantasia,
attento al richiamo della natura
e di tutte le sue forme.
Incapace di fermarmi,
continuo a muovere i miei passi
e spesso mi accorgo di essere arrivato troppo avanti,
altre troppo in alto e altre ancora troppo in basso,
ma difficilmente nello stesso punto e mai indietro,
perchè non essere sulla linea di un altro non vuol dire questo,ma solo aver rotto quell'equidistanza nel parallelismo che si credeva inattacabile.
E se tanti hanno visto in questo mio modo di fare una sorta di non contentezza o comunque di instabile volubilità,
probabilmente sarà anche vero,
ma come ho appena detto,
spesso succede che tenere il mio passo sia difficile,
anche perchè non mi fermo a guardare quelli degli altri,
non impongo il mio percorso,
ne voglio che mi sia imposto.
Cosicchè un a prescindere trasformato poi in un a pretendere pretenzioso,oscurato da maliziosi punti di domanda,
non fa che infrangere quegli specchi di carta argentata che si piegano facilmente al movimento del vento.
N-Interessante.
O-Zitto tu!
N-Ma perchè?In fin dei conti stiamo parlando ,No?
O-Si, ma così mi fai perdere il filo del discorso e mi ritrovo già così avanti che dalla frasca salto in pala.
E quel mondo che guardavo e vivevo calpestando l'asfalto piano piano svanisce.
Perde di credibilità tutto ciò che mi circonda e il cinismo ha il sopravvento,togliendo spesso lo stupore nel conoscere le persone,
quelle che continuano a riversare su di me i loro pianti, le loro lamentele,quei piccoli istanti di vita che mi accorgo di non riuscire più a condividere.
Pronti a giudicare,a puntare il dito mentre giri le spalle.
Gli stessi volti di quelli che tremavano alla mia rabbia,ora li vedo disarmati,destabilizzati,dal mio sorriso sardonico,dal ghigno alla menzogna,al celare le verità anche a se stessi e il mio viso si colora di egoismo,incapace di tacere,di risparmiare le poche parole che smontano assurde macchinazioni.
N-Noi egoisti?
O-Siamo umani.Come possiamo non esserlo?Quale è la moneta che ti ripaga?Chi pretende si abitua a farlo e da per scontato che tu ci sia sempre, che vivi a disposizione, che devi essere reperibile in ogni momento,perchè tu non soffri,perchè tu sei fortunato, perchè tu hai sempre una possibile risposta a tutto, perchè hai un sorriso,perchè cerchi di non giudicare,perchè attaccarsi a te da forza,trascina,come accodarsi al vuoto del vento dietro un camion in corsa.
PERCHE' SEI LIBERO.
E viverti fa sentire tali.
Eppure,c'è chi ha il bisogno di mentire,
di celare verità,
di nascondersi dietro costumi simili ai tuoi per piacerti,
per riempire la propria solitudine,
il proprio male di vivere.
N-Ma non siamo perfetti,abbiamo migliaia di difetti anche noi.
O-Anche di più.Ma ne siamo consapevoli.
Specifico:
NE SIAMO CONSAPEVOLI.
Cioè non buttiamo i nostri difetti in piazza,come scusa al perdono,senza rimetterci in gioco,non li ammettiamo ,per poi crederci dentro noi stessi,
PERFETTI,
che il resto del mondo è sbagliato,
bastian contrari a prescindere senza ritorno.
N-E ora che stai facendo.
Non Grattarti!
O-Gratto,gratto.
Gratto quella patina del mondo che non riesco più a vivere,per riportare alla lucentezza il mio vellutato Nero Catrame,
per affilare il vetrato Oren.
giovedì 8 aprile 2010
Sign Your Name
I'd rather be in Hell with you baby
Than in cool Heaven
It seems to be the way
E le mani scivolano lungo la pelle,
come il sangue che scorre nelle vene
e si intreccia come una fune,
dove il rosso si annoda al nero.
Birds never look into the sun
before the day is done
Mentre le ombre si accorciano all'alba di un nuovo giorno
e la tua si sovrappone alla mia sottoponendosi
e i confini del nostro essere si mischiano
cancellando ogni limite,
trasformando l'oltre in un nuovo passo,
che ha la pesantezza di due corpi
e la leggerezza della totale condivisione.
Complici ci scomplichiamo negli occhi,
nei tuoi,
nei miei.
slowly we make love
and the earth rotates
to our dictates
slowly we make love
Nessuna fretta,
nessuna paura,
niente freddo
e tutto gira
e tutto trema.
Than in cool Heaven
It seems to be the way
E le mani scivolano lungo la pelle,
come il sangue che scorre nelle vene
e si intreccia come una fune,
dove il rosso si annoda al nero.
Birds never look into the sun
before the day is done
Mentre le ombre si accorciano all'alba di un nuovo giorno
e la tua si sovrappone alla mia sottoponendosi
e i confini del nostro essere si mischiano
cancellando ogni limite,
trasformando l'oltre in un nuovo passo,
che ha la pesantezza di due corpi
e la leggerezza della totale condivisione.
Complici ci scomplichiamo negli occhi,
nei tuoi,
nei miei.
slowly we make love
and the earth rotates
to our dictates
slowly we make love
Nessuna fretta,
nessuna paura,
niente freddo
e tutto gira
e tutto trema.
mercoledì 7 aprile 2010
Appoggiato al davanzale della finestra,guardo verso la parete.
E dire che vi avevo lasciato gli arnesi per ripararla la porta e chiudervici dentro.
L'avete allargata e ad ogni vostro passo segno col metallo i vostri spostamenti.
Inutili tentativi di impossessarvi di ciò che non vi appartiene ,ne vi apparterà mai.
La mia anima.
Inutile cercarla tra i simboli del mio essere.
Tra i fili di corde.
Sul luccichio di lame.
Vani i tentativi anche di riprendervi ciò che non avete mai avuto,
la mia anima ora è fusa con una ritrovata e forma un intero.
Eppure fate i gradassi quando sono lontano,
vi è impossibile avvicinarmi quando sono da solo,
sono troppo....
si troppo.
Da solo non ho debolezze.
E ve ne state in disparte,
in silenzio ad osservare,
spolverando le pareti con le vostre schiene.
Occhi ansiosi che osservano attraverso cavità oculari di maschere,
zittite giusto il cane,
ma la mia irriverenza continua a sfidarvi.
Appoggio l'elsa alla porta e punto la lama sul mio ventre,
spingete se ne avete il coraggio!
Beffardo sorrido,
so che da vivo temete la mia energia,
quella che bramate.
So che da morto la cosa peggiora,
nulla da sperare,
solo tremare di vaghe forme di vita,
vita passata,
nascosta al rincorrere una giustizia che non volete ammettere.
N- Oreeeen,che stai blaterando?
O-Nulla che tu non sappia.
N-Prova a spiegarmi,con parole tue.
O-Nulla da dirti ripeto,sai ciò che intendo,di che parlo,perchè questo dualismo su cui continuiamo a giocare,in realtà non siamo che Noi.
Non sono che io che sei tu e tu che sei me.
Perchè chi mi accetta o chi ci accetta come meglio credi,accetta l'intero,l'intero coi suoi errori,con tutti quei lati che preferisce escludere ed eludere dentro la doppia personalità,scegliendo a proprio vantaggio e gradimento,solo quella parte che gli aggrada e che non scontra col suo pensiero.L'intero contiene pregi e difetti,odia i giudizi,ma è sempre pronto a rimettersi in discussione e questo lo ha dimostrato.
N-Si Oren.Ma prima non parlavi di questo.
O-Vedi Lovercraft diceva che "Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c'è netta distinzione tra il reale e l'irreale, che le cose appaiono come sembrano solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali attraverso cui le percepiamo. "
e
La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all'uomo assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la realtà non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla mente che le contiene."
N- E quindi?
O-Quindi lascio che gli eventi seguano il loro corso, mentre il corso lo segno io.Lascio scivolare su di me tutte quelle false lacrime da baraccone,strumento in mano a anime che ostentano il pianto come sofferenza,perchè chi soffre davvero,
tace,
continua a vivere,
scacciando le lacrime che sa essere inutili.
Con questo non che non bisogni piangere,ma chi fa della sua vita un continuo piagnisteo è colui che non ha ricevuto calci ingiusti,ma è solo capace di aggrapparsi agli altri,incapace di vivere.
N-Ne sei sicuro Oren?Sei molto duro e anche tu piangi.
O-Si è vero.Ma poi reagisco,muovo i piedi dalle pozzanghere versate,senza creare stagni.
Non parlo della morte,dell'ultima porta come un miraggio.Io entro ed esco da dove voglio,non ho bisogno di chiavi come scusa.
Io la morte la sfido,mi ha cercato e son tornato.
Io non ho paura.
Non temo il varcare di quella soglia,
non lo demonizzo scrivendolo in senso di pietismo,per attirare l'attenzione.
Chi decide di saltare spesso non lascia encomi su se stesso,sparisce.
Chi è vivo passa la sua vita a cercare il modo per scacciare la paura della morte,
stupidamente,
ineluttabile,
immancabile,
colpisce chiunque.
Non è uno spettro,
non uno diverso da altri.
N-Sinceramente non c'ho capito nulla.
O-Sinceramente sei un deficiente,perchè quello che so io,quello di cui sono consapevole e conscio, vale anche per te.
Ora basta,ho fame.E' ora di coprire col silenzio quelle fastidiose voci di retrovia,l'avanguardia è alta e l'avanguardia sono io.
lunedì 5 aprile 2010
Annusami,
lascia scivolare il tuo viso
lungo la mia pelle
Ritrova il sapore dei tuoi desideri,
fondilo nelle sensazioni,
che si aggrappano alla tua carne.
Pretendimi,
lascia entrare i tuoi artigli nella mia brama di te,
lasciati improvvisare,
colando la tua essenza sulle mie cosce,
raccogliendo insieme ciò che è nostro,
strisciandolo lungo le pieghe del corpo,
mentre le gambe si intrecciano
e il tremore si sposta nell'aria ,
al ritmo della danza carnale.
Tagliami,
con la tua lingua tra le mie lame,
afferrando il piacere,
per scoprire le tue orme sulla mia anima.
venerdì 2 aprile 2010
Adoro questo silenzio,
il frusciare delle foglie alle tue parole,
che vibrano la comprensione
e sollevano la complicità tra le felci,
abbracciandola con nodose radici,
che stringono il tronco.
Cola la linfa dalle gemme nascenti,
liquido confuso di noi.
Mi piace questo vuoto attorno,
mi aiuta ad ascoltare il fermento,
che sovrasta quelle lacrime di dubbia realtà,
che colano su chi ha fatto del pianto la sua vita,
la sua maniera di comunicare,
di attirare l'attenzione,
confodendo gli sguardi,
nascondendo i pensieri.
Odio chi fa i conti senza l'oste,
soprattutto quando li fa su di me,
credendosi di accarezzare il mio velluto per imbonirmi,
per prostrarmi chino in ginocchio al suo volere,
architettando le sue macchinazioni,
senza chiedere,
dando per scontato che io accetti.
Ma si sa sconti non ne accetto e non ne do.
E non è mia la spontanea prerogativa di crearmi il vuoto attorno,
la mia è di attirare,
ma il vuoto lo creo per eliminare.
In un taglio di silenzio,
quello che non emette suoni.
E l'istinto agisce
e le macchinazioni a mio sfavore
si trasformano in armi dal taglio profondo,
che scivolano sulla mia pelle
e riflettono sul mio sorriso
che accompagna l'eliminazione radicale.
Odio la menzogna,
ma ancor peggio,
odio chi si nasconde dietro una mancata verità,
adducendo scuse e sconti per lenire il danno.
E poi stretto nella sua solitudine cerca di arrampicarsi su specchi,
che sembrava avere infranto.
Questo sembrava è solo suo,
perchè in realtà il riflesso non c'è più
e la falsità che lo accompagnava,
lo rende falso dalla nascita.
La fiducia si acquista col tempo,
a volte nasce spontanea in un battito d'ali di farfalla,
ma si perde in un crollo senza possibilità di recupero.
E l'istinto muove la mano,
premendo sul pennino che rilascia il nero inchiostro
e di getto scrive"Ed era....spalla a spalla"
E la ragione si stende sull'animale
e si apre su uno scenario che non è più uno specchio,
ma una trasparente linea d'acqua
e si increspa in onde in alcuni punti,
quelli che vomitano sui giudizi
e sui giochi di sentimenti velati
e poi lanciati a difesa delle proprie colpe.
E allora il lupo gira il capo di scatto
e comprende che quella chiave che teneva al collo,
non l'ha mai rubata,
ma gli appartiene di diritto,
perchè sa usarla,perchè lui sa morire
e non lo racconta solo per romanzare la sua persona.
Abbiamo immagini fantasiose di vampiri,
coi denti aguzzi e sporgenti dalle labbra,
colanti sangue.
Succhiatori di energia,
spesso quella che gli manca,
che volgarmente,
ma nella maniera più reale che esista,
non è altro che sinonimo di mancanza di coglioni,
giocando col culo degli altri,
come parassiti dell'esitere.
Il fermento continua a muovere l'aria,
indispettito dall'invulnerabilità del nostro essere Noi.
La rabbia lo acceca dalla paura che dovrebbe temere.
Una forma sottile di sottovalutazione.
Mi accendo una Lucky con un fiammifero.
Do fuoco al silenzio,
che cadendo a terra,
non può che essere schiacciato dai miei piedi.
I
il frusciare delle foglie alle tue parole,
che vibrano la comprensione
e sollevano la complicità tra le felci,
abbracciandola con nodose radici,
che stringono il tronco.
Cola la linfa dalle gemme nascenti,
liquido confuso di noi.
Mi piace questo vuoto attorno,
mi aiuta ad ascoltare il fermento,
che sovrasta quelle lacrime di dubbia realtà,
che colano su chi ha fatto del pianto la sua vita,
la sua maniera di comunicare,
di attirare l'attenzione,
confodendo gli sguardi,
nascondendo i pensieri.
Odio chi fa i conti senza l'oste,
soprattutto quando li fa su di me,
credendosi di accarezzare il mio velluto per imbonirmi,
per prostrarmi chino in ginocchio al suo volere,
architettando le sue macchinazioni,
senza chiedere,
dando per scontato che io accetti.
Ma si sa sconti non ne accetto e non ne do.
E non è mia la spontanea prerogativa di crearmi il vuoto attorno,
la mia è di attirare,
ma il vuoto lo creo per eliminare.
In un taglio di silenzio,
quello che non emette suoni.
E l'istinto agisce
e le macchinazioni a mio sfavore
si trasformano in armi dal taglio profondo,
che scivolano sulla mia pelle
e riflettono sul mio sorriso
che accompagna l'eliminazione radicale.
Odio la menzogna,
ma ancor peggio,
odio chi si nasconde dietro una mancata verità,
adducendo scuse e sconti per lenire il danno.
E poi stretto nella sua solitudine cerca di arrampicarsi su specchi,
che sembrava avere infranto.
Questo sembrava è solo suo,
perchè in realtà il riflesso non c'è più
e la falsità che lo accompagnava,
lo rende falso dalla nascita.
La fiducia si acquista col tempo,
a volte nasce spontanea in un battito d'ali di farfalla,
ma si perde in un crollo senza possibilità di recupero.
E l'istinto muove la mano,
premendo sul pennino che rilascia il nero inchiostro
e di getto scrive"Ed era....spalla a spalla"
E la ragione si stende sull'animale
e si apre su uno scenario che non è più uno specchio,
ma una trasparente linea d'acqua
e si increspa in onde in alcuni punti,
quelli che vomitano sui giudizi
e sui giochi di sentimenti velati
e poi lanciati a difesa delle proprie colpe.
E allora il lupo gira il capo di scatto
e comprende che quella chiave che teneva al collo,
non l'ha mai rubata,
ma gli appartiene di diritto,
perchè sa usarla,perchè lui sa morire
e non lo racconta solo per romanzare la sua persona.
Abbiamo immagini fantasiose di vampiri,
coi denti aguzzi e sporgenti dalle labbra,
colanti sangue.
Succhiatori di energia,
spesso quella che gli manca,
che volgarmente,
ma nella maniera più reale che esista,
non è altro che sinonimo di mancanza di coglioni,
giocando col culo degli altri,
come parassiti dell'esitere.
Il fermento continua a muovere l'aria,
indispettito dall'invulnerabilità del nostro essere Noi.
La rabbia lo acceca dalla paura che dovrebbe temere.
Una forma sottile di sottovalutazione.
Mi accendo una Lucky con un fiammifero.
Do fuoco al silenzio,
che cadendo a terra,
non può che essere schiacciato dai miei piedi.
I
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