I pensieri tornano indietro nel tempo,
come scie di questo cammino senza fine,
quasi a spazzare le orme.
Le accarezzano.
Con le unghie grattano quel nero asfalto,
come a spazzare quel velo che si e' posato sopra il passato,
un velo che non copre i riflessi di ogni angolo,
di ogni odore,di un suono, che la mente collega a cio' che sono e mai a cio' che son stato.
Come lame solcano ancora quelle ferite,
dando luce a cio' che non c'e' piu',
che sicuramente non incontrero' nei passi che continuano a susseguirsi,
ma che e' sempre con me.
Gli occhi osservano i rumori di passi pesanti,
non e' specchio quello che riflette dai tuoi,
non puo' esserlo.
E' la comprensione,la consapevolezza del peso,
sebbene di una vita differente,
minuscole particelle senza materia che si incontrano,
comela polvere spazzata dal vento,
che cade da una foglia per appoggiarsi ad un'altra.
Al di la' di questo fumo,che specchia le ombre,
che le inganna facendole somigliare come immagini speculari,ci stanno le mie stanze vuote,
quelle che ho chiuso perche' nessuno puo' riempirle,
nessuno e' in grado di calpestarne il pavimento,
se non cadendo in basso.
Eppure quello che chiamiamo specchio,anche se non riflette l'imagine di quello che siamo ,se non, troppo spesso, quella che vorremmo vedere,il fumo si dissolve,
senza il taglio di lampi di luce abbaglianti.
E si cammina lentamente,senza disperdere nulla,
nella semplicita' di mettere in gioco noi stessi e di accettare indiscriminatamente come siamo.
La perfetta imperfezione.
Oh si Nero siamo delle perfette imperfezioni, amo dirlo anche io, e lo dico spesso, illudendomi che sia vero. forse sono una imperfetta imperfezione, schegge di tante me che stramazzano al suolo ogni giorno e cerco di sollevarne i piccoli frammenti, inventandomi qualche allegria. Io contrariamente a te, ho fatto calpestare il suolo dove vivo da molte persone che non m'hanno capita ne accettata, ed ora vago, come un cristo senza croce, faccendo la mia via crucis...
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