sfiora i contorni per gettarsi in avanti,
scavalca gli ostacoli,ostenta sicurezza
e ti avvolge nel suo abbraccio,
ti fa sentire protetto per poi scivolar via.
Proprio lui che è fatto di niente,
meno consistente dei colori dell'arcobaleno,
che però riesce a sciogliere,
più leggero e fragile delle ali di una farfalla.
che riesce a spezzare.
E rimane un'immagine sbiadita,
quella di essere là all'alba di un sogno,
dove la notte incontra il giorno
e si appoggia piano sui sogni che non avevi mai fatto,
carezzando ciò che non pensavi di avere,
allargando i bordi della tua bocca,
in un sorriso a cui non eri abituato.
Ma questo vento non si accontenta mai,
non rimane mai fermo,
insegue gli spazi vuoti nella sua folle corsa ,
lui capace di infilarsi tra la tua schiena e il muro,
passando lieve e facendotene sentire la distanza,
è lui che ti lega i polsi al letto
e hai quasi la sensazione di sentirlo nella tua presa.
E al primo ostacolo pesante evita di essere schiacciato,
scivolando nel suo percorso,
girando il magnete della bussola,
lasciando le tue spalle nude,
senza il calore del petto caldo,
le tue labbra asciutte al sapore di un caffè dozzinale,
senza sapore,
senza essenza.
E quel muro che era forte
e si era sciolto al suo passaggio,
come fragili mattoni di arenaria,
sciolti dall'acqua e spazzati dal vento,
rispunta pesante,
allargandosi a tutto il tuo corpo,
proteggendoti.
Un guscio di pietra.
Dicono beata l'ignoranza,
il non avere mai provato,
forse hanno ragione.
E allunghi le mani per toccalo ancora e lui soffia verso di te per poi fermarsi proseguendo il suo percorso su altre spiagge,
lambendo rami diversi
e quelle poche volte che torna ancora,
lo fa sempre senza fermarsi,
riuscendo a spazzolare quei petali
che stanno svanendo dal tuo corpo,
lasciando solo le spine.
Non ha meta,
ma non si ferma,
pronto a lambire l'ostacolo dividendosi in più parti,
per poi riunirsi una volta evitato.
E le tue spine pungono il niente,
il niente che si muove correndo,
soffiando,
sbuffando nella sua tempesta,
toccandogli il cuore.
Perchè questo vento ha il cuore
e per una volta si gira camminando all'indietro
e per quanto soffi sulla polvere di arenaria che ha tra le mani
e che sa di te,
non può spazzarla via,
non vuole
e mentre gioca con le sue dita, piangendo, coi tuoi contorni,
è già lontano.