dire che sono difettosi,
che sono andati a male,
nascondere,
che si sono mescolati nell'acqua per sbiadirsi,
cercare di incollare tra loro tutte quelle setole,
che ora il vento spazza lontano,
quello che si è fermato,
quello che le univa.
E scorre in immagini il silenzio,
quello che soffia sulla pelle,
a ricordare che li bruciava,
che nulla è per caso,
tra gli angoli bui di un'estate senza fine.
Scavare nella mia mente,
troppo spesso è come fare un buco nell'acqua,
ne esce un riflesso che è un ombra,
di cui ti immagini un volto,
come tra i contorni sbiaditi di una fotografia
e le briciole di me che lascio alle mie spalle,
non sono il segnale del mio ritorno.
Spesso non giro la testa,
per fare vedere che piango,
quando non dovrei,
dato l'insistere della mia contiua mattanza.
E' come se si sentissero sotto tamburi africani insistenti e gong, suoni spezzati e soffocati e poi esplosivi....una danza di parole scritte bene ma dalla scia amara.
RispondiEliminaPerchè non ti volti mai?
la scelta delle immagini fa ovviamente da perfetto contorno.
A volte penso chissà come sono i tuoi piatti.
Dato l'insistere della mia continua mattanza.
RispondiEliminaSiamo in due allora...Mi è piaciuta molto questa tua poesia o scrtitto come preferisci.
Trovo che sei davvero bravo ad esprimere in versi i tuoi stati d'animo. Non sono le solite poesie, sono non comuni.
Mi è venuta un'idea. A breve ti dirò.
Dentro amarezza
RispondiEliminafuori pezzi sconnessi
distorsioni di eventi passati
misere macerie
scie bianconere
-nessun rosso-
dinamiche di menti stanche
desiderio insito di logorarsi nel proprio sangue.
Questo mi hai trasmesso, questo ti scrivo
MC