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PECE

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giovedì 27 marzo 2014

5 minuti di Nero


O-   Il richiamo del bosco non se ne è mai andato, si è specchiato per un tempo sull'onda lunga dell'oceano, dove tornerà a gettarsi.

Mi manca "Pippi" e la sua spensieratezza, le sue sfide tra gli alberi, il ruggito di rabbia del suo motore.
Mi addentro tra i suoni del buio della notte tra le bracce accoglienti di questo bosco, la necessità di spogliarsi, anche se fa freddo è molto forte, di togliersi le scarpe, di camminare scalzi sopra le foglie e i rami caduti.
Qui non ci sono le mie cascatelle, ma non mi servono quelle per lasciare che Nero salga per pigliare un pò d'aria, sepellito dalla mia volontà in un non tempo.

N-  Mi siedo sotto questo albero il cui tronco è abbastanza largo da abbracciare le mie spalle, mentre la pioggia continua implacabile , anche se lenta, a cadere sulle foglie schiacciate sul manto del bosco. 
Movimenti, scatti mprovvisi, spezzano il canto silenzioso, il ritmare di gocce, il contorcersi di corpi di lombrichi.
Le punte delle foglie si innalzano ai guizzi della pioggia, lasciando trasparire per un solo istante tutti quei richiami di anime che posso sentire tra le mie mani.
Tracce di mille scuse, motivazioni fugaci, incespicare nei passi per stare al mio passo, alla ricerca di un sentiero, che non è segnato, improvvisa passaggi tra i rami lasciando questi spazi bui , dall'incertissimo futuro, che solo la presunzione può prevedere,
che solo l'istinto può anticipare.
L'odore della natura bagnata è forte, prende colore tra le non ombre di una notte senza luna, coperta dalle nubi grigiastre.
Al di la dei tronchi, la cui distanza è falsata da questa atmosfera surreale, vele salpano verso orizzonti ......ancora immagini di fantasie rimaste ancorate al porto, che ho navigato in solitaria, scrollando la salsedine dalle mie spalle.
C'è chi è nato per vedere i castelli di sabbia sgretolati dal vento,spazzati via dlla risacca del mare.
C'è chi è nato per continuarli a costruire, ininterottamente, come il rimontare carte su una piramide, senza preoccuparsi della possibile caduta proiettata nel futuro.

Alzando gli occhi , lasciando che la pioggia li punga, posso stringere le mie mani.
Pochi, nonostante ne siano attratti, hanno il coraggio di conoscere la profondità dell'essenza di quello che chiamano il Niente.
Gli stessi che non distinguerebbero il passo leggero e veloce di un ratto e il cantare di una civetta , nel suono battente di questa pioggia silenziosa.






O-  E' ora di rimettere il coperchio a questo cunicolo scavato nel terreno dove Nero riposa.Siamo pronti a ripartire,ma a lui la pioggia lascia marche sulla pelle.
A me scivola addosso.

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Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere