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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

martedì 28 luglio 2009


Oggi non ho voglia di tante foto,quello che avevo da urlare nella mia rabbia l'ho già detto,chi ha voluto capire ,mah,poteva farlo.Diciamo che c'è chi non ha capito cosa è per me l'amore,diciamo che c'è chi lo ha capito e sa cosa intendo e questo mi basta.C'è chi vorrebbe che sparissi,c'è chi pensa che io sia il vedicatore mascherato.Lascio a dire a Oren la sua"Sparatemi,ma siate sicuri di ammazzarmi".
Ora dormi Oren,addormentati con Cynderella sulle spalle.

C'è una locanda là in quella parte della luna che è nascosta alla luce del sole.Tra il silenzio e le tenebre di quella terra baciata da un dio minore.
Una piccola costruzione di legno.
Appena apri la porta vieni invaso dalla musica che giunge alle orecchie tra il vociare della folla che frequenta quel luogo.
Boccali di schiumante birra adornano i tavoli e vari gruppi di persone si ritrovano a parlare,a snocciolare storie,a spargere la propria anima sui banchi di legno.C'è chi ascolta,chi non tace mai.
C'è un vecchio,veramente lontano negli anni,che spesso ha attorno a se buona parte della folla.Tutte le notti,come se qua su questa parte della luna toccasse il giorno,racconta la sua storia.
Ormai tutti i partecipanti la conoscono a memoria,ma continuano lo stesso ad ascoltarla e ad emozionarsi a quelle parole.
Tra quella gente,tra coppie nascoste dall'ombra a districare i propi giochi di carne,tra maschere vestite a nero artificiale,senza sapere cosa voglia dire,tra gruppi di ignavi alla ricerca del loro destino e semplici uomini che del proprio destino non hanno timore,il vecchio comincia a sgranare le sue parole.
Racconta di tanti anni addietro,quando la madre luna decise di madare due dei suoi figli sulla terra.
Liberi,così pensava,di ogni pregiudizio,di ogni giudizio,di ogni paura,di ogni tabù,pronti ad ascoltare,ad aiutare,a farsi parte del dolore,a diventare specchio dei desideri.
C'è un tavolo in questa locanda,che il vecchio indica agli ascoltatori.Sempre libero.Nessuno mai lo occupa.
E' un simbolo,quello del ritorno dei due dal loro viaggio.Là si siederanno.Tra di loro non ci saranno parole.Basterà uno sguardo.
Porteranno con se il dolore del mondo,il suo egoismo,il dare per avere,quelle forme di falso amore che ci fanno capire che si hanno sempre secondi fini in tutto.
E la consapevolezza che le persone non cambiano.Che possono vestirsi di costumi,di maschere,cambiare addirittura il colore della pelle,ma quella che è la loro essenza,giusta o sbagliata che sia rimane sempre la stessa.
Fra di loro a quel tavolo ci sarà un sorriso.
Amara coscienza del male di vivere,di tutte le falsità di cui ci si veste per ottenere per se stessi.
E tra un pubblico a bocca aperta,con le lacrime agli occhi per l'umana certezza indicherà ancora quel tavolo e la mancanza del ritorno che potrebbe liberarli tutti da quell'aria pesante che si respira in quella locanda,che riserva la piano di sopra anche una stanza.Mai usata,in attesa,del ritorno dei figli della luna,quelli nascosti alla luce del sole.


Favoliamo.
Perchè di maschere non ho bisogno.

7 commenti:

  1. Sono un po' scarica perdono nerì non sono di grandi parole.

    Posso disegnarti io il costume da super eroe se vuoi, ti fidi? eheheh...

    bel post, quella locanda mi piace, me lo daranno un bicchier di latte al posto di un alcolico?

    ciao :-)

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  2. E la consapevolezza che le persone non cambiano.Che possono vestirsi di costumi,di maschere,cambiare addirittura il colore della pelle,ma quella che è la loro essenza,giusta o sbagliata che sia rimane sempre la stessa.
    Fra di loro a quel tavolo ci sarà un sorriso.
    Amara coscienza del male di vivere,di tutte le falsità di cui ci si veste per ottenere per se stessi.
    E tra un pubblico a bocca aperta,con le lacrime agli occhi per l'umana certezza indicherà ancora quel tavolo e la mancanza del ritorno che potrebbe liberarli tutti da quell'aria pesante che si respira in quella locanda,che riserva la piano di sopra anche una stanza.Mai usata,in attesa,del ritorno dei figli della luna,quelli nascosti alla luce del sole.

    E l'essenza fratellone e'tutta qui in queste righe cosi'vere cosi reali. un vecchio saggio mi disse da piccola..Jas ricordati sempre che chi nasce tondo non morira'mai quadrato allora era un mucchio di parole prive di senso..oggi sono rune intrise di forza e verita'.
    Si resta fondamentalmente di base cio'che si e' o bianco o nero nessuna via di mezzo,non esiste.

    Un bacio Oren.

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  3. Favoliamo, perché il dolore regala troppe maschere.. trovami in quella locanda.. un bacio

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  4. A volte le maschere si vestono per nascondersi,altre per vedere,sebbene comunque l'essenza del discorso rimanga quella,sempre per il propio egoismo.Non ci è dato sapere dal vecchio se in quel tavolo si son già seduti,se quella stanza è già occupata.Figli di una luna luna dove non batte il sole,mai si sono alzati da quel tavolo,mai hanno lasciato la stanza,la speranza fugge solo là dove l'umana coscienza dice che non si cambia.

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  5. La vita è una continua mascherata per vedere la compiacenza altrui... quindi, favoliamo: siamo noi stessi!! Troviamo questo coraggio!

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  6. la schiena
    le spalle
    il culo
    il dietro
    il nero
    l'altro posto
    l'altro altrove

    Cynderella si commuove.

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  7. ... mi sento a casa ... m'accuccio accostata alla porta della locanda, in silenzio ... devo riposare

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere