Briciole di sale sparse lungo il corpo in questa danza della tormenta del vento, che soffia come brezza la sua potenza.
Bruciano e graffiano fino quasi a stridere, aggrappandosi con le unghie ai quei brandelli della ragione che lentamente si asciugano e lasciano spazio a la follia , che follia non e'.
Dare luce al catrame e scioglierlo lentamente con quel bagliore di fiamma tricolore, che brucia lentamente tra le dita , sciogliendo quella crosta di nero dall'interno, che vorrebbe gridare , la necessita' di mani che afferrano la presa sopra le pelli.
E si cerca di contraddire se stessi, incapacitati di stupirsi che per quanto si cambino i fattori la somma rimane sempre 2.
Un risultato certo tracciato con la punta d'inchiostro nero su un muro di una stanza buia , dove la luce da vita al diamante.
Urla il bisogno del desiderio, che non passa , che mischia queste briciole di sale di cui siamo golosi.
Una fame che lascia il bruciare di carne intrecciata, che asciuga lentamente ogni paura, ogni remora, ogni respiro, affondando nelle pieghe il piacere dell'attesa , che segna la pelle, lasciando un marchio indelebile come un lampo di acetilene nel buio.
Crollano i forse, si assottiglia il significato di credo e nella diversita' di due elementi, si inizia a sentira una sola voce, il suono di un solo passo.
E per sovrapporci all'unisono ci cospargiamo di pece.
Unisolamente (non ne sono certo, ma da me testé e da io testé e per te testé, ci si comprende) la pece unisce.
RispondiEliminaDovrei sbiadir la mi di pece per avvicinarmi a talune sfumature ... ma i ricordi si son persi nella nebbia ed il sale è stato bandito da secoli!
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