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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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venerdì 20 febbraio 2015

ODIO DI SCEMI

Sorvolando sul marchio mediterraneo dell'odio d'oliva,vorrei esaminare l'uso e la produzione di odio di scemi, che poi trova riscontro nella molteplicità dei suoi impieghi a seconda delle proprietà e delle peculiarità dei scemi stessi.

Certo non mi spalmerò nelle grandi varietà di scemi da cui si può estrarre l'olio, ma mi accentrerò più su un prodotto di nicchia, per una cerchia molto ristretta.

Gli scemi in questione sono derivanti da un terreno ,che sembra arido alla vista, ma che, spogliato della superfice, diventa fertile.

Un terreno allo sbando, formato da molti elementi, che mani sapienti possono modellare naturalmente e nonostante l'iniziale rigetto e la continua negazione di essere parte di un tutto, gli scemi attecchiscono e cominciano a germogliare, insinuandosi nei labirinti , sui quali si aggrappano, arginando i possibili smottamenti. Cresce così una pianta anomala, che attorcigliata nel suo stelo portante, da vita a sei scemi differenti, che però riescono a convivere sullo stesso ceppo, come impalati dalla propria volontà e dall'istintiva e naturale accettazzione.

La pianta cresce tra risate, scherzi, alternarsi di stagioni burrose e altre più piovose, metabolizzando lentamente l'essenza del terreno che la alimenta.

Raggiunta la maturazione gli scemi devono essere lavati, puliti.


Dopo questa fase si passa alla loro sgusciatura o depellicolazione, chiaramente la decorticazione e' avvenuta nel tempo.


Questo passaggio della lavorazione piace molto, è una scoperta, una ricerca, un adattarsi di forme e di pieghe e perchè negarlo, uno scemo a nudo può essere uno spettacolo.

È così che gli scemi spogliati degli inutili pellami che li avvolgevano ,si avvicinano e prendono consapevolezza del proprio essere e sfregando una sull'altro vengono poi macinati o pressati, esaltando cosi il loro contenuto lipidico o forse in questo preciso caso libidico.


Questo processo è molto lento e trasportato dall'istintività, il prodotto ottenuto, scivola sui corpi degli scemi, colando dall'alto verso il basso, rendendoli lucidi e scivolosi, si surriscalda e aumenta la temperatura che si innalzerà sino a raggiungere il culmine nel cosidetto punto di fumo.


Qualsiasi odio ottenuto dagli scemi andrebbe poi rettificato, ma lasciando questa fase all'intimità degli scemi stessi, direi che il nostro prodotto, mischiato
è pronto per essere servito




lunedì 9 febbraio 2015

Intolleranza Elastica


Etimologicamente parlando elastico deriva dal latino elasticus e dal greco elao=elauno fut. elaso dal significato di stimolare,spingere oppure allargare distendere. Elastes, che spinge , che da impulso.
L'essere elastico consiste nel reagire alle deformazioni e alle forze subite senza rompersi,tendendo a recuperare la forma originaria.

Fin qua nulla di insolito,è sul suo significato , che qualcosa mi colpisce, ovvero:
che tende ad assumere la forza iniziale quando cessa l'azione delle forze che lo deformano ; agile, pronto ;adattabile.

Ammetto di essere disordinato in tante cose, un casinista, ma per alcune sono davvero pignolo.
Certo se trasporto il mio essere elastico su certe armonie, beh 
tutto diventa un gioco, un complesso di idee e di programmi istintivi e di improvvisazione armonica.

Ma non e' ciò, seppure facendone parte, che macchierà questo post.
L'elasticità prende forma nella voglia di conoscere, nel desiderio di capire e nella necessità di comprendere.Certo anche nell'accettazione di essere soggetto e nel continuo rigetto della globalizzazione, dell'oggettivismo, di quei tanti fari che si impongono in oceani di aridità.
La natura mi ha dotato di dita storte, incapaci di essere puntate direttamente su un ipotetico obiettivo.

Scivolando e cambiando forma nelle tortuose rigidità dei dogmi, nella staticità del senso comune, rigettandone le regole,facendone delle mie,tralasciando i sospesi,goloso del sapere e di tutte le sue sfacettature,non quello della vetrina, ma quello del ripostiglio, incontro un'incongruenza nel mio essere elastico che cozza con la mia intolleranza.
Nessuno è perfetto e non ci tengo manco ad esserlo, ma la mia intolleranza ha una base, che e' la stupidità e non quella occasionale, ma quella ripetuta, quella accettata,quella usata come scusa, quella frignona.
È a questo punto che l'elastico si tende e se lasciato in pace, riprende la sua forma originaria e se stimolato,beh,
diventa fionda.