Come se un pennino intinto nel nero inchiostro stampasse le sue lettere sulla nostra pelle,diario della nostra vita.
Tatuato nell'anima e scorrendo il nostro sguardo sulle nostre braccia ,sulle gambe,sul torace,sul ventre sull'addome,sulle gambe e sfiorando con le mani le spalle,il collo,il viso,cercassimo tutte quelle cicatrici che ci hanno segnato.
Tramutando il tocco nel ricordo della ferita,nella malinconia di quelle che sanguinano ancora,che ancora sono legate dal refe dei punti.
Eppure il pennino continua a scrivere il nostro percorso a tratti duro riga la pelle,altre lettere vengono scritte con la leggerezza di un pennello,ma è la vita che è scorsa ora macchiata da quell'inchiostro.
Istanti di serenità,mista ai dolori,alle parole non dette,a quelle dette ma mai ascoltate,alle passioni,alle nostalgie,al ricordo di persone a cui abbiamo dato l'eterno facendole vivere in noi,agli squarci,alle carezze,ai pugni chiusi,agli schiaffi,al coraggio,alla paura di non rinascere.
Righe che scendono lungo la colonna vertebrale,testimonianza di voce che non esce bloccata dalla mancanza di ascolto,di comprensione,di paura nel sentire,di mancanza di attenzione,di facile usualità nel perpetrare le cose,di piccoli gesti che fanno sentire di non essere soli,della voglia e bisogno di toccare per sentirsi veri,di condivisione fallita,il bisogno di dire abbiamo e non, ho,dobbiamo e non, devo,facciamo e non, faccio.
Ma le scelte sono difficili,e vogliamo ancora capire,illusi di allungare le mani dietro la schiena a cercare cicatrici anche là,mentre in realtà non è che un abbraccio sperando che tra le nostre mani e il torace ci sia qualcuno anche solo per guardarlo ancora una volta per dare luce alla malinconia,per fargli capire che anche noi abbiamo un'anima che prova sensazioni,che non è così forte come ha sempre creduto,per dividere con questa persona i frammenti di una frazione di vita,di destino.Quello che è stato,quello che la realtà dice che non è più.
Vivere non è perdere tempo,
ci aiuta ad essere ciò che siamo.Come in una favola la finestra ove si affaccia la luna e là in alto.......
Aspetta di essere spalancata ma...
Vivere o Sopravvivere
senza perdersi d'animo dai
e lotttare contro tutto contro
...cmq mi piacciamo
Oggi non ho tempo oggi voglio stare spento
Vivere e'passato tanto tempo vivere...gia'spesso i giorni passano uno uguale all'altro nel bene e nel male,si pensa che il tempo si sia fermato mentre noi frettolosi non ce ne accorgevamo.Eppure la lancetta gira,gira a scandire un tempo che come una spada di damocle cadra'sulle nostre teste,stoppando il tempo.Allora solo allora capiremo che stavavo vivendo! Un bacio Nero buona serata. PS stasera entrando ho pensato di aver sbagliato blog,ma veramente eh la nuova foto mi ha spiazzata.Ma e'tanto forte quanto vera.Ciao :)
RispondiElimina...non guardo più le mie ferite perchè nessuno mi identifichi con quelle, loro ci sono, ma non sono l'intera me...che gli occhi, le mani, i pensieri si posino su quella che io sono e che sfiorino i miei tormenti e li dimentichino attraverso tutta la passione che so...
RispondiElimina..il tempo passa,
RispondiEliminaspesso ritornano gli errori,
i treni continuano a fischiare,
la Notte è sempre il mio rifugio.
Vivere..sto imparando ;-)
B_giornata, tvb
"C'era una volta una Bambina che camminava da sola lungo un sentiero attorniato da grandi alberi con le fronde spumose di foglie verdi.
RispondiEliminaCamminava serena anche se un pò temeva le ombre dietro ai tronchi da cui sembravano trattenute. Avanti a se il suo sentiero, vede sfilare una lepre che saltella sulle sue zampette. Poi un cerbiatto che la guarda curiosa e sorridendo si immerge nel bosco. Lei sorridendo a quelle visioni continua il suo percorso che sale seguendo una lunga fila di formiche in processione al nido. Comincia a canticchiare una canzone che la rallegra e le tiene compagnia.
Un tronco traverso sul sentiero la fa fermare. Lo scavalca lentamente entendo sulla sua corteccia il tempo passato. La malinconia delle sue scaglie rugose che le rimangono sulle mani. Le stringe e va.
Là in alto domina la luna alla fine del sentiero. E la sagoma di un Lupo è disegnata nella facciata. Sente il suo ululato ma non lo teme. Giunge in cima. Un enorma prato ricoperto di belledonne sbocciate al tramonto. Si siede tirando fili d'erba e il Lupo si siede di fianco a lei. Accostati guardano la Luna che li accoglie conm sorriso materno. Ed ora il Lupo intona la stessa canzone e la Bimba appoggia il suo capo sel pelo del dorso. E chiude gli occhi e sogna. Ma non sono più sul prato ma sulla Luna."
Così mi sono addormentata ieri sera. Serena nel cuore, delusa da un mio comportamento, ma con un sorriso sulle labbra perchè avevo una mano nella mia.
A parte il fatto che l'ultima immagine è veramente bellissima...
RispondiEliminaCredo che le scelte siano una costante inevitabile che ci accompagna per tutta la vita... dobbiamo cercare di fare del nostro meglio, e di scegliere quelloche ci fa stare bene... tutto il resto verrà da sè...
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RispondiEliminaCondivido quello che hai scritto in questo post.so di non essere l'unica.
RispondiEliminaTi ho "scoperto",caro Nero,perchè una persona mi ha mandato un frammento di questo tuo scritto...così googlando ho trovato il tuo blog e sono entrata nell'atmosfera magica delle tue parole.
grazie per condividere i tuoi pensieri.
Un abbraccio
SDS