Quattro passi sono niente se il passo è quello di un gigante,però passi così lunghi nascondono alla vista tutti i particolari del percorso.
Come rimanere incantato con le labbra sospese nel silenzio,graffiando la luce bassa
con il riflesso dei denti,mentre ti guardo e tu dormi.
Immagini appaiono ad ogni centimetro delle tue curve che tagliano di netto la penombra,in un pomeriggio che potrebbe sembrare lontano.
La prospettiva non si perde nel fondo e i quattro passi sono coperti dalla vista.
Seguo pigiando i tasti della tua carne,senza lasciare segni,senza indugiare in quelle voci ,che sembrano le mie,nel suono del vento,che spazza le foglie,solo per ammassarle da un lato:quei rami pieni di spine,che ancora graffiano,quel dolorelatente a cui no ci si abitua,ma ti accompagna ,amico.
Ti rigiri nel letto,suono di una pagina sfogliata che lisci con la tua mano stendendola su quella precedente.Un foglio bianco da imbrattare,da segnare di vita,gocce impetuose che si aggrappano alla pelle.
Un istante di silenzio di vento e le pareti cominciano a tremare.
Io non ho mai suonato il pianoforte così però ghghgh....nerì la ricetta mi devi dare eh
RispondiEliminaresta che sei un poeta maledetto :-)
I passi lunghi non servono, devono essere sufficientemente brevi da godersi tutto il paesaggio ma anche veloci per riuscire da godersi il più possibile in questa breve vita.
RispondiEliminaA presto Nero, un abbraccio
Bello suonare pianoforti di carne.
RispondiEliminaBello scrivere su pagine di pelle.
Sempre bello leggerti.
rimango incantata..
RispondiEliminaun bacio
SdS