Adoro questo silenzio,
il frusciare delle foglie alle tue parole,
che vibrano la comprensione
e sollevano la complicità tra le felci,
abbracciandola con nodose radici,
che stringono il tronco.
Cola la linfa dalle gemme nascenti,
liquido confuso di noi.
Mi piace questo vuoto attorno,
mi aiuta ad ascoltare il fermento,
che sovrasta quelle lacrime di dubbia realtà,
che colano su chi ha fatto del pianto la sua vita,
la sua maniera di comunicare,
di attirare l'attenzione,
confodendo gli sguardi,
nascondendo i pensieri.
Odio chi fa i conti senza l'oste,
soprattutto quando li fa su di me,
credendosi di accarezzare il mio velluto per imbonirmi,
per prostrarmi chino in ginocchio al suo volere,
architettando le sue macchinazioni,
senza chiedere,
dando per scontato che io accetti.
Ma si sa sconti non ne accetto e non ne do.
E non è mia la spontanea prerogativa di crearmi il vuoto attorno,
la mia è di attirare,
ma il vuoto lo creo per eliminare.
In un taglio di silenzio,
quello che non emette suoni.
E l'istinto agisce
e le macchinazioni a mio sfavore
si trasformano in armi dal taglio profondo,
che scivolano sulla mia pelle
e riflettono sul mio sorriso
che accompagna l'eliminazione radicale.
Odio la menzogna,
ma ancor peggio,
odio chi si nasconde dietro una mancata verità,
adducendo scuse e sconti per lenire il danno.
E poi stretto nella sua solitudine cerca di arrampicarsi su specchi,
che sembrava avere infranto.
Questo sembrava è solo suo,
perchè in realtà il riflesso non c'è più
e la falsità che lo accompagnava,
lo rende falso dalla nascita.
La fiducia si acquista col tempo,
a volte nasce spontanea in un battito d'ali di farfalla,
ma si perde in un crollo senza possibilità di recupero.
E l'istinto muove la mano,
premendo sul pennino che rilascia il nero inchiostro
e di getto scrive"Ed era....spalla a spalla"
E la ragione si stende sull'animale
e si apre su uno scenario che non è più uno specchio,
ma una trasparente linea d'acqua
e si increspa in onde in alcuni punti,
quelli che vomitano sui giudizi
e sui giochi di sentimenti velati
e poi lanciati a difesa delle proprie colpe.
E allora il lupo gira il capo di scatto
e comprende che quella chiave che teneva al collo,
non l'ha mai rubata,
ma gli appartiene di diritto,
perchè sa usarla,perchè lui sa morire
e non lo racconta solo per romanzare la sua persona.
Abbiamo immagini fantasiose di vampiri,
coi denti aguzzi e sporgenti dalle labbra,
colanti sangue.
Succhiatori di energia,
spesso quella che gli manca,
che volgarmente,
ma nella maniera più reale che esista,
non è altro che sinonimo di mancanza di coglioni,
giocando col culo degli altri,
come parassiti dell'esitere.
Il fermento continua a muovere l'aria,
indispettito dall'invulnerabilità del nostro essere Noi.
La rabbia lo acceca dalla paura che dovrebbe temere.
Una forma sottile di sottovalutazione.
Mi accendo una Lucky con un fiammifero.
Do fuoco al silenzio,
che cadendo a terra,
non può che essere schiacciato dai miei piedi.
I
I Tuoi Silenzi
RispondiEliminaCome il Tuo Vuoto
contengono Universi Interi al loro Interno.
Sai essere Spietato con chi merita
senza Confusione alcuna.
Non servono nomi
Si Intuiscono le Ombre
Si conoscono le poco Velate Essenze
Se ne riconosce il puzzo.
Ed il Vuoto divora lo Spazio che te ne separa
colmandolo di Silenzi che pochi orecchi sanno "Sentire".
Ti faccio Compagna
Spalla a Spalla.
Accendo una Lucky ed attendo.
Non vado di Fretta.
Non v'è Tempo che non Venga ...
Per Tutti!
PS: spero Tu sappia mantenere Integra la Tua Rabbia, Adoro nutrirmene Mentre mi sbrani ;)
Carissimo fratello scusa la mia assenza, vado sempre di corsa...ma ho un obbiettivo e non mollerò fino a che non lo raggiungerò! profitto e continuo a studiare in questi giorni, un grosso abbraccio con affetto, serene festività
RispondiEliminaCiao,bello il tuo scritto,complimenti,è come un poema antico ma molto attuale.
RispondiEliminaGrazie per la tua visita da me.