A.s.j.s.

E mi chiedi se è possibile che le anime si incontrino.
Che sia segnato nel loro destino quello di toccarsi,
che basta poco per riconoscersi
e l'affinità diventa spontanea.
E ci si accorge di parlare la stessa lingua,
di essere sulla stessa linea,
di ritrovarsi nei propri sogni,
di riuscire ad acchiapparli senza chiedere,
di riuscire a convergere le proprie riflessioni mentre si parla,
di ritrovarsi a dire la stessa cosa
e sorprendersi sempre della magia di questo.
Ad occhi bendati,
nel buio,
nel silenzio,
lontani,
ci si può sentire,
come se il pensiero,
la propia anima camminasse sopra la massa
che ignara fatica a notarti
e non a caso ti ritrovi a seguire i passi della tua vita in un altro,
come se ci si conoscesse da sempre.
E i silenzi sai che vengono ascoltati,
perchè le anime che si incontrano,
le anime affini,
non hanno bisogno di parole,
capiscono al volo.
L'affinità non è una cosa che si crea,
che si può costruire,
prima o poi decade,
nell'egoistico interesse di chi la veste come maschera,
cercando similitudini di cui non conosce il significato.
E ancora ci stupiamo del nostro peccato,
ma peccare ci piace,
sempre se è peccato.
E diventiamo demoni,
di quelli che rigano la pelle di brividi,
che accarezzano l'anima,
come il sorriso delle acque di un lago,
che riflette la luce nell'empatia,
nell'incontro di spiriti liberi.
E quando ci si tocca,
quando ci si sfiora,
quando ci sente dentro alla nostra anima affine
e lei dentro di noi,
diventa un bisogno,
"innegabile",
quello di sentirsi,
di parlarsi,
di toccarsi.
E il sentimento diventa inusuale,
potrebbe essere pericoloso,
se non lo si sa vivere,
potrebbe far male.
Ma sappiamo che ci siamo.
Ma non ci si abitua alla parola
Ti amo.