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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

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venerdì 22 luglio 2011

Abbagliati dal buio

Non accadeva da tanto tempo di rimanere senza pc e i pensieri che si rilassavano nell'uso tornano forti,mai nascosti,ma limpidi e puliti,senza immagini se non dettate dalla fantasia,dai ricordi,da quelle migliaia di fermo immagini che fissano le emozioni ,impressionandole nell'anima,sorridendo con lei o graffiando pesantemente.
Un salto di nuovo vero da questo lato della luna,lontano dai riflettori,dove il pubblico ascolta non lasciandosi rapire dalle immagini e segue il tono della voce cercando di puntare gli occhi sulla provenienza.
E come pioggia cadono le parole ticchettando sull'asfalto ormai privo dei significati di un tempo,quello che ho amato,leccato,metabolizzato e espulso come scorie di un passato a volte digerite male,ma che sempre hanno lasciato il loro graffio del vivere.
Tutte quelle migliaia di verità sullo stesso punto che si tengono strette tra le proprie mani in attesa del proprio turno,pronti a giocare la propria mano,a sostituirne all'occorrenza,a volte sicuri di ciò che si ha,altre bluffando.Sorrido perverso a quelle che si creano per nascondersi dietro un finto scenario che non appartiene,facendo di se quello che si vorrebbe essere,ricacciando il proprio io nel buco grondante da dove era uscito,vestendo cappi che stringono al collo come cravatte allentate o solamente stampate sulla camicia.Verità messe in fila ,come sigarette già pronte, rullate nella maniacale voglia di apparire come,messe in fila dentro scatole vuote che rimangono tali rimbombando il vuoto della propria mente,della propria anima nascondendo il proprio essere dietro un assurdo "essere coerente".
Ghigno spingendo lontano queste immagini di specchi preconfezionate, modellate all'istante nell'assurda convenienza del materiale,nella paura di sentirsi soli,nel rimanere aggrappati a caccoli di naso che grondano e là dove la povertà di anima vive basta uno sguardo per rapire, un sognare di essere,un volere appartenere, un sentirsi parte di un eco lontano solo perchè coetaneo.
E mi siedo guardando questa voglia di trasgredire,di sentirsi portatori di saggezza,di pretendere di fare universali le proprie sicurezze e di imporle agli altri,come regole di vita terrena.
Sfido chiunque a portare verità assolute ,che non abbiano interpretazioni differenti, che non siano la nascita e l'essere morto.
Ammiro la fede di chi ci crede e le porta avanti nel suo essere vivo e combatte perchè vengano rispettate pagandone le conseguenze.
Quanto abuso del dolore che grandina sull'asfalto,questi lamenti continui del propio male di vivere,questa incapacità di sapersi fidare nascosta nel non fidarsi di se stessi.

In fondo come fidarsi di se stessi se siamo i primi a cui mentiamo?

Vedo gente continuamente varcare la soglia dei gironi,nel volere provare,nel volere dimostrare che,
in fondo la vita è fatta di errori e purtroppo non è parandosi il culo che si impara.E il dolore non è quello che ci siamo procurato,ma quello che ci ha portato a farlo e continuo a vedere sorridere,scrollando sulle spalle la vita chi ha veramente sofferto e continuano a darmi fastidio quelli che sono in eterna cura dal medico della vita e si aggrappano agli altri pietosamente,come se la natura perdonasse la nostra incapacità di essere.
E continuano a passare immagini,il richiamo che il dolore ha su di me,gli sguardi di quei bambini dentro l'orfanatrofio,che lasciavo si aggrappassero alla mia energia,per poi risucchiarla continuamente,a quegli assurdi pezzi di asfalto occupati da chi già allora aveva capito che la propria verità rimane unica e inopinabile solo per se stessi e troppo spesso fa male e molte volte si insabbia insieme a quel NERO che tanti fanno finta di vivere,che molti sognano facendolo proprio,ma che rimangono solo parole, come bossoli di proiettili che hanno perso lo spunto per penetrare.
Ormai questo trono del Diavolo ha preso la forma del mio culo e continuo a fare solitari soffiando sulle anime, che vuote e leggere cadono come foglie d'autunno,sull'imprevedibilità di chi cambia parere ogni secondo,sulle migliaia di verità che sfumano una che si perde nel tempo, su chi accetta la sfida e batte al mio banco e poi si accorge di avere lasciato il gas acceso a casa.

Toc toc.Batto banco.
Solo perchè si stava sfilando un chiodo.

Senti il vento che trasporta la pioggia ?E' una giornata di sole da questo lato della luna.




2 commenti:

  1. Un bel pugno nello stomaco, questo post...
    condivido.

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  2. or you love it or you hate it


    dove va il mio pensiero lo sai e i tuoi scritti lasciano sempre delle tracce.

    A volte, come ora è come essere tramortite da una serie di pugni sui denti

    Ma questo è il bello..

    or you love it or you hate it

    RispondiElimina

Ehi,tu che ti senti colpito da quello che scrivo,tu che a volte ti senti il bersaglio delle mie lame...
sappi che la cosa mi fa molto piacere