Nero_Catrame stanotte non tiene banco.Si limita a sfogliare le carte in un solitario.Perchè non ha voglia di sfide.
Ascolta lo schiocco del mazzo e il fruscio leggero con cui appoggia sul tavolo le figure che compaiono tra le sue mani.
E non a caso,perchè il caso non esiste,si rende conto di come le carte si incastrino a volte facilmente nell'intricato gioco.
A volte finisce le carte del mazzo,altre rimane con le carte in mano.
E allora pensa che ci sono momenti in cui il gioco fila liscio,e tutto sembra facile,ma proprio all'ultima carta ci si accorge che il solitario non è completato.
Ma questo è un solitario,non si gioca in due,quando la complicità ti unisce e qualcosa nasce e le parole sembrano trovare comprensione,ma alla fine ti accorgi che è solo uno che parla e l'altro non fa che dargli ragione.E magari si crea un vestito che gli possa somigliare,magari affascinato dall'altro si cerca di piacergli con quello che a lui aggrada.
A volte ci si perde dentro quel vorrei essere come te senza dirlo.E si continua nella finzione senza capire che si danno aspettative,che comunque si è in due a crederci sino a quel momento.
Poi arriva il carpe diem,l'attimo fuggente in cui dovresti cogliere il frutto del tuo percorso ed allora più che mai devi essere in due senza scuse,senza paura ad accettare ciò che è o ciò che hai pensato che fosse sino a quel momento.
Succede che quel momento si perda,che uno dei due rinunci,che non si senta pronto,che non si senta disposto a giocarsi tutto se stesso,che tralasci i particolari della maschera che si era costruito sino a quel momento per piacere.
E tutto più o meno lentamente comincia a sgretolarsi,e i ricordi di ciò che è stato non sono più risate piacevoli della crescita insieme,ma malinconie.
Ma tutto il percorso con le sue conseguenze rimane nel cuore di entrambi.
Uno dei due,chi comunque è se stesso,molla,si rende conto che il momento propizio è passato e non è stato per caso.
L'altra parte si sente l'unica ferita,si sente la più debole e arranca con le unghie su specchi che non riflettono la propria immagine,diventa fobica,dimenticandosi spesso che anche chi sembra il più forte in quel momento ha un cuore,una sensibilità,che comunque è dentro il suo cuore,che la sua gentilezza sta nella comprensione,che non ci tiene a farlo soffrire.
E l'altro non ascolta,le parole entrano dentro di lui,ma non ha voglia di elaborarle con la mente,le ricaccia,magari ferisce per reazione incapace di riuscire a vedere di non essere solo,accecato dal proprio egoismo di possedere il suo sogno,finge di non capire perchè non gli aggrada,non si rende conto della sua perdita di rispetto.
Lenta è l'agonia,perchè chi è se stesso comunque non è indiffernte al dolore dell'altro e accusa i suoi schiaffi morali anche se ingiusti.
Eppure si continua barare,a cercare di disporre le carte perchè il solitario riesca,ma appunto non ci si rende conto che è un solitario,che si sta giocando da soli,sbattendosene dell'altro.
Se poi succede che il più forte trovi un'affinità legante in qualcunaltro,la fobia del solitario diventa oppressiva,cerca a volte di imitarlo per riproporsi,altre di criticarlo senza mezzi termini,di dissuadere in tutte le maniere,di cercare cosa ci trovi l'amata/o nella terza persona che lui o lei non possiede.A volte poi si sente in dovere di combattere una battaglia che non ha senso,dichiarando ora amicizia,ma non è altro che un perpetrare il suo egoismo.E quando vede che l'affinità tra i due scorre liscia e si tramuta in qualcosa di grande,di importante,la nega,diventa totalmente cieco.
Ha bisogno di forza,di tanta forza in quel momento per riuscire a fermarsi un istante e guardare dentro a se stesso.A capire che la felicità di chi si ama o si crede di amare è importante anche se non condivisa con se stessi.Che la perdita fa male,ma non si può star male in tre per colpa sua.E bisogna ritrovare la forza di partire,di lavarsi il viso dal cerone fino ad allora spalmato sul propio viso,essere se stessi e ricominciare tutto da capo.Magari si piace di più anche alla persona che si sa di avere perduto in amore,ma si può mantenere l'amicizia.Ma questo può accadere solo se si è amici in due,se uno dei due non lo è prime o poi i binari si dividono e si rimane con le carte in mano di un mazzo senza comprendere che per giocare una partita bisogna essere in due,se no è un solitario.
...El amor esta donde se encuentra,
Rara vez donde se busca,
Yo te busque por todas partes y ya te encontre,
Ahora no te voy a perder...
Ho letto e riletto questo post a tratti difile da capire..a tratti per chi ha vissuto cosi'..fin troppo facile... C'e'solo una carta che manca in quel mazzo che tiene in mano l'Uomo l'unica che realmente serve,cerca ma che nessuno ha costruito per lui..poiche'lui stesso e solo lui e'in grado di cercare..trovare per poi far sua..la carta indefinita senza colori ne figure totalmente neutra poiche anche il bianco e'un colore e per ora,ancora non gli appartiene una carta stampata a fuoco sigillata con il rispetto,fiducia,serenita',forza,lealta'...un asso nella manica che ad ogni vero giocatore delle vita non puo'mancare...MAI Ha le capicita'per farlo basta attendere e che ne acquisti consapevolezza..Buona domenica Jas.
RispondiEliminaPerdona un po di incartamento nella scrittura sopra ma la fretta,non aiuta mai.Posso chiederti perche'scrivi in spagnolo?lo sei?
RispondiEliminaE' interessante giocare al solitario.
RispondiEliminaStudi le tue mosse, ti permette di capirti, vedere le tue carte.
Perchè no, poter anche bluffare con te stesso.
Bello poter giocare in generale e sapere che le regole le fai per infrangerle.
Se poi trovi con chi giocare non è più un solitario, ma le regole sono ben definite. L'importante è metterle sempre in chiaro.