Sentire Peter destabilizza la mia mente,
ascoltarlo l'altro giorno mi ha messo l'ansia.
Alla ricerca di un perchè,
scagliando su di me le colpe di aver abbandonato Mona al suo destino.
Di non averla fermata.
Anche se in cuor mio so che questa è stata la sua volontà,
che lei ha voluto così,
dissolversi senza che nessuno la potesse bloccare,rimane il dolore e l'amaro in bocca,il non voler accettare questa verità,il lasciarsela aggrappare alla pelle come una facile scusa.
E mi ricordo quando Peter ci guardava e rideva con noi,contento del sorriso di Mona,di quando scuoteva la testa alle nostre follie e ogni tanto veniva con Sophie a trovare nonna.
Non si è lasciata mai conoscere,chiusa in se stessa e io diario dei suoi momenti che lei ha nascosto a tutti,testimone del senso del suo rigetto al mondo,del suo bisogno di soffrire e di immagazzinare dolore,di espanderlo,manipolarlo,lasciare che entrasse dentro di lei,dove in realtà c'era già,ma non gli bastava,lo voleva,lo bramava sempre più forte,che tirasse la sua pelle,che esplodesse tra i suoi seni,che stridesse tra lo scivolare dei suoi denti e me lo trasmetteva piantandomi le unghie chiuse sul mio braccio e la lasciavo fare sentendo quelle lame di calcio spezzarsi e in silenzio la guardavo e assorbivo quello che potevo mentre il cuore sbatteva sul costato per uscire e il diaframma comprimeva lo stomaco per strozzarlo e il rumore di tempesta fermava la mia fronte per scialare alle mie orecchie.
Occhi negli occhi.
Come una sfida.
E stringeva ancora più forte,
ma non cambiavo,non davo segno del dolore,assorbivo tutto immobile nel lago del suo sguardo,alimentato dalle lacrime del passato che rimanevano a riempirlo senza esondare nemmeno una goccia.
Poi allentava la presa al mio braccio,allentava la rabbia,guardava i segni che aveva lasciato e si chinava per leccarli alzando gli occhi in un sorriso dannato,conturbante,tremendamente eccitante ed era pronta a riprendersi ciò che avevo assorbito nella mia rabbia, nella mia foga,nel nostro desiderio di condividerlo.
E voleva violenza,voleva possesso,dominazione,che aprissi tutte le sue ferite e la mia rabbia aumentava ed era ciò che voleva.
E poi è bastato una buonanotte a farmela tornare in mente avedere una parte del suo percorso,a graffiare ancora la mia anima anche se non per lei.
Ma quando ami il dolore,lo sommi.
E poco fa ho deciso di telefonare a Peter.
Mi sento come le lettere mai spedite al fratello,mai giunte a adestinazione,quelle che leggi dopo la morte.
Quelle che ti dovrebbero chiarire,darti una ragione,riuscire a creartela.
Non è facile.
E' facile scrivere qua i miei pensieri,i miei ricordi,ma non con lui che brama di sapere,che ne ha bisogno per farla riposare in pace in se,per liberarsi da quel senso di colpa che lo attanaglia,di non esserle stato vicino abbastanza.
Anche nella maledetta coscienza che non è così, fa male addossarsi la colpa.Io testimone,io reo di non averla fermata lo libera dal peso.Come fare per potergli spiegare che anche se lo avessi saputo non la avrei bloccata,me ne sarei andato con lei ed è per questo che Mona ha taciuto?Come dirgli che anche questo è amore?quello di fermare la sofferenza di chi ami,di aiutarlo a mettere nel bicchiere il veleno che lo può liberare?
So che capisci come mi sento.
E' per quello che lotto anche contro me stesso seduto all'inferno tenendo sul collo la chiave,se dovesse accadere,stavolta ci sarò e non come testimone.
Ciò che sto per dirti è proprio "inside"...
RispondiEliminaTu non hai nessuna colpa...nessuno le ha...
L'ho capito appena e non del tutto ancora dopo "sette anni"...A volte, ci sono volontà, destini e percorsi più grandi di noi e della nostra comprensione...anche se tali trame sono custodite dentro chi amiamo e ci ha vissuto accanto per qualche istante..."E' ed è stata una volontà" Ci sono anime che sviano volendolo inconsciamente senza saperlo e che per il tempo speso con noi ed in noi, non fanno altro che imprimersi come un saluto eterno...perchè questo è ciò che sono e sono stati...Solo passaggi per raggiungere poi un altrove che non è dato rivelarsi a tutti...
Sentieri sofferti o non...Accade che gli angeli, anche solo per un pò...passano da qui...magari crea loro dolore il nostro stupido mondo...al punto da apparirci "strani"...quando in realtà sono solo anime speciali che presto ritornano a casa...nell'altrove loro...So che hai capito cosa ti sto dicendo....e so che sai quanto tutto ciò è davvero "inside"...
Sorridi e liberati dal peso, amico mio...lei lo ha già fatto e vuole questo adesso da voi...
Dii questo a Peter...
Sta donna mi fa una rabbia oh....sto per scrivere un post e lei lo scrive identico ahahahaha ....beh identico no io sono un po' più ermetica ma avrei detto la stessa cosa.
RispondiEliminaUn tempo e a volte ci ricasco, pensavo che ci fosse un balsamo per lenire e una spiegazione a tutto. Non è così.
E ci sono stati d'animo e persone che hanno un mondo dentro di se, un percorso, che non è modificabile e non è una vera e propria volontà, è.....e basta.
Dobbiamo prenderne atto e se ci è dato godere di tutto ciò che ci danno o ci tolgono.
In certi casi, noi con la nostra capacità di scegliere e modificare abbiamo il compito di non farci tirare troppo giù.
E' un lungo discorso...ma credo più o meno questo.
Un bacio
... ti abbraccio, ho fiducia in te
RispondiEliminaConosci Mona, più di qualunque altra persona. Di lei conservi l'unico suo pezzo di cuore destinato ad amare. Questo devi raccontare a Peter, raccontargli il bello di sua sorella, delle vostre fughe, della resistenza, degli ideali che lei aveva. Tutto il resto, tienilo in un dolce sorriso e incarta il suo pezzo di cuore con i tuoi racconti.
RispondiEliminaPerchè nessuno può capire quello che è fra due persone, perchè nessuno potrà mai immedesimarsi nel tempo, nel cuore e nella mente. Potrà sapere, condividere per un attimo. Ma non è questo che Peter cerca. Egli cerca espiazione di un dolore che capisce essere anche suo, di una sorella che lo ha voluto salvare dall'odio verso il padre e dai suoi momenti di destabilizzazione. Sa che l'hai amata, sa che l'ami ancora.
Ogni volta che risente la tua voce la sua spada entra nella carne, per non uscirne. E non ne uscirà mai. E questo tu, lo sai.
Chiudo gli occhi e lascio scorrere una lacrima sul viso. Ma non è amara.
a volte bisogna solo lasciar spazio al dolore...
RispondiEliminacosi da poter comprendere che se il dolore può essere cosi intenso anche la serenità può essere altrettanto, una vita di sofferenza per raggiungere quell'attimo di felicità che ti porterà alla conclusione che non hai colpe...
ognuno è l'artefice del proprio destino, ma a volte, quelle volte, le persone, le cose non si possono controllare...
accadono e basta senza una vera ragione, senza una coerenza, senza una motivazione davvero valida o che almeno noi non possiamo comprendere o condividere e questo ci lascia spiazziati, vuoti, confusi, colmi di lacerazioni che per quanto possono cicatrizzarsi continuano a riaprirsi....
(ovvio che poi è sempre una opinione personale) ok, ho blabblableggiato abbastanza... =) buon inizio settimana..