OREN EMATAC

Nei miei sogni i cerchi rimbalzano nella mente,mischiando il reale con l'onirico,il desiderio con la carne,le sensazioni con le emozioni.
E una lama viene da lontano fendendo l'aria,non la distinguo ma sento che sposta pianti e silenzi e la vedo avvicinarsi e non è una lama,ma una mano che mi invita.
Afferra la mia,mi attrae a se.Sento il suo corpo sul mio e le labbra che si cercano e lo sciogliersi lento della tensione,sostituita dalla passione.E la paura svanisce coi pantaloni,mentre le maglie si alzano scoprendo la carne.Voraci morsi ne sciolgono il sapore mentre spontaneo inizia il lento gocciolare di bollenti labbra.



E la mano mi attira al piacere,mentre il mio capo scende sovrano tra turgidi seni,rigando fianchi e le mani si muovono come aquiloni fruscianti nel vento.
I lamenti suonano l'aria dei loro sospiri eppure tutto si snoda in movenze in ali bagnate finalmente da un uomo.
Freddo acciaio che accarezza il mio corpo,
le tue labbra serrate fra i denti guardano i bottoni al taglio sospinti.


E le lame scendono lente sul tuo piacere,quasi a recidere la rosa,si fanno strada ad accarezzarne il miele.
Confusioni di sapori,mentre mi accogli in te con la mia forza e la voce sembra cantare
toni assordanti del nostro godere.
Ed ora è il dolore a lasciarsi andare ,
a sciogliersi nel nostro piacere
tutto salendo
in un susseguirsi di possesso ma non di uso.
Conclude la pace,coi suoi suoni placanti,distendiamo i corpi
senza staccarli.
E si fa strada nel buio
quell'istante sublime,
tu che copri il tuo pudore con uno straccio
e ti appoggi al mio petto.
Silenzio.
Pace.
Casa.