Noir Desir

Il vento, che accarezza il viso,
continuo.
Trattiene i pensieri infilandosi sotto il casco.
Oren è di nuovo in moto.


Il suo rombo.
L'aria.
La strada.
Mentre piccoli sassi schizzano al passare delle gomme
e il sole riflette sui neri occhiali e la mente si libera nel profumo della primavera, che, violenta,entra dalle narici.
Si sale evitando le strade asfaltate,lungo il corso del fiume che percorro al contrario della sua corrente.
Allietato dalla direzione.
Una meta.
Il crinale che blocca il mio sguardo.
E intanto ronzano i pensieri ,come gli ingranaggi di Pippi.
Mi piacerebbe sentire l'abbraccio del mio cucciolo dietro di me e percepire il suo sguardo che spazia sul paesaggio curioso.
Aumento la velocità,anche se in realtà Pippi non può dare di più e con lei salto sulle buche,sentendo la polcere alzarsi.
Arrivo.
Sul crinale.
In questa giornata tersa dal sole riesco a spaziare il mio sguardo,scende nella Val Tiberina,lo lascio andare e con lui i miei sogni,i miei pensieri,il mio cuore.


E al limitare del bosco,
dove mi sono fermato,
spezzo gli steli di viole,
la loro purezza,
rinnovata ogni giorno
in un nuovo mazzo,
mentre il sole si specchia
nel neo giallo
della loro corolla
e mi tuffo nel calice,
nel loro velluto
calpestando scalzo
petali viola
e sorrido
al mio cuore.

Rimonto su Pippi
e come su una fune percorro il crinale,
scheggiando la terra che cade dai lati.

Mi fermo,
do rombo al motore.
Davanti a me una ripida discesa sterrata.
Mi tolgo il casco.
Lo fisso alla moto.
Eccito ancora gli ingranaggi di Pippi
e girando l'impugnatura destra al massimo verso di me,
mi lascio andare.
Vento.
Strada.
Rombo.
Infinito.