OREN EMATAC

Questa sera in una pausa del lavoro,sono uscito all'aperto.Forte scirocco imperava nell'aria,l'annuncio di una tempesta.
Un'idea,
una voglia,
un richiamo.
Mare.
Rientro.
Finito il lavoro,pochi km e il mare è lì.
Calato il vento.
Luna calante.
E le onde riversano sulla spiaggia il loro lento battito.


Quale miglior atmosfera per accendere una Lucky,lasciare che la leggera brezza bruci il suo esterno e consumare boccate di fumo al suono delle onde,all'odore di salmastro che si spande sulla mia pelle,
all'ancora silenzio primaverile che posa la sua umidità sul mio viso,tirandolo col sale sciolto nell'aria.E lasciare che tutto si avvolga nel momento,in quel riflesso che la luna specchia sull'acqua,nelle parole taciute,ma significative nei silenzi.
Come un canto di sirena che penetra dalle orecchie sino tradursi in parole nella mente,per poi scendere al cuore.E trovare nella spuma bianca dell'onda il riflesso di ciò che stai cercando,che stai sognando,che stai vivendo.Quanto è forte il legame della natura,per un lupo sceso alla riva del mare,che vede stagliarsi sulle onde la sua nave da vichingo,il destino che rincorre nelle ali di un sogno ciò che solo noi riusciamo a vivere.
Al di là di ogni immaginabile quiete,combattuto da insignificanti urla che opprimono,come sottili lame a perseguitare lo stomaco in una voglia di dimenticare,di incastrare i ricordi su un portariviste ,forse troppo pieno da tempo,che è ora di spulciare e archiviare in fascicoli che stendono il cuore come un ventaglio per poi richiuderlo quando il vento,quello che lambisce ogni sensazione di bisogno di noi,basta a riempire quel vuoto latente.
E come l'onda del mare riversa la sua carezza sulla battigia rapendone l'essenza nel suo riflusso,il mio respiro solca il tuo corpo cogliendo gli odori che mi fanno tuo.