mercoledì 8 maggio 2013
Si dice ,
che l'unica volta, che arrivó in ritardo, fu quando nacque. Nessuno é mai riuscito a spiegare il perché o a trovare una motivazione plausibile a questo evento.In effetti é che nessuno se ne é preoccupato di questo fatto.
Da allora, in qualsiasi evento, movimento della sua vita non solo fu sempre in orario,riusciva a battere il tempo, come lo potesse prevedere,come foglie che si staccano dall'albero da sole,prevedendo, che sarebbe il vento a farlo.
Sconcertó sua madre, quando il primo giorno di scuola lo trovó ad aspettarla all'entrata,vestito come lei avrebbe desiderato, pettinato come a lei piaceva, con lo zainetto sulle spalle,mentre l'ansia della sua sparizione momentanea aveva congelato ogni movimento in lei.
A volte la causa veniva fatta cadere sull'emozione, su una forte pignoleria e perfezione che il bambino e poi ragazzo dimostrava in ogni cosa.
Passó quasi inosservato, quando lo incontrarono seduto di fronte alla stanza dell'ospedale ,mentre la lettiga su cui giaceva sua nonna percorreva i corridoi per raggiungerla.
E c'era quella ragazza, a cui lui piaceva molto , che ringrazió il destino per aver potuto scegliere quella poltrona del cinema ,che le permise di sedersi accanto a lui.
Il suo datore di lavoro aggrottó un poco la fronte ,quando nell'esatto istante in cui stava licenziando uno dei suoi dipendenti,incontró il suo volto al di lá della porta del suo ufficio e si felicitó della sua fortuna in seguito della pronta assunzione.
Sua moglie non intese, come poteva trovarsi a casa nel suo orario di lavor esattamente 10 minuti prima ,che inavvertitamente perdesse le acque.
Neppure quelle lacrime e lamenti pochi istanti prima che il telefono suonasse per annunciare la morte di suo padre.
E nessuno si chiese. cosa faceva alle pompe funebri per concordare il funerale di sua madre, un'ora prima del suo improvviso decesso.
Sembrava scontato ogni suo repentino cambio di umore,il fatto che dal nulla si vestisse per uscire senza dare spiegazioni,se non al ritorno, come se tutto fosse normale.
I suoi occhi non riflettevano la gioia, la felicitá, probabilmente annullata dalla previdibilitá di ció che sarebbe accaduto, di ció che voleva accadesse.I suoi muscoli riuscivano a nascondere il peso della consapevolezza del dolore.
E fu alla sua fine,quando ancora poteva non essere la sua fine,
che decise di giocare con la morte.
Il medico legale, non seppe spiegare, come quel corpo che incontró quella mattina sul marmo, gli sorrise,prima di spegnersi.
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è un testo molto bello anche senza capirlo...
RispondiElimina" la diversa percezione del tempo " ... allora c'eri anche tu ieri l'altro, di pomeriggio !!!
RispondiEliminapiace !!!!!!
Belissimo racconto sulla vegenza e sulle consegueze che avrebbe se tutti avrebbero tali doti . Ogni cosa diventrebbe scontanta ( penso che il peso della certezza del futuro ci schiacerebbe molto di più di quanto fà la sua imprevedibbilità).
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