Che cos'è l'accettazione?
Il rimanere fermo a guardarti mentre te ne vai?
Consapevole che non posso far nulla?
Il sentire che si stacca da me quella vita che tu mi hai donato?
La paura di non aver fatto abbastanza,quando tu hai dato tutto per me?
Il guardarti,mentre mi si blocca ogni azione,perchè mi hanno detto che non c'è più nulla da fare,nulla in cui sperare,che lentamente la morte ti accoglie,mangiando il tuo sangue.
E vorrei poter lottare per tenerti con noi,
per guardarti ancora,mentre mi osservi volare,mentre mi guardi cadere.
Tu che le ali mi hai dato,quelle che avresti sognato per te,quelle che sicuramente non ho sfruttato come tu avresti fatto.
E ti vedo soffrire,mentire a te stesso,nella consapevolezza che tutto sta finendo.
Tengo in mano le piastrine delle tue analisi,quelle con cui cercare un'altra speranza.
Sono intrise del tuo sangue,il tuo sangue malato,quello che è il mio sangue-
Voglio accarezzarti,voglio che entri in me,anche se ci sei già.
Vorrei darti la mia vita,perchè la tua continui, a te che mi hai donato la tua.
Che hai sognato per me un futuro migliore,del tuo orgoglio per la mia libertà.per il mio non accettare compromessi,per la mia ribellione.
E sentirti ,mentre non mi vedevi, parlare di tuo figlio con orgoglio,mentre mi sepellivo in tutto ciò che ti ho taciuto,nella maschera che ho vestito nell'intenzione di non nuocerti.
In quella libertà della cui mancanza mi hai inculcato l'istruzione,l'educazione,del rispetto per chiunque,qualsiasi sia il suo sesso,la sua razza,la sua provenienza.
Di tutti i momenti che ci hai sempre dedicato,i tuoi spazi liberi dagli impegni.
Della tua disillusione di ritrovarci quando i tuoi impegni erano terminati,mentre noi correvamo le nostre strade.
Del tuo tacere.
Della tua consapevolezza, del perchè sono ancora qua,del perchè tengo tanto a mio figlio.
Tu me lo hai insegnato,con le tue parole,con i fatti.
Che ti sei sforzato una vita nella parte da padre severo,quando la dolcezza della tua anima si è sempre sciolta in ogni gesto, buono o cattivo che fosse, di mia sorella e mio.
Vorrei dirti mille cose,cavalcare il tempo,portarti con me nell'infinito.
Non voglio guardare la tua prossima fermata,fa male,mi strappa il cuore.
Non voglio che scendi da questo autobus,annullo tutti i campanelli delle richieste delle fermate,blocco le uscite.
Ma non ti posso vedere soffrire,non lo posso permettere,tu sai che ho visto la morte nei tuoi occhi,tu me lo hai annunciato.
Non sai quante cose ho già visto,quanto dolore ho già assorbito,quanto ne ho trasformato in piacere.
Voglio che rimanga il sorriso sotto i tuoi occhi celesti.
Non hai bisogno di sapere,vedrai da solo e allora potrai capire,che prezzo ha la libertà che tanto agognavi e che hai ammirato in me.
Non voglio che tu vada.
Ti voglio bene Babbo.
Sono con te.
Resta con Noi.
Qualcosa sta per cedere
Riesco a sentirla arrivare
Penso di sapere cosa significa
Non ho paura di morire
Non ho paura di vivere
E quando sarò disteso sulla mia schiena
Spero di sentirmi come mi sono sentito
E la difficoltà penetra
Hai bisogno di un pò di protezione
Diventa sensibile più della pelle
Voglio che tu sappia
Che non hai più bisogno di me
Voglio che tu sappia
Che non hai bisogno di nessuno,
Né di nient'altro affatto
Chi può dire dove ti porterà il vento
Chi può dire cosa sarà a distruggerti
Io non so, in quale direzione soffierà il vento
Chi può sapere quando il tempo (giusto) è arrivato
Non voglio vederti piangere
Io so che questo non è un addio
E' estate, posso assaggiare il mare salato
C'è un aquilone spinto fuori controllo nella brezza
Io mi chiedo cosa succederà a te
Tu ti chiedi cosa è successo a me
Sono un uomo, non sono un bambino
Un uomo che vede
L'ombra dietro ai tuoi occhi
Chi può dire dove ti porterà il vento
Chi può dire cosa sarà a distruggerti
Io non so, in quale direzione soffierà il vento
Chi può sapere quando il tempo (giusto) è arrivato
Non voglio vederti piangere
Io so che questo non è un addio
Ho sprecato (quest'opportunità)?
Non così tanto da non riuscire ad assaporarla
La vita dovrebbe essere fragrante
Dal tetto alle fondamenta
L'ultima delle rock-star
Quando l'hip hop guidava le grandi auto
Nel tempo in cui il nuovo media
Era la grande idea
Quella era la grande idea
Mio caro fratello, parlavo giusto ieri con un amico quasi paterno proprio di accettazione, dell'accetazione di lasciare andare le persone che amiamo...la morte è qualcosa a cui non vi è rimedio, è tanto presente quanto angosciante, eppure non mi spaventa su di me, so è che sono destinata a morire perchè sono nata, così tutti i miei cari, come ben sai, mio padre è morto all'improvviso, e l'addio glielo ho potuto dare grazie ad un sogno, è dura, anzi durissima, ma sfrutta il più possibile questo tempo, fai solo quello che ti senti, accettare, arrendersi non è facile...fai assaporare un pò di libertà a tuo padre...vivete questi giorni come se ognuno fosse l 'ultimo per entrambi...vedrai così sarà meglio...
RispondiEliminaSiamo abituati a dare per scontata la presenza di chi ci ama, siamo abituati ad avere mille attenzioni, siamo abituati troppo male...siamo di passaggio e anche la morte non è una fine ma solo un passaggio, loro non potranno morire se noi li teniamo vivi nei nostri ricordi, io lo so bene...ci sono già passata...
Vivete, vivete insieme...brindate alla vita fino a che ella vi permetterà di farlo
Un abbraccione fratello
un aquilone... quando si perde il filo, continua a volare sempre più in alto. :)
RispondiElimina"and it's you when I look in the mirror
and it's you when I don't pick up the phone
sometimes you can't make it on your own"
La morte è parte della vita. Tagore scrive: La morte disse io spingo la barca della tua vita attraverso il mare.
RispondiEliminaMa credo sia la sofferenza che noi non accettiamo. La sofferenza del non poter lenire il dolore di chi ci lascia e il dolore di lasciare qualcuno che porta con se tanti anni di ricordi, di qualunque tipo essi siano.
Io ho sofferto molto, mio padre mi manca moltissimo, ho tirato fuori una forza in quei giorni che non sapevo nemmeno di avere, per poi crollare naturalmente a distanza di due anni, cadere rovinosamente e poi risalire. I suoi occhi erano verde smeraldo, non azzurri come quelli del tuo papà, ma quando ne parli ho in mente perfettamente cosa ci si dice guardandosi in certi momenti. E' un'intesa, io so tu sai ma congeliamo il momento e facciamo come se non sapessimo. Io avevo trovato un modo per passare le lunge giornate in ospedale e a casa per tenergli compagnia, concentrava me, rilassava lui, leggevo. Ho trovato e scritto mille racconti, e leggevo, leggevo, leggevo e lui mi ascoltava avvolto dalle mie parole. Ho letto tanto da rimanere senza voce.
Ti abbraccio Nerì.
Eli
Tieni duro e dai a lui la più decorosa fine che si merita. Non abbandonarlo.
RispondiEliminanon ci sono parole che possano consolare e lenire il tuo dolore.Io ho perso il mio...pur di non vederlo soffrire ho pregato che la sua agonia finisse al più presto.Auguro al tuo papà un miracolo...o che non soffra a lungo.A te auguro di trattenere i ricordi più belli e a non pensare a nient'altro...con i se e con i ma, non si risolve nulla.
RispondiEliminaVorrei trovare le parole giuste per alleviare un po' la tua sofferenza, ma so che anche volendo non ci riuscirei.
RispondiEliminaPosso soltanto augurarti di superare questo momento, e stringerti forte al mio cuore anche se solo virtualmente...
Ti bacio, Poeta.
Sii forte.