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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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giovedì 18 dicembre 2014

Apache 2.0


Mentre le ombre si allungano e il sole si appoggia lontano ai margini della prateria, visto da questa collina, nel piccolo villaggio ai suoi piedi sembra, che nulla sia cambiato nel tempo.
Forse perchè non si vedono gli uomini, forse perchè non si vede l'intorno, forse perchè sono solo nostalgico e mi piace vederla così.
In tutti questi anni vissuti a contatto con i membri della tribù,
ho visto il lento cambiare dei costumi, delle usanze,degli ideali.
Un rivoltarsi della vita, un inasprimento ,un abbandono alla resistenza e al sacrificio, un deserto di contatti , una diminuzione di quella che era l'essenza di comunità ,verso una vita totalmente soggettiva, racchiusa dentro ogni teepee , definendo margini al di la delle pelli.


VADO di FRETTA ,uno dei capi del villaggio, famoso e impavido guerriero, sempre pronto a difendere la propria tribù.Mi ricordo quando ancora giovanissimo prevalse nelle prove, che aprivano le porte all'età matura, alla possibilità di essere cacciatore o esploratore, di tingersi la pelle coi simboli del guerriero.
Eppure nel tempo, ha evitato , che i suoi figli e i figli dei figli , facessero lo stesso. Vinto da una fortissima apprensività,ha privato i giovani della possibilità di fare esperienze al di fuori del villaggio, di sbattere il muso contro la vita, cercando di anticipare i possibili errori in cui si può cadere, supervisionando i possibili incontri col mondo esterno,
come se le cicatrici, che porta sul corpo, fossero da rinnegare.

PETALO di CACTUS ricorda la sua giovinezza, fiera della sua bellezza e guarda le ragazze ridere beffarde ,sentendo l'echeggiare dei tamburi, lontani nel tempo, nei rituali dell'accoppiamento.Ricorda quando la squaw era legata al suo uomo per la vita, tanto da seguirne il destino , fosse questo anche la morte. Vede svanire nel fumo ,che esce dal teepee, i legami. Osserva come i giovani continuano a sfiorarsi, lasciando la danza aperta e i tamburi suonare, incapaci di smettere di ballare, lasciandosi andare solo ubriacati da una tenue euforia. Un momento, un istante. Lacrime danzanti sulla chiusura emotiva.

Il villaggio rimane fermo, incapacitato di muoversi, vinto dai compromessi del sopravvivere. Prima distrutto , poi reso pagliaccio, goffo nel muoversi e all'orrizzonte solo la nebbia e nell'intorno niente in cui credere.

Mi stendo sull'erba di questa collina e rimango a guardare, vinto anche io da questa atmosfera, godo dei miei ricordi, anche se maro rimane il sapore per chi da ricordare, qualcosa di diverso da questo vuoto, non ha.
Perchè noi popolo nobile che calpestavamo tutte queste terre,  fieri dei nostri costumi, delle nostre tradizioni, impavidi nell'affrontare la vita, siamo stati vinti come tutti
dalla Paura.

Ah ,ho dimenticato di presentarmi.

OSSEQUIO di SEPPIA.








mercoledì 3 dicembre 2014

Delicato a te ovvero ma ovvero che?


Quanto mi sta sulle scatole sta cosa. Nero , quello stronzo, che mi accusa di scrivere solo cose semiserie e poco serie,
cmq irriverenti e di parlare solo di eslastici e fionde.
E lui, che altezzoso , si atteggia a fare il poeta, ma poeta di che ?tzè.
Vabbeh , dunque vediamo,mmmmm,ora mi impegno, sarò serissimo. Già sudo sarà questo inverno caldo.

DELICATO A TE

Delicato come il mattino,
 al risveglio,aprendo gli occhi e vedendo che è notte.

Delicato come il sole,
che ti sbatte negli occhi mentre guidi 
e poco prima hai pestato gli occhiali.

Delicato come gli schizzi ,
che punteggiano il tuo viso quando ti sputo in faccia.

Delicato come il calore,
del miele caramellato versato su una mano.

Delicato come il sapore,
di te sulla bocca degli amici,
così come è delicato  il sapore,
degli amici sulle tue labbra.

Delicato come il tremito,
della rabbia che implode .

Delicato come il sibilo,
di una scorreggia sull'autobus per farsi spazio tra la ressa.

Delicato come il volo,
di una mosca sopra un fiore,
così come e' delicato lo sfiorare delle ali di farfalla su uno stronzo.

Delicato come il sibilo, 
che scivola graffiando,
delicato come il vento,
che si rialza ghignando.

E' delicato quel suono, 
di parole lanciate come pietre,
così come l'eco,
dell'odio infranto.

Delicato come la pioggia,
che cade battente come il pensare.

Delicato come la nebbia,
schiantata sul tronco di un albero.

Delicato come la neve,
che imbianca il gelo,come strati di tempo ,
che mi rendono sordo.

Delicato come l'innocenza,
della mia imperfezione,
così come è delicato il coraggio,
di vestirla alla perfezione.

Delicato come il mio Vaffanculo,
perchè
beh,
 questo e' delicato a te,
mmm,
a te,
mmm,
 pure a te.

A te no,scema.
E nemmeno a voi ,
brutti stronzi
a cui voglio bene.